
A lei piace viaggiare comoda
Von der Leyen predica il Green Deal, ma vola in jet privato: l’Europa dei sacrifici vale solo per il popolo
La giustificazione della presidente della Commissione: "Era il mezzo più veloce". Polemiche a Bruxelles: "Altro che svolta ecologica: siamo di fronte all'ennesima dimostrazione di una élite scollegata dalla realtà"
Ursula von der Leyen predica bene e razzola male. I privilegi del potere, si sa, sono duri da lasciar andare: così anche questa volta la presidente della Commissione ha scelto il comfort del jet privato, affittato per un tragitto di appena 187 chilometri, da Bruxelles a Lussemburgo — appena due ore al volante o poco più di quattro in treno, per intendersi. Un volo breve ma ben poco ecologico, in netto contrasto con le restrizioni ambientali imposte ai tanti cittadini europei, sempre più gravati da norme “green” costose e spesso contraddittorie.
Von der Leyen si giustifica: “Il jet era il mezzo più veloce”
L’ipocrisia è dunque tutta qui. L’élite può, i comuni mortali no. Ma c’è di peggio: la sua giustificazione. «Era il mezzo più veloce», ha dichiarato la portavoce Paula Pinho, spiegando che con von der Leyen viaggiavano anche Roberta Metsola e António Costa. Insomma, l’allegra comitiva al completo che, reduce da un incontro con il nuovo leader tedesco Friedrich Merz, era attesa a Lussemburgo per il 75° anniversario della Dichiarazione Schuman.
Incoerenza ad alta quota
La notizia, per quanto possa sembrare secondaria, solleva interrogativi sostanziali. Non tanto per i chilometri percorsi, quanto per la coerenza. Perché se un cittadino qualunque si permettesse lo stesso lusso, sarebbe subito accusato di irresponsabilità ambientale. Ma se a farlo è la sostenitrice del Green Deal europeo, allora diventa una “necessità istituzionale”. Due pesi, due misure, come sempre.
E non è la prima volta. Secondo Der Spiegel, nel 2023 von der Leyen avrebbe usufruito di 23 voli privati, pari all’80% di tutti quelli prenotati dalla Commissione. Già nel 2021, il Telegraph raccontava di 18 voli su 34 viaggi ufficiali effettuati in jet. Tra questi, anche la tratta Vienna-Bratislava: 50 chilometri e due tonnellate di CO₂.
Il paradosso climatico
La Commissione ignora o prova a minimizzare. «Scelte logistiche obbligate», disse un anno fa il portavoce Eric Mamer. Ma i numeri non mentono: un singolo volo del genere emette quanto un quarto delle emissioni annue medie di un singolo europeo. E mentre si chiedono sacrifici ai popoli d’Europa, il paradosso resta sospeso ad alta quota, irraggiungibile ma non del tutto…
La Lega presenta un’interrogazione
A sollevare la questione in sede istituzionale è Susanna Ceccardi, europarlamentare della Lega, che ha annunciato un’interrogazione a risposta scritta. Il testo, visionato in anteprima da Libero, che racconta il caso, chiede conto dei voli effettuati dalla presidente dal 2019 a oggi, dei criteri ambientali e finanziari che ne regolano l’uso e della compatibilità con la credibilità climatica dell’Ue.
Ma Ceccardi non si ferma all’aula: «Mentre Bruxelles impone enormi sacrifici ai cittadini e alle imprese europee in nome del Patto Verde, la presidente della Commissione noleggia un jet privato per un viaggio che si potrebbe fare anche con un’auto elettrica! Altro che svolta ecologica: siamo di fronte all’ennesima dimostrazione di una élite scollegata dalla realtà».
E rincara: «Questo è il fallimento della politica europea degli investimenti: soldi sprecati in ideologia e burocrazia, zero risultati per i cittadini e le imprese!»