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Umberto Tozzi in un momento del tour (Foto di Stefano Brovetto)

Un'esibizione travolgente

Umberto Tozzi non ce la canta giusta: altro che “The final tour”, “L’Ultima Notte Rosa” è più rock che mai

Dopo 50 anni di carriera l'artista continua a incantare il pubblico con le sue performance dal vivo e trascinarlo più che mai con una grinta e nuovi arrangiamenti che fanno auspicare un ripensamento rispetto all'annunciato ritiro dalle scene

Spettacoli - di Elia Cevoli - 4 Maggio 2025 alle 07:00

Due ore di concerto senza tregua, un’esplosione di energia, arrangiamenti rock e una voce che non solo regge, ma sorprende per potenza e autenticità. Umberto Tozzi ha incantato l’Auditorium Parco della Musica di Roma, coinvolgendo una platea di fan in un viaggio adrenalinico attraverso decenni di successi. Se questo doveva essere un addio, lo è stato con il piede schiacciato sull’acceleratore – e con una forza che smentisce ogni presunta “ultima volta”.

Per Umberto Tozzi un addio (forse), ma con la chitarra al collo

Tozzi aveva annunciato che questo sarebbe stato il suo ultimo tour. Ma chi c’era stasera ha avuto più di un dubbio: quell’energia sul palco, quella complicità con la band, quella voce ancora vibrante e pulita, sono il contrario della resa. E niente autotune, niente trucco: solo potenza, passione, presenza scenica. Altro che tempo che passa: la sua voce è ancora un pugno nello stomaco e una carezza all’anima allo stesso tempo.

L’intimità rock dell’Auditorium

Dopo aver conquistato le grandi arene estive – comprese le suggestive Terme di Caracalla, Taormina e Agrigento – Umberto Tozzi ha scelto la sala Santa Cecilia dell’Auditorium per una data dal tono più raccolto, ma dall’impatto potentissimo. L’acustica perfetta ha amplificato ogni nota e ogni emozione, rendendo ancora più travolgente il sound rivisitato della band, in cui le chitarre elettriche e la batteria hanno dato un’anima rock anche ai brani più melodici.

Una scaletta da brividi

Ha aperto con Notte rosa, ed è stato subito chiaro che la serata avrebbe avuto un ritmo diverso. Niente malinconia da commiato, solo fuoco puro. Poi Ti amo, Gli altri siamo noi, Gli innamorati – ogni brano riarrangiato per esaltare la carica ritmica, senza tradire la melodia.

Si può dare di più ha fatto alzare tutti in piedi, Immensamente ha regalato uno dei momenti più intimi, mentre Qualcosa qualcuno ha riportato energia e grinta. E quando sono arrivate Eva, Lei, Gente di mare, Io camminerò e Dimentica dimentica, l’Auditorium è letteralmente esploso.

Un momento sorprendente è arrivato con Alleluia se, eseguita magistralmente solo dall’orchestra, senza Tozzi sul palco. Il pubblico, trascinato dall’energia dei musicisti, si è alzato in piedi e ha ballato, trasformando la sala in una festa travolgente. Un omaggio musicale che ha unito tecnica, ritmo e cuore.

Una band straordinaria e un assolo che è un viaggio sonoro

Fondamentale in tutto questo è stata la band, semplicemente impeccabile. Un gruppo di musicisti di livello altissimo, capaci di dare nuova vita ai classici, con arrangiamenti potenti e grande coesione. Un plauso particolare va al chitarrista Raffaele Chiatto, che con il suo assolo durante Il grido ha regalato uno dei momenti più intensi della serata: un viaggio sonoro che ha richiamato le atmosfere dei Pink Floyd, lasciando il pubblico senza fiato.

Emozione, rock e standing ovation

La parte finale del concerto è stata un crescendo: Donna amante mia – in una versione con la band che è di gran lunga più emozionante dell’originale e persino della già struggente versione con Giuliano Sangiorgi – ha colpito dritto al cuore. È il perfetto esempio di come la reinterpretazione dal vivo possa superare ogni aspettativa.

Il grido ha dimostrato che anche i pezzi meno noti possono diventare potenti se interpretati con sincerità e forza. Poi il gran finale: Dimmi di no, Io muoio di te, Stella stai, Tu e una Gloria che ha fatto saltare tutti dalla sedia. Un’ovazione lunghissima, meritata, inevitabile.

Un tour da incidere nel cuore (e in un cd)

A questo punto, non resta che sperare che tutto il tour, che vede anche diverse tappe internazionali e si concluderà in autunno, venga registrato e regalato ai fan in un album dal vivo. Perché concerti così meritano di rimanere, di essere riascoltati, rivissuti. Un cd che testimoni questa ultima, forse non ultima, travolgente corsa di Umberto Tozzi.

(Foto di Stefano Brovetto)

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di Elia Cevoli - 4 Maggio 2025