
Tra tragedia e farsa
Tutti a Gaza appassionatamente, la sinistra vuole entrare al valico di Rafah ma chiede l’aiutino da casa: Meloni intervenga
Schlein, Conte, Bonelli, Fratoianni invitano – nero su bianco in una nota – il governo a fare pressioni per permettere ai "compagni" di entrare nella Striscia di Gaza. La sinistra si inchina, ma il dubbio che sia solo propaganda incombe...
Armiamoci e partiamo per Gaza: il coro unanime della sinistra. L’ennesima mossa teatrale della sinistra italiana si consuma sullo sfondo del drammatico conflitto a Gaza e tracima nella farsa. Elly Schlein (Pd), Giuseppe Conte (M5S), Angelo Bonelli (Avs) e Nicola Fratoianni (Avs) hanno rivolto un appello al Presidente del Consiglio, affinché si adoperi per consentire l’ingresso di una “carovana” di parlamentari italiani nella Striscia di Gaza. &
L’iniziativa, pr che passa esentata con il pannicello caldo della solidarietà a un popolo allo stremo e con l’intento di portare aiuto umanitario ai civili sotto tiro, appare – a ogni ora che passa e a ogni dichiarazione che si affastella – sotto le mentite spoglie di una strumentalizzazione politica. Una mossa propagandistica che agita tanto rumore e sventola molto fumo. O meglio: segnali di fumo da inviare agli elettori delusi e disaffezionati da riconquistare a suon di spot ed effetti speciali. Così, i leader di Pd, M5S e Avs, dopo aver a lungo criticato la posizione del governo Meloni sulla questione israelo-palestinese, ora si rivolgono proprio a lei per ottenere un risultato concreto.
La mission impossible (e ostentata) dei compagni in trincea al valico di Rafah
«Gaza oggi è l’inferno in terra. L’Italia deve battere un colpo», hanno dichiarato Schlein, Conte, Bonelli e Fratoianni in una nota, chiedendo a Meloni e al Ministro degli Esteri di fare pressione sulle autorità israeliane. Ribadendo: «Tajani passi dalle parole ai fatti: faccia pressione sulle autorità israeliane affinché Netanyahu cessi di ordinare i bombardamenti di civili e affinché si metta fine al vile ricatto del blocco degli aiuti umanitari. La carovana dell’Intergruppo parlamentare per la pace tra Palestina e Israele sta raggiungendo il valico di Rafah: chiediamo alla presidente del Consiglio Meloni e al ministro Tajani di impegnarsi perché i nostri parlamentari e le associazioni della società civile, in rappresentanza dei cittadini italiani, possano entrare nella Striscia di Gaza per consegnare gli aiuti umanitari alla popolazione civile e accompagnarne la distribuzione».
Disperato appello di Schlein, Conte, Bonelli, Fratoianni: Meloni aiuti l’ingresso a Gaza
La sinistra , che non ha perso occasione per accusare il governo di “doppio standard” e di non condannare con sufficiente fermezza le azioni di Israele, sembra ora rendersi conto della necessità di un’azione diplomatica efficace, riconoscendo implicitamente il ruolo chiave del Presidente Meloni in questo scenario. «Non si può più restare a guardare, il tempo delle parole è finito», concludono enfaticamente Bonelli, Conte, Fratoianni e Schlein. e allora, tutti a Gaza appassionatamente. Tanto che, come ricorda Libero in queste ore, «le associazioni Aoi, Arci, Assopace Palestina, 14 parlamentari di Pd, M5s e Avs, tre eurodeputati, 13 giornalisti e diversi accademici sono tornati al valico di Rafah per raccontare la situazione in cui versano i palestinesi».
Cercasi disperatamente visibilità a Gaza: ma serve l’aiutino da casa
Da qui l’appello accorato dei parlamentari pronti a indossare la casacca degli attivisti in trincea, posto che il governo faccia pressioni per farli entrare nella Striscia. La stessa Laura Boldrini, del resto, aveva reso pubblico il vero focus (e la vera mira) della missione: ossia «entrare a Gaza». Asserendo nelle more (come riporta Libero): «La missione rappresenta una delle più grandi delegazioni internazionali mai spintasi fino alla Striscia. Siamo sessanta tra deputati e deputate, parlamentari italiani al parlamento europeo, docenti universitari di diritto internazionale, operatrici e operatori di Ong e associazioni impegnate sui diritti umani, giornalisti e giornaliste». Una fiumana di persone su cui va detto però che sono in molti coloro i quali nutrono qualche dubbio sull’effetto opposto. Tanto da paventare una escalation delle tensioni già in atto…