
Alla vigilia dell'Extra omnes
Turkson papa è l’incubo degli apocalittici, nuovi veleni su Tagle: tra gli outsider Filoni e Gugerotti (video)
Alla dodicesima congregazione generale di martedì 6 maggio, l’ultima prima del Conclave, la sala stampa vaticana registra l’intervento di 26 dei 133 cardinali che domani entreranno nella Cappella Sistina: il filo che ha unito gli interventi, la necessità di un papa “pontefice”, “costruttore di ponti”, “pastore”. Un identikit tutt’altro che banale, i cardinali papabili per diventare Pontefice sono almeno “cinque o sei”, ha dichiarato il cardinale Jean-Paul Vesco, francese di Lione, frate domenicano e arcivescovo di Algeri. “Di profili ce ne sono diversi, tante personalità che possono essere elette. Almeno cinque o sei, direi. All’inizio mi sentivo un po’ inquieto, ma, di colpo, sono molto sereno. Ormai stiamo entrando in Conclave. E sono convinto che il Papa sia già stato scelto dal Signore. Ci serve un papa padre”.
Turkson papa: un profilo che potrebbe conciliare le diverse anime del Conclave
Tra i profili più aderenti emerge in queste ore quello di Peter Turkson. Coniuga radici africane profonde e un’esperienza pluridecennale nelle stanze vaticane, proponendosi – per alcuni – come il possibile primo Papa africano dell’era contemporanea. Uomo di dialogo, ma anche di principi dottrinali, è uno dei candidati che potrebbero garantire una continuità dinamica con il pontificato di Francesco, senza rinunciare a un’identità saldamente cattolica. Nato a Wassaw Nsuta (Ghana) l’11 ottobre 1948 da una famiglia numerosa – dieci figli, madre metodista convertita e uno zio musulmano -Turkson ha respirato fin da giovane la necessità di convivenza tra fedi e culture diverse. A 14 anni entra in seminario e, dopo studi in Ghana e negli Stati Uniti, viene ordinato sacerdote nel 1975. A Roma si specializza in Sacra Scrittura presso il Pontificio Istituto Biblico. La sua formazione intellettuale e multiculturale è una delle chiavi del suo profilo: capace di leggere i segni dei tempi e di muoversi tra diverse visioni del mondo, senza perdere di vista la centralità della fede cattolica.
Turkson papa e la profezia di Malachia
Tukson ha tutto ciò che serve per essere considerato un papabile solido e internazionale: conosce la Curia, ma non ne è prigioniero; ha radici africane, ma un profilo globale; ha una solida formazione teologica, ma sa parlare al mondo laico. È apprezzato sia dagli ambienti ecclesiali che dalle istituzioni civili internazionali. La sua età (76 anni) potrebbe essere un fattore di dubbio per alcuni elettori, ma nel panorama del prossimo conclave potrebbe rappresentare una figura di transizione e continuità, capace di traghettare la Chiesa lungo le linee indicate da Papa Francesco, pur con uno stile più istituzionale e meno divisivo.
Per gli appassionati di profezie, Turkson unisce due elementi classici degli apocalittici: “il papa nero”, l’ultimo della storia della chiesa secondo l’antica vulgata e il nome di battesimo di “Pietro” con il quale la profezia di Malachia identifica l’ultimo pontefice.
Tagle e la velenosa illazione sulla passione per i casinò
Continuano a piovere veleni invece sul filippino Luis Tagle. Dopo il video in cui canta Imagine di John Lennon (brano che esplicitamente inneggia a un mondo senza religione), il porporato di Manila è finito sotto attacco in un articolo del sito tradizionalista La Bussola quotidiana: «Parla molto dei poveri (e si commuove a ogni discorso) ma frequenta volentieri i miliardari che controllano i casinò del Pacifico, e diverse fonti concordano nel dire che lui stesso gioca regolarmente nei casinò di Macao», scrive il sito che maligna anche sui «brevi e lunghi filmati (produzioni costose) che da un mese stanno inondando tutti i media e i social, da YouTube a Tiktok, per sponsorizzare Tagle come prossimo papa, esaltandone la sua straordinaria capacità, la sua compassione, le sue origini di immigrato (il nonno)». A pesare, però, più che i veleni dell’ultima ora, oltre che la connotazione fortemente progressista può essere anche l’età: 67 anni sono pochi per un papa che dovrebbe essere invece “padre” e “pontefice”, tradotto dal gergo curiale, di transizione.
Filoni, 79 anni, italiano dal profilo internazionale: il profilo di un papa di transizione
Quello che gli osservatori italiani si chiedono è se ci siano possibilità di un papa italiano, a distanza di 47 anni da papa Luciani. Oltre Mattia Zuppi e Pietro Parolin, stracitati da tutti i giornali, ci sono altri candidati in grado di ottenere i due terzi dei voti dei 133 cardinali? In altro articolo abbiamo già parlato dell’arcivescovo emerito di Firenze, Giuseppe Betori. Figura che potrebbe uscire in un secondo tempo, come candidato di compromesso. Andrebbe escluso invece Pierluigi Pizzaballa meramente per motivi anagrafici: i suoi 60 anni lo collocano per ora fuori dall’identikit del papa che emerge dagli interventi di queste ore. Restano invece in campo le figure di due cardinali italiani, ma molto apprezzati e conosciuti in ambito internazionale. Entrambi over 70. Il 79enne cardinale pugliese Fernando Filoni, nato a Manduria da famiglia salentina, ma con un impegno internazionale e diplomatico molto autorevole. Era il nunzio in Iraq durante la guerra nel Golfo. La sua lunga carriera ecclesiastica si è svolta tutta nella diplomazia vaticana, sotto i papi Giovanni Paolo, Benedetto e Francesco. Del resto, era stato un diplomatico anche Angelo Roncalli, in Turchia, futuro Giovanni XXIII.
Filoni è stato in Sri Lanka, Iran, Brasile, Filippine, Hong Kong (per seguire l’evoluzione della Cina post-Mao), poi in Giordania e Iraq. È stato sostituto alla Segreteria di Stato, quindi prefetto della Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli, meglio nota come Propaganda Fide. Filoni era in Iraq quando è scoppiata la seconda guerra del Golfo, nel 2003, ed è stato l’unico diplomatico occidentale a rimanere a Baghdad sotto i bombardamenti. “Quando in nunziatura arrivava il boato di bombe e missili – ha raccontato – dicevo: tranquilli, finché le sentiamo vuol dire che siamo vivi”. La croce pettorale che porta Filoni gli è stata regalata dalla comunità islamica locale, perché non aveva lasciato la loro città: “L’ha fatta un musulmano con le sue mani”, ha spiegato. Papa Benedetto nel 2011 lo ha chiamato a Roma a Propaganda Fide, e l’anno dopo lo ha fatto cardinale.
Chi è Claudio Gugerotti, veneto come l’ultimo papa italiano
Un altro profilo che sta emergendo in queste ore è quello del cardinale Claudio Gugerotti, già prefetto del Dicastero per le Chiese Orientali. Il 70enne prelato veronese, ha presieduto il 2 maggio la settima Messa dei Novendiali in suffragio di Papa Francesco. La sua omelia ha impressionato più di un cardinale per l’omelia che ha tracciato tra le righe un programma spirituale del successore di Papa Francesco. Il cardinale veronese è stato stimato da tutti e tre gli ultimi pontefici. Creato cardinale nel Concistoro indetto da Bergoglio il 30 settembre 2023, Gugerotti è stato però nominato vescovo e poi elevato al rango di arcivescovo addirittura da Giovanni Paolo II.
All’epoca, correva l’anno 2001, il presule originario di Verona aveva appena 46 anni, diventando uno dei vescovi più giovani al mondo. Wojtyla aveva individuato nel presule veneto uno spiccato talento diplomatico, inviandolo come Nunzio Apostolico in Georgia e Armenia, attribuendogli contestualmente anche la nunziatura in Azerbaigian. Gugerotti è anche intellettuale raffinato con due lauree conseguite alla Ca’ Foscari di Venezia. A voler cogliere i segni proprio da Venezia viene l’ultimo papa italiano: Albino Luciani, patriarca di Venezia prima di salire al soglio pontificio come Giovanni Paolo I.