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Menia Trieste

Primo maggio choc

Trieste oltraggiata dalle bandiere titine. La rabbia di Menia: “Stufo di questa vergogna, intervenga la magistratura”

Politica - di Valter Delle Donne - 2 Maggio 2025 alle 17:31

Celebrazioni raccapriccianti a Trieste, per la festa del primo maggio, dove sono stati esposti striscioni e bandiere della Jugoslavia comunista. “Un gesto ignobile, uno sfregio alla democrazia, ai martiri delle foibe e agli esuli dal confine orientale d’Italia. Chiediamo l’intervento delle autorità competenti. I sindacati prendano le distanze e isolino questi jugonostalgici”, commenta il Comitato 10 febbraio.

“Purtroppo ancora oggi c’è chi sventola le bandiere con la stella rossa, simboli di morte e oppressione – denuncia il presidente del Comitato, Silvano Olmi – un gesto ignobile, quello compiuto a Trieste, che si ripete ossessivamente da anni e deve essere condannato da tutti i veri democratici. I sindacati prendano le distanze da queste esibizioni e allontanino chi si traveste da partigiano, esponendo simboli comunisti e magliette inneggianti al dittatore Tito. Chiediamo l’intervento delle autorità competenti affinché simili sconcezze non si ripetano più. Quelle bandiere 80 anni fa vennero sventolate dagli invasori slavi e dai loro accoliti italiani quando occuparono Trieste, deportando e infoibando circa 4mila italiani – conclude – esporle oggi è un attentato alla nostra Nazione e un insulto a chi venne trucidato dai partigiani comunisti o fu costretto con la violenza ad abbandonare la propria terra”.

“Sono esasperato, sono stufo – commenta con il Secolo d’Italia Roberto Menia – perché questa vergogna si ripete ogni anno, perché vedo che nulla cambia. C’è qualcuno che ha diritto di offendere, di sputare sui morti e sulle tragedie di questa città. La gente ormai neppure si indigna, eppure Trieste è città martire del comunismo titino”. Per il senatore di Fratelli d’Italia, padre della legge che istituisce il Giorno del ricordo, queste persone “possono permettersi di bestemmiare la nostra storia, i nostri sacrifici, impunemente. Ottant’anni fa non c’è stata nessuna liberazione, ma un’occupazione crudele”. Per poi fare un parallelismo: “Se andassero con la bandiera nazista sul luogo di una strage nazifascista, che cosa succederebbe? Sono stufo di questo doppio binario. Possono passare i governi, ma non cambia niente. Questa è un’apologia del genocidio. Esiste una legge, intervenga la magistratura”.

Rampelli: “Ignorano la storia, presenterò un’interrogazione”

“La storia dice che dal primo maggio al 9 giugno 1945 – scrive il vicepresidente della Camera dei deputati Fabio Rampelli sulla sua bacheca Facebook – ci furono 40 giorni di occupazione comunista jugoslava efferata. Solo dopo gli accordi di Belgrado del 9 giugno fu definita la ‘Linea Morgan’ e nacquero la zona A del territorio libero di Trieste – che il 12 giugno passò sotto la protezione degli Alleati – e la zona B di Capodistria temporaneamente affidata agli jugoslavi, ma poi ceduta definitivamente nel 1975 da un’Italia vile alla Jugoslavia col Trattato di Osimo.

“Domanda – prosegue l’esponente di Fratelli d’Italia –  non ci sono leggi italiane che possano fermare manifestazioni irrispettose della sofferenza di tanti esseri umani, se la mano omicida è comunista? O la legge dell’ignominia con tanto di inchieste giudiziarie vale a senso unico? Lunedì deposito interrogazione parlamentare. Meglio chiedere e se la risposta è negativa porre rimedio”.

Il delirante gioco della Liberazione di Trieste

In queste ore giunge anche la denuncia dell’Unione degli esuli istriani contro la presentazione, al Circolo della Stampa di Trieste, del “Gioco da Tavolo dedicato alla Corsa per la Liberazione di Trieste”. Un gioco che insulta la memoria del massacro degli italiani sul fronte orientale, ad 80 anni dall”occupazione slava di Trieste e di tutta la Venezia Giulia che causò migliaia di deportati e morti. “Nelle città a forte presenza slovena, oggi si festeggia addirittura l’occupazione titina, che riguardò principalmente Trieste, ma anche Gorizia e Monfalcone. Nonostante questo, si mette in piedi addirittura un gioco contro la sofferenza degli italiani, a partire dalle famiglie degli infoibati”, denuncia il presidente dell’Unione, Massimiliano Lacota.

 

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di Valter Delle Donne - 2 Maggio 2025