
Negoziati in corso
Tajani: «In Ucraina serve una vera tregua. L’Italia c’è, e sta già lavorando per la ricostruzione»
Il ministro degli Esteri: «Che Putin e Zelensky siano pronti a incontrarsi è un passo avanti decisivo, dobbiamo favorirlo in ogni modo. Il governo silente su Gaza? Falso. E siamo anche l’unico governo europeo che ha messo in piedi un piano di aiuti alimentari e sanitari»
«Che Putin e Zelensky siano pronti a incontrarsi è un passo avanti decisivo, dobbiamo favorirlo in ogni modo. Ma le trattative si fanno con un cessate il fuoco che non può essere di tre giorni. Serve una vera tregua». L’ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani in un’intervista al Corriere della sera, commentando lo scenario di un vertice, giovedì in Turchia, tra i due presidenti. «Se confermato, questo è il primo passo nella direzione di un negoziato e di un obiettivo a cui lavoriamo da mesi: una pace giusta e duratura per l’Ucraina e per l’Europa», ha proseguito, aggiungendo che «in queste ore vedo di un possibile primo accordo fra Usa e Cina sulla questione dei dazi. Trump conferma di essere in una modalità negoziale che sembra portare i primi risultati».
Quanto alla presenza fisica del premier italiano nella Capitale ucraina per il vertice dell’altro giorno, il titolare della Farnesina ha ricordato che «Giorgia Meloni si è collegata in video conferenza, quindi c’era. Quel che conta è la presenza nella sostanza. L’Italia, il governo, la presidente in prima persona sono presenti in ogni aspetto della trattativa». Poi ha evidenziato: «A Kiev l’Italia c’era e in Europa l’Italia c’è». Sulle critiche della sinistra che accusa il governo di creare un «danno all’Italia» e descrivendola un Paese isolato, Tajani ha ricordato come stanno davvero le cose: «Noi stiamo organizzando la grande conferenza internazionale per la ricostruzione dell’Ucraina, in programma a Roma il 10 e 11 luglio. Domani (oggi, ndr) sarò a Verona per la terza e ultima tappa di preparazione dell’evento, con 450 tra imprenditori delle piccole e medie imprese e rappresentanti degli enti locali».
Guerra in Ucraina, Tajani: «L’Italia è tornata protagonista in politica estera»
«Le opposizioni ci dicono che parliamo troppo con Trump e poi che non parliamo abbastanza con Trump. L’Italia è tornata protagonista in politica estera», ha osservato Tajani, aggiungendo che «la nostra credibilità a livello europeo e internazionale è alta. Il risultato di Forza Italia al congresso del Ppe è emblematico della considerazione di cui gode il governo. E siamo stati parte anche nella mediazione che ha consentito di ricucire il dialogo tra India a Pakistan». A proposito di una soluzione per la fine della guerra mantenimento della pace al confine d’Europa, Tajani ha spiegato che «noi stiamo dalla parte dell’Ucraina, però riteniamo che inviare truppe dei Paesi Nato al confine con la Russia non sia il modo migliore per garantire la sicurezza dopo la pace. Per noi è meglio avere una zona cuscinetto con una presenza dell’Onu».
Tajani, quindi, ha ricordato la riunione di oggi a Londra con i vertici della Ue, tra i ministri degli Esteri di Francia, Germania, Italia, Polonia, Spagna e Regno Unito. «Il gruppo Weimar discuterà degli scenari di crisi e farà il punto sugli sforzi per il cessate il fuoco tra Mosca e Kiev», ha anticipato, per poi aggiungere che «il sostegno italiano all’Ucraina ammonta a circa 2,5 miliardi, al netto degli aiuti militari e dei contributi europei»
L’Italia non vuole giocare con gli “assi”
Quanto alla possibilità che l’Italia si allei con il neo-cancelliere tedesco Merz per contenere Macron, il titolare della Farnesina ha spiegato che «l’Italia non vuole giocare con gli “assi”. È nei fatti già parte integrante dei Paesi di testa della Ue. Siamo la seconda manifattura europea e la quinta potenza commerciale mondiale. Contano i fatti». Poi ha aggiunto: «L’Italia ha il governo più stabile dell’Europa e andrà avanti fino a fine legislatura. Con la Cdu-Csu e Merz ci sono ottimi rapporti».
Quando Monica Guerzoni, che firma l’intervista, ha obiettato che «il governo è silente sul massacro a Gaza», Tajani ha avuto gioco facile nel replicare chiedendo: «Dov’è il silenzio?». «Se parlo io, che sono vicepremier e ministro degli Esteri, parla il governo. Ma poi non ne ha parlato la stessa presidente del Consiglio? Non ha detto che condividiamo la proposta dei Paesi arabi per la ricostruzione di Gaza? Il che significa confermare che siamo preoccupati per la popolazione civile palestinese». «Siamo l’unico governo europeo che ha messo in piedi un piano di aiuti alimentari e sanitari per Gaza, “Food for Gaza”», ha poi aggiunto: «Vogliamo il cessate il fuoco, vogliamo la liberazione degli ostaggi, ci riconosciamo nella posizione incontrovertibile di Papa Leone XIV».