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Al teatro Niccolini di Firenze

Spazio cultura: FdI tira le somme sui risultati raggiunti dal governo. “Così abbiamo interrotto l’egemonia rossa”

Politica - di Maurizio Ferrini - 9 Maggio 2025 alle 19:47

È iniziato oggi pomeriggio a Firenze, nel Teatro Niccolini, “Spazio cultura. Valorizzare il passato, immaginare il futuro”, la due giorni sulla cultura organizzata dai gruppi parlamentari di Fratelli d’Italia alla Camera ed al Senato. Ad aprire i lavori i saluti istituzionali di Chiara La Porta, deputata Fdi e vicepresidente di Gioventù Nazionale, Vittorio Fantozzi, capogruppo FdI Regione Toscana, Angela Sirello, capogruppo FdI al Comune di Firenze, e Jacopo Cellai, coordinatore FdI Firenze.

A seguire gli interventi di Fabio Rampelli, vicepresidente della Camera dei deputati, di Federico Mollicone, deputato FdI, presidente della Commissione Cultura e responsabile dipartimento Cultura e Innovazione, Giovanni Donzelli, deputato Fdi e responsabile dipartimento Organizzazione e Arianna Meloni, responsabile Segreteria politica e adesioni FdI. Il panel iniziale è stato moderato da Davide Desario, direttore Adnkronos. In prima fila, tra gli ospiti, anche Mogol, pilastro della canzone italiana, che ha ricevuto un lungo applauso dalla platea.

Arianna Meloni: la cultura woke è la negazione dei valori fondamentali

«La grande novità del governo di Giorgia Meloni è che noi vogliamo una cultura libera, perché siamo liberi, perché non dobbiamo niente a nessuno e vogliamo governare con la nostra libertà di pensiero, con le nostre idee e aiuteremo, diciamo, anche una cultura più fruibile che sia per tutti e che sia davvero libera di esprimersi, senza la necessità di avere la tessera del partito in tasca». Queste le parole del capo della segreteria politica e responsabile del tesseramento di Fratelli d’Italia, Arianna Meloni.

«La cultura è di tutti e soprattutto di tutte quelle persone che la amano, che la valorizzano, che ci credono, che la interpretano in qualche forma, qualsiasi essa sia», ha aggiunto l’esponente di FdI. «Per la storiella del non discriminare in realtà si discrimina – ha detto ancora Arianna Meloni – la cultura woke è la negazione dei valori fondamentali» per cui «se il ministro alla cultura americano decide di finanziare l’università sulla base di altri requisiti, che non siano la religione, il colore della pelle e l’orientamento sessuale come accade ad Harvard, credo faccia bene».

«Per me la cultura libera, significa libera davvero, accessibile alla partecipazione di tutti senza ingerenze. Per me sono finiti i tempi che definisco bui nei quali per partecipare alla vita culturale del Paese occorreva avere la tessera del partito Comunista in tasca», ha sottolineato il sottosegretario alla Cultura Gianmarco Mazzi.

«Perché lo Stato deve pagare milioni di euro per film che vanno a vedere in tredici e poi se li commentano nei soliti circolini della sinistra?», ha chiesto ironicamente Giovanni Donzelli. «Se questo governo spazza via le incrostazioni di potere della sinistra fa un buon servizio alla cultura», ha ribadito il responsabile organizzazione del partito.

«Da quando nel 2022 abbiamo vinto le elezioni politiche – ha sottolineato Federico Mollicone – il nostro obiettivo era liberare la cultura da un’egemonia e abbiamo compiuto anche un lavoro di liberazione da quei circoli di ‘intellò’ sinistri che di fatto gestivano e si passavano le presidenze delle istituzioni culturali di padre in figlio». Per il presidente della Commissione Cultura e responsabile dipartimento Cultura e Innovazione di FdI,  “ora a Cinecittà c’è una nuova governance, alla Rai c’è una nuova gestione, al Centro Sperimentale di Cinematografia, altra eccellenza nazionale, c’è una gestione, alla Biennale c’è un nuovo presidente che sta lavorando molto bene”. Stesso discorso vale “per il Maxxi e per tutte le altre istituzioni culturali. Finalmente merito, competenza, esperienza sono di nuovo al centro del sistema culturale».

Spazio cultura: la grande scommessa della destra

L’egemonia culturale della sinistra, ha affermato Fabio Rampelli, «certamente sopravvive e il cammino sarà lungo per cercare di interpretarla. Prima di me è stato detto in maniera molto chiara che la destra non intende contrapporre un’offensiva per strappare l’egemonia culturale alla sinistra, ma non perché siamo cortesi e cavallereschi, semplicemente perché non è nella nostra natura». «Noi – ha proseguito il vicepresidente della Camera – dobbiamo puntare alla riscoperta, investendoci sopra, dell’identità culturale italiana. È questa la grande scommessa della destra che si è manifestata e si sta manifestando già in questi primi due anni di governo in maniera estesa e salutare. Certo, è un percorso difficile, lungo», anche perché, ha poi aggiunto, rispetto al passato, «abbiamo un nemico più sottile, più subdolo».

Anche nel settore della cultura «bisogna rendere le cose facili. Giustamente ci sono dei vincoli, giustamente ci sono delle procedure, ma questi vincoli devono essere applicati dove serve» ha detto Lucio Malan. Per il capogruppo FdI al Senato, «abbiamo un patrimonio artistico enorme. È inutile, io credo, tutelare anche cose che sono vecchie di 60-70 anni e magari sono stabilimenti industriali. O quantomeno è inutile tutelarli in modo oneroso», se poi «non si usano, non sono fruibili».

«Oggi a Firenze i gruppi parlamentari di Fratelli d’Italia organizzano l’evento Spazio Cultura – ha ricordato la senatrice Susanna Donatella Campione, componente della Commissione Cultura di Palazzo Madama – con l’intento di mettere al centro il dibattito culturale attraverso la libera circolazione di idee e la libertà di pensiero. Non per niente il panel che ho l’onore di introdurre si intitola ‘Sull’ali dorate’, che è un inno di Giuseppe Verdi proprio alla libertà. Siamo dunque orgogliosi di ospitare in questa due giorni importanti esponenti, diversi tra loro, del mondo artistico italiano».

 

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