
La due giorni di FdI
Spazio cultura a Firenze: la kermesse di FdI prosegue con l’intervento di Giuli (segui la diretta)
“Giovanni Spadolini è stato il fondatore del Ministero dei Beni culturali e ambientali nel 1975 e tra le prime cose che fece si recò al Vittoriale a omaggiare Gabriele d’Annunzio. Ebbene, era dal 1975 che nessun ministro della Cultura era tornato al Vittoriale, dove io stato pochi giorni fa con il presidente della Fondazione Giordano Bruno Guerri: c’era una folla di giovani e di meno giovani che se ne fischiano della bile nera della sinistra che ci accusa di voler fare il Ministero della Cultura Popolare, il Minculpop, mentre noi abbiamo fatto del Mic il Ministero del Popolo della Cultura, facendo uscire la cultura dalle stanze polverose dei salotti”. Lo ha detto il ministro della Cultura, Alessandro Giuli, intervenendo al convegno “Spazio cultura. Valorizzare il passato, immaginare il futuro”, promosso dai gruppi parlamentari di Fratelli d’Italia al Teatro Niccolini di Firenze.
“Io non ho nulla contro i centri storici, ma bisogna occuparsi anche di chi non vi abita nei centri storici. La cosa può essere letta anche in chiave metaforica – ha sostenuto Giuli – La cultura non è di un’elite”.
Appello di Rossi: servono storie che costruiscono l’identità dell’Italia
“La Rai è un hub industriale che tiene insieme, anche con l’aiuto di Mediaset, quasi l’intera industria dell’audiovisivo in Italia. Se la Rai investisse il 10-20 per cento in meno in cinema, documentari, serie ed animazione, quasi tutta l’intera filiera vacillerebbe o addirittura verrebbe giù. Quindi c’è un tema industriale che al governo si chiede di comprendere, e poi c’è un focus culturale”. Cosi’ l’amministratore delegato della Rai, Giampaolo Rossi, in occasione dell’evento ‘Spazio cultura’ organizzato da FdI al teatro Niccolini.
“Quindi – riprende Rossi – lancio un appello al coraggio a produttori, registi, sceneggiatori e così via: bisogna raccontare le storie che costruiscono l’identità del nostro Paese”. “La storia d’Italia non è fatta solo di eventi storici, questo è un Paese che in decine di anni della cinematografia ha sempre avuto pudore nel raccontare l’impresa della spedizione dei Mille di Garibaldi che altrove sarebbe stata narrata da tutti come un’epopea”, rimarca.
Marcheschi: “Dalla destra rivoluzione del merito”
“Nella due giorni che abbiamo ospitato a Firenze, ovviamente con grande orgoglio per me che faccio gli onori di casa, è emerso chiaramente che la visione della destra di governo non è quella di egemonizzare il mondo della cultura, ma quella di rivoluzionarla”. Lo dichiara il senatore di Fratelli d’Italia, Paolo Marcheschi, capogruppo Fratelli d’Italia in commissione Cultura a Palazzo Madama, parlando a margine dell’evento ‘Spazio Cultura, che si tiene a Firenze su iniziativa dei gruppi parlamentari di Fratelli d’Italia.
“Una gestione molto accurata, non più sprechi di soldi pubblici, ma una grande attenzione nel destinarli alla conservazione dei beni artistici ma anche alle nuove produzioni culturali di qualità. Servono i soldi pubblici per la cultura e per sostenere le attività culturali, ma non per far fare carriera a qualcuno, o per darli ai soliti noti che poi pontificano nelle loro torri d’avorio. Il sostegno pubblico serve per produrre cultura e solo conseguentemente posti di lavoro, non come è stato fatto dalla sinistra finora. Questa – conclude Marcheschi – è la rivoluzione della destra, altro che egemonia: è la rivoluzione del merito e della competenza. Se ne facciano una ragione”.