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Giannini e l’attacco insipido a premier e governo da Fabio Fazio

L'attacco insipido

Sinistra col fegato spappolato per il vertice di Roma, Giannini si consola parlando di “brodo caldo”…

L'editorialista di "Repubblica" bolla il trilaterale organizzato dalla premier con Vance e von Der Leyen un "brodino caldo". Ma allora la minestra riscaldata dei soliti attacchi della sinistra che rosica, come dovremmo definirla?

Politica - di Chiara Volpi - 19 Maggio 2025 alle 17:39

Il richiamo al brodino di Massimo Giannini nel salotto radical chic di Fabio Fazio su La Nove è insipido: proprio come la ricetta a cui quello che voleva essere un insulto rimanda. Il piatto forte della discussione nello studio coi pesciolini rossi e squaletti dem è il trilaterale incentrato sulle relazioni tra l’Unione Europea e gli Stati Uniti, organizzato dalla premier Giorgia Meloni che – approfittando della presenza a Roma dei leader mondiali per l’intronizzazione di Papa Leone XIV – a Palazzo Chigi ha ospitato il vicepresidente americano JD Vance e la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen. Sul tavolo anche la questione dazi tra Stati Uniti ed Europa. L’obiettivo del presidente del Consiglio «è aiutare il dialogo». Un proposito chiaro e netto che il vicepresidente americano ha colto con favore, rilanciando: «L’Italia ponte tra noi e l’Europa».

Giannini all’attacco (che novità…) di Meloni e governo

Eppure le firme di punta delle testate progressiste continuano a vedere come il fumo negli occhi questa ritrovata centralità dell’Italia ai tavoli internazionali con Roma al centro di un crocevia importante di vertici (e bi e tri-laterali per l’appunto, come quelli tenuti nell’ultimo intenso fine settimana dalla presidente del Consiglio), compreso l’ultimo intervento diplomatico di cucitura e rifinitura intestate a dialogo costruttivo e confronto strategico. Così,  Massimo Giannini a Che tempo che fa, non resiste alla tentazione di delegittimare l’ennesimo successo di premier e governo. Anche se per farlo deve negare l’ovvio – ossia il ruolo da assoluta protagonista dell’Italia ai tavoli che contano –. E le stesse dichiarazioni dei protagonisti del summit a tre.

Giannini definisce il trilaterale di Roma “un brodino caldo”…

E così, a proposito di “fegato spappolato” (come cantava Vasco Rossi), l’editorialista di Repubblica arriva a definire il trilaterale di Roma come un “brodino” per la premier. Come se poi il “pasticcio alla francese”, tutto fumo (macroniano) e zero arrosto, con il solito allarme sull’invio di truppe in Ucraina, smentito 24 ore dopo l’ultimo annuncio, fosse più appetitoso e di sostanza… Ma tant’è. Definire un incontro di altissimo livello come quello con il vicepresidente degli Stati Uniti e la presidente della Commissione Europea un mero “brodino caldo” per la premier italiana si commenta da sé.

La solita critica sgangherata della sinistra col “fegato spappolato”

Del resto, che il salotto di Fabio Fazio a Che tempo che fa allestisca di settimana in settimana il solito palcoscenico per recitare a soggetto l’ennesimo canovaccio di critica preconcetta e sterile nei confronti del governo Meloni, non è certo una novità dell’ultim’ora. Anzi, ormai è una costante replica, ripetitiva nei contenuti quanto scontata nelle varie forme, con un solo leitmotiv che accomuna giornalisti, artisti, attori e politici protagonisti del carnet settimanale: nemmeno di fronte a riconoscimenti internazionali, la sinistra in tutte le sue declinazioni mediatiche o politiche che dir si voglia, riesce a mettere da parte il livore ideologico e a riconoscere gli sforzi, l’impegno, i successi, dell’attuale esecutivo.

Se il vertice è “un brodo caldo”, la minestra riscaldata dei soliti attacchi della sinistra come definirla?

E allora il caso Giannini diventa emblematico di una cifra polemica che si ripete di puntata in puntata tale per cui il «brodino caldo» di cui parla il giornalista sembra essere piuttosto la minestra riscaldata e indigesta della solita retorica anti-governativa, incapace di offrire spunti di riflessione costruttivi e ancorata a una visione ideologizzata che lascia il tempo che trova. Non sarebbe il caso di cambiare menù e commensali?

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di Chiara Volpi - 19 Maggio 2025