
Il libro
“Siena s’è dest(r)a”: il viaggio della Destra senese nei ricordi, negli archivi e nella carne viva della storia
La presentazione del saggio alla Fondazione Alleanza Nazionale. Giordano: «Questo libro è un pezzo di storia restituito a chi ne è stato protagonista e a chi ha avuto il coraggio di restare, quando era più comodo andarsene»
Certe stanze trattengono ancora l’eco di vite intrecciate alla storia, testimoni silenziose di battaglie che non furono solo vinte o perse, ma vissute, nel lento e ostinato cammino di una memoria politica che non si lascia cancellare. È in una di queste stanze — la Sala Convegni della Fondazione Alleanza Nazionale in via della Scrofa — che il 28 maggio è andato in scena un dibattito denso intorno al libro “Siena s’è dest(r)a” di Andrea Bianchi Sugarelli (Passaggio al Bosco). Un’opera imponente — ben settecento pagine — che non racconta solo Siena: racconta la destra, la sua voce negata, le sue ombre e i suoi risvegli, in una città che sembrava destinata a dormire sotto il peso della narrazione altrui.
Giordano: “Molto più di un libro: un pezzo di storia”
A introdurre i lavori, il vicepresidente della Fondazione e deputato Antonio Giordano, con parole asciutte e piene di riconoscenza: «Questo libro è un pezzo di storia restituito a chi ne è stato protagonista e a chi ha avuto il coraggio di restare, quando era più comodo andarsene». Un ringraziamento sincero all’autore e un saluto sentito agli ospiti: tra loro, parlamentari, giornalisti, militanti e studiosi.
Valentino: “Questa è la nostra storia, e fa male perché è vera”
Parole anche dal presidente della Fondazione, Giuseppe Valentino, che ha chiuso l’evento con l’intervento forse più toccante: «Ho ascoltato con attenzione questo ricordo struggente dei momenti della nostra storia. Periodi che appartengono ai nostri sentimenti. Li ricordiamo con emozione perché fanno parte della nostra vita». E aggiunge: «È un’opera che leggeremo con attenzione».
Michelotti: “È la mia comunità, la mia storia”
Francesco Michelotti, deputato e vice coordinatore regionale di FdI Toscana, ha dato voce a un legame profondo, quasi carnale, con le pagine del libro: quello raccontato da Sugarelli, ha detto, non è solo un volume corposo ma la cronaca viva della sua comunità. Un mosaico di memorie, documenti e interviste, ricucito con pazienza e rispetto. «Un lavoro di ricerca che racconta la storia della destra senese e il cambiamento sociale nella città e nel territorio. Un percorso, una narrazione affascinante. Un modo per onorare chi a Siena ha fatto la storia della destra».
Amorese: “Il lieto fine della nostra storia”
Il deputato Alessandro Amorese ha poi ricordato i rischi della militanza e il valore della testimonianza. «Il libro racconta di sangue, onore e coraggio». Negli anni di piombo, ha spiegato, si viveva sotto tiro: schedati, sorvegliati, con indirizzi e targhe annotate. Il dossieraggio era una prassi quotidiana. Ma questo libro, ha detto, ha un lieto fine. Perché oggi si racconta quella storia, senza censure.
E ha ribadito: «Se noi vogliamo scrivere la nostra storia e non farcela professare dagli altri… Perché spesso la sinistra italiana racconta la destra come l’avrebbe voluta. Qui, tutta l’importanza di preservare il nostro passato, poiché qui non c’è solo la destra, ma la storia della nostra nazione»
Frassinetti: “L’antifascismo rituale come arma di esclusione»
Paola Frassinetti, sottosegretaria all’Istruzione, ha rievocato il caso Ramelli come simbolo contro un antifascismo militante che aveva assunto tratti persecutori. Parla di un «omicidio organizzato con scientificità fredda», un’esecuzione mirata, premeditata, non un gesto d’impeto. E in quella violenza sistematica ha visto l’ombra di una pedagogia del disprezzo: «Noi subivamo la ritualità dell’antifascismo, ci veniva detto di andar via, perché la scuola pubblica – centro dell’aggregazione – non era fatta per noi. L’obiettivo era chiaro: escludere».
Tuttavia, qualcosa è cambiato, aggiunge, quando si è compresa la necessità di uscire dalla trincea difensiva e passare all’iniziativa culturale. La sinistra, nel frattempo, ha mutato pelle: da ideologica a movimentista. E oggi? Per Frassinetti c’è un «antifascismo di ritorno», altrettanto aggressivo. Da qui la necessità della memoria, «la voglia meticolosa di mettere nero su bianco la nostra storia, che non dobbiamo dimenticare».
Terranova: “Ricordi che svaniscono, memorie che restano”
La giornalista ed ex vicedirettrice del Secolo d’Italia Annalisa Terranova ha espresso stupore e apprezzamento: «Quando ho visto il libro e il titolo sono rimasta meravigliata, perché dico “ma a Siena? Così tante pagine per la destra a Siena davvero?” C’è molto bisogno di raccontare la storia della destra. Perché quando si passa dalla fase della militanza a quella di partito, a quella di governo, i ricordi si perdono, le persone passano, le memorie restano, per questo devono essere messe nero su bianco».
Ha concluso con un auspicio chiaro: «Sarebbe bello se si riuscisse a consegnare la storia del Msi e dei suoi martiri a tutti gli italiani».
Sugarelli: «Un debito di riconoscenza»
«È un debito di riconoscenza nei confronti della Fondazione Alleanza Nazionale. È un onore presentare questo libro in una sala così carica di storia», ha detto l’autore, Andrea Bianchi Sugarelli, ricostruendo poi la genesi dell’opera e spiegando: «Ho scoperto tantissimi documenti inediti, moltissime storie, anche quelle che sono riuscite a confutare racconti incredibili provenienti da persone delle istituzioni. Questo libro è stato scritto per ridare voce a uomini e donne che hanno avuto una complicità culturale e umana con la destra e dunque era doveroso restituirgli dignità».