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Sfregio alla memoria delle Foibe: vandalizzato lo “Scaffale del ricordo” a Lucca

Succede a Lucca

Sfregio alla memoria delle Foibe: ora gli «omuncoli» se la prendono anche con i libri dello “Scaffale del ricordo”

Si tratta di una sezione della Biblioteca comunale dedicata alla storia giuliano dalmata. Poco dopo l'inaugurazione sono comparsi cartelli con scritte in slavo. Menia: «Quelle parole sono il grido degli infoibatori titini. Una lurida provocazione di vigliacchi senz'anima e patria»

Politica - di Sveva Ferri - 10 Maggio 2025 alle 18:59

Si è verificato a Lucca l’ennesimo atto di oltraggio alla memoria dei martiri delle Foibe. Un gesto vigliacco compiuto da «omuncoli senz’anima e senza patria», ha commentato il senatore di FdI, Roberto Menia, denunciandolo. Si tratta di uno dei tanti che purtroppo le cronache continuano a registrare. Ma di portata simbolica particolarmente forte: la vandalizzazione stavolta è avvenuta ai danni dello “Scaffale del Ricordo”, una sezione della Biblioteca comunale “Agorà” dedicata alla storia giuliano dalmata. C’è, in quest’atto di accanimento contro la conoscenza, tutta la misura di quanto questa parte di storia italiana faccia ancora paura ad alcuni, di quanto vogliano negarla, cancellarla, deturparla.

Foibe, lo sfregio allo “Scaffale del ricordo” di Lucca

Lo “scaffale” era stato inaugurato in mattinata da Menia e dal sindaco di Lucca Mario Pardini. Era stato un momento bello, di ricchezza e arricchimento per la città. Poche ore dopo, però, c’è stato chi ha ritenuto che valesse la pena rovinarlo, o provare a rovinarlo: nella biblioteca sono stati lasciati un cartello in slavo, con un cappio disegnato, che recitava “Smrt Fasizmu” (Morte al fascismo) e uno in italiano con la scritta “Basta revisionismi”. “Smrt Fasizmu”, ha chiarito Menia, era «il grido degli infoibatori titini» e il cartello è stato lasciato «sotto l’immagine della medaglia d’oro Norma Cossetto».

Menia: «Una lurida provocazione di omuncoli senz’anima e patria»

Menia ha parlato di «provocazione lurida» da parte di chi «ha voluto così oltraggiare i nostri morti e la nostra storia». Un «episodio disgustoso, di sicura rilevanza penale, sul quale – ha aggiunto – chiedo a forze dell’ordine e magistratura di indagare e procedere». «La biblioteca – ha spiegato il senatore di FdI – è dotata di telecamere di sorveglianza: non sarà difficile individuare l’autore o gli autori del gesto, omuncoli senz’anima e senza patria».

Il sindaco: «Gesto ancora più grave perché compiuto in una struttura pubblica votata alla cultura»

Il sindaco, parlando di «soliti noti», ha a sua volta definito il gesto «vigliacco» e «grave, ancora di più perché compiuto in una struttura pubblica votata alla cultura, che dovrebbe servire a costruire ponti e non per dividerci». Di gesto «vergognoso» hanno parlato anche il deputato di FdI, Riccardo, Zucconi e il sindaco della vicina Fabbriche di Vergemoli, Michele Giannini. «Siamo profondamente disgustati da quanto accaduto. Scrivere slogan inneggianti agli infoibatori titini, per di più in lingua slava e sotto l’immagine della Medaglia d’oro al Merito civile Norma Cossetto, martire della barbarie delle Foibe, è un atto vile, infame e inaccettabile. I morti non hanno colore, né ideologia», hanno commentato in una nota congiunta, auspicando «che le autorità preposte facciano piena luce sull’accaduto».

Il Comitato 10 febbraio: «Le forze autenticamente democratiche prendano le distanze»

Di «gesto ignobile e sfregio alla democrazia, ai martiri delle Foibe e agli esuli», ha parlato poi il Comitato 10 febbraio, promotore dell’idea dello Scaffale del ricordo. Il presidente cittadino Sandro Righini e quello nazionale Silvano Olmi hanno quindi chiesto alle «forze autenticamente democratiche» di condannare questo «gesto scellerato» e prendere «le distanze da frange estremiste di sinistra che cercano di comprimere i diritti democratici». Per ora non risulta sia accaduto.

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di Sveva Ferri - 10 Maggio 2025