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Conte sul 7 ottobre e il duro scontro in tv con Molinari

Drammatici paradossi

Scintille in tv e macabra gaffe di Conte, fervente Pro-Pal che svilisce il massacro del 7 ottobre: ormai sono passati anni… (video)

La sconcertante lettura di storia e politica del leader M5S su Hamas e la semplificazione grottesca del dramma mediorientale con tanto di iperbolica minimizzazione della strage di israeliani da cui è partita la guerra: “Il 7 Ottobre? Si è consumato in poche ore un po’ di anni fa... basta con la retorica”

Politica - di Chiara Volpi - 21 Maggio 2025 alle 11:53

L’orologio della memoria politica grillina segna ancora una volta un tempo distorto, soprattutto quando a manovrare le lancette è Giuseppe Conte. Ieri, negli studi de L’aria che tira su La7, il leader del Movimento 5 Stelle ha superato se stesso in una macabra minimizzazione che ha lasciato esterrefatti milioni di telespettatori e scatenato una bufera sul web. Oggetto del contendere: il massacro del 7 ottobre in Israele ad opera dei terroristi di Hamas, una ferita ancora aperta per l’intera comunità internazionale.

Conte su La7 svilisce la strage di israeliani del 7 ottobre

Di fronte alle legittime domande sulla posizione del Movimento rispetto a quell’atrocità, Conte ha risposto con una frase che suona come uno schiaffo alla verità e alle vittime: «Ormai sono passati anni»… Una caduta di tono e di stile. Un lapsus freudiano? Dimenticanza voluta o semplicemente una clamorosa distorsione temporale? Qualunque sia la motivazione, l’affermazione ha raggelato lo studio e ha immediatamente riacceso il dibattito sulla tendenza, sempre più marcata in certi ambienti politici, a riscrivere la storia recente con una leggerezza (e faziosità) inquietante. Anche in virtù di un considerazione semplice quanto innegabile: non c’è arco temporale che possa relegare nell’oblio la ferocia inaudita di quel giorno.

Sorvola sul massacro e ne parla in termini di “retorica”…

Eppure, Conte sorvola su quel massacro efferato del 7 ottobre. Lo cita non nei termini di  un orrore indicibile, di stupri. Rapimenti. Esecuzioni sommarie di donne, bambini, anziani. Civili e militari, indifferentemente. No, no: quelli nella sua “rilettura” sono dettagli su cui evidentemente sorvolare a malapena… La vera minaccia è la “retorica” che ne deriva. Un po’ come dire che il problema di un incendio non è il fuoco, ma le grida di chi scappa. Geniale, vero? Conte, con la sua inconfondibile gravitas da professorone che ha studiato all’università della vita (e dei social), ci ha spiegato che, in fondo, tutta questa storia del 7 ottobre è diventata una sorta di fastidioso rumore di fondo. Una narrazione scomoda che disturba la sua visione paradisiaca di un Medio Oriente dove l’unico problema è… udite udite… Netanyahu, il «criminale pazzo».

7 ottobre e questione mediorientale: scontro acceso di Conte con Molinari

Conte s’infervora. Scalpita al punto da far fatica a rimanere incollato alla sedia. E s’inalbera, alzando toni (e pretese ragioni dialettiche): «Il minuto di silenzio per il 7 ottobre lo abbiamo fatto e rifatto. Il sottoscritto è pure andato in sinagoga a incontrare i rappresentanti della comunità. Il 7 ottobre» – attenzione – si è consumato in poche ore, ormai un po’ di anni fa. Mentre ogni giorno continua quello che io oggi chiamo “genocidio”». E non contento, nel confronto con Molinari, ospite come lui in studio, rilancia finanche: «Ora invece arrivano i carri armati di Gedeone a sterminare completamente, per la pulizia etnica finale. Con la retorica sul 7 ottobre vogliamo giustificare quello che sta avvenendo?».

Un (macabro) capolavoro di propaganda grillina in salsa Pro-Pal

E qui si manifesta il capolavoro della propaganda grillina Pro-Palestina, un vero e proprio manuale di cinismo applicato. La questione mediorientale, con le sue complessità storiche, religiose, economiche e sociali, ridotta a un western all’amatriciana: il buono (Hamas) contro il cattivo (Netanyahu). Semplice, no? Un classico ribaltamento della narrazione, dove la vittima diventa carnefice. E l’attenzione viene spostata dalla barbarie iniziale all’azione di risposta. Una strategia retorica ben nota, che mira a confondere le acque e a delegittimare qualsiasi condanna chiara e inequivocabile del terrorismo islamista.

Conte: «Netanyahu pazzo criminale, va fermato»

Eppure, non possiamo fare a meno di tornare sul punto, chiedendoci: ma abbiamo sentito bene? La “retorica del 7 ottobre???” Morti in massa. Rapimenti. Stupri. Torture e esecuzioni, visto che il leader pentastellato s’interroga su significati e definizioni, vogliamo etichettarli sotto la voce “retorica”? Tanto che Molinari travolto dalla furia verbosa di Conte, replica: «Quindi è giusto differenziare fra vittime e vittime? La risposta dell’avvocato di Volturara Appula è sempre una sola: «Oggi ci dobbiamo porre il problema di come fermare un criminale che sta distruggendo la causa di Israele. Io omaggio le vittime del 7 ottobre ma Netanyahu è un pazzo criminale». Affermazione che Conte pretende di sentire pronunciata da Molinari. Ma che, invece, nell’evitare la trappola, devia: «Se gli ostaggi vengono liberati la guerra finisce domattina».

E il web si scatena e si divide…

E alla fine, Conte rilancia con una “sofisticata” chiosa politica: «Voi (ma voi chi? Non si capisce… ndr) non avete la forza di dire che Netanyahu è un criminale». Il web, nel frattempo, si apre in due come il Mar rosso al passaggio del popolo eletto, e si divide tra Pro-Pal infervorati e sostenitori della causa israeliana. Tra chi si spara contro a suon di post e commenti da una e dall’altra parte della barricata. La reazione del web, insomma, non si è fatta attendere. Fin dalle prime battute della trasmissione, i social media sono stati inondati da commenti indignati. L’hashtag #ConteVergogna è schizzato in cima alle tendenze, accompagnato da una valanga di critiche che accusano l’ex premier di revisionismo storico e di una sconcertante mancanza di sensibilità. Ma non solo. Un’ondata di attacchi, ben più gravi e mirati, si è scatenata contro il giornalista che ha avuto l’ardire di incalzare Conte sulla questione.

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di Chiara Volpi - 21 Maggio 2025