
Ritenuti contrari alla sharia
Scacchi messi al bando perché “immorali”: l’ultima follia dei talebani afghani
Nuova follia dei talebani di Kabul: il gioco degli scacchi è stato messo fuori legge per motivi “morali”. Domenica scorsa infatti, il governo che da anni governa l’Afghanistan ha promulgato una legge che vieta ogni form di gioco degli scacchi, considerato un gioco d’azzardo – dunque immorale e contrario alla sharia. Un’assurdità che si aggiunge agli innumerevoli divieti che rigusardano la vita di tante ragazze a cui è fatto divieto di frequntare scuole. La vita pubblica e sociale a Kabul è ridotta all’osso. Pensare che il gioco degli scacchi era uno svago per tante persona, anziani e giovani in cerca di una pausa quotidiana, svagare la loro mente con attività sportive e culturali ricreative. Con il divieto degli scacchi, questo è diventato impossibile.
Scacchi vietati per motivi religiosi: la follia dei talebani
Con tale imposizione le tavolozze di legno bianche e nere sono state riposte e il silenzio domina quei tavolini dove un tempo si mescolavano riflessione e svago. Uno scempio. Dal loro ritorno al potere nell’agosto del 2021, i talebani hanno introdotto una serie di divieti. La musica negli spazi pubblici è sparita, i film stranieri sono stati in gran parte rimossi dai palinsesti e molte discipline sportive – tra cui le arti marziali miste – sono finite sotto accusa. Quel che sta accadendo alle donne grida vendetta, estromesse quasi totalmente dalla sfera pubblica: niente sport, niente università, niente accesso a palestre o parchi. In questo contesto, il divieto degli scacchi, l’ultimo tassello della deriva teologica degli estremisti afghani.
Il portavoce della Direzione generale dello sport, Atal Mashwani, ha giustificato il provvedimento parlando di “questioni religiose” non ancora risolte. Secondo lui, gli scacchi rischiano di favorire comportamenti simili al gioco d’azzardo, ritenuti contrari alla sharia: quindi dovranno rimanere sospesi finché non ci sarà un chiarimento dottrinale. Non sono stati specificati i dettagli delle sanzioni per chi dovesse infrangere il divieto. In Arabia Saudita il divieto degli scacchi risale al 2016 quando il gran muftì Abdulaziz al Sheikh ha emesso una fatwa. Motivo? Sarebbero una perdita di tempo. Ma c’è chi dice che il vero motivo di questi divieti potrebbe dipendere dal fatto che agli scacchi vincono l’intelligenza e il talento e non la sorte. E questo in alcuni regimi sarebbe profondamente anti-religioso. Eppure gli scacchi sono molto più di un gioco. Oltre che uno svago, rappresentano uno straordinario strumento di crescita e di sviluppo intellettuale, sono uno sport con federazioni nazionali e internazionale, le cui sfide hanno fatto epoca come durante la guerra fredda tra l’americano Bobby Fischer e il sovietico Boris Spasskij. Fu deno9minata la sfida del secolo.
La delusione a Kabul. dubbi sulla “legittimità” religiosa del divieto
La notizia ha suscitato delusione tra gli appassionati, soprattutto nella capitale. Azizullah Gulzada, 46 anni, gestore di un bar di Kabul dove molti giovani si ritrovavano per giocare a scacchi, si dice pronto ad applicare la nuova regola. Ma solleva dubbi sulla sua legittimità religiosa. “In molti Paesi musulmani ci sono giocatori di livello internazionale che partecipano a tornei ufficiali”, ha detto al Tgcom “Qui i ragazzi venivano ogni giorno, senza scommettere un centesimo. Ora hanno una ragione in meno per incontrarsi”. Una progressiva cancellazione della vita pubblica femminile e delle libertà civili, che si estende ora anche al mondo del gioco e della cultura. Un abominio.