
Le armi della sinistra
Referendum, Landini prova a intenerire gli elettori con un libro biografico: “Caddi dalla bici, andai in coma, mi risvegliai…”
“A 8 anni caddi dalla bici e finii in coma: mia madre ebbe conferma della mia testa dura, cosa che tanti altri potrebbero testimoniare a distanza di anni”, è uno dei passaggi più confidenziali del libro “Un’altra storia” (Piemme), l’autobiografia del leader del più grande sindacato italiano, Maurizio Landini, leader della Cgil, da oggi in libreria. Un volume che in duecento pagine con decine di aneddoti privati del sindacalista, dalla sua infanzia emiliana, a San Polo d’Enza, al suo presente da leader della Cgil con un possibile futuro alla guida del Pd o quantomeno da parlamentare Dem. “Io non ho bisogno di entrare in politica. C’è un tempo per ogni cosa: ho iniziato facendo l’apprendista saldatore e sono stato eletto segretario generale della Cgil. È un grande orgoglio, e non ho nulla da chiedere”. Dalla festa dell’Unità alle vacanze in Germania Est, alla tessera del Pci, al sindacato dei metalmeccanici, dopo l’ingresso in fabbrica.
Il libro del sindacalista Landini che da chierichetto divenne militare
La sua vita è riassunta come quella di uno “scalatore” di successo, dalla povertà alla ribalta politica. “I miei genitori mi dissero che dovevo interrompere gli studi. Avevano provato a mantenermi, ma i conti non tornavano. In casa lavorava solo mio padre: dovevo unirmi a lui e andare a lavorareIo volevo continuare a imparare. Volevo diplomarmi geometra. Sentivo il valore della conoscenza e del sapere per formarmi un punto di vista critico, libero e autonomo. Eppure, non protestai, né feci resistenza. Non potevo dare ai miei genitori nessuna colpa per la nostra condizione economica di svantaggio. Mi rimboccai le maniche e, come mi chiesero, andai a lavorare in fabbrica e nei cantieri della sua Emilia, dove d’inverno il freddo ti entrava nelle ossa”.