
Gli smemorati
Referendum, La Russa: «Alla gente dirò si starsene a casa». La sinistra impazzisce: «Eversivo» (video)
Da Magi a Scotto, passando per Bonelli, è gara a chi la spara più grossa contro chi invita all'astensione. Ma il non voto è previsto dalla Costituzione e anche Napolitano disse: «È legittimo, è un modo di esprimersi sull'inconsistenza dei quesiti»
Insiste la sinistra sulla tesi dell’invito all’astensione al referendum come atto anti-democratico. Anzi, alza ulteriormente il tiro e prende a parlare di atto «eversivo». Succede nei confronti di Ignazio La Russa che, intervenendo all’evento “Spazio cultura”, promosso dai gruppi parlamentari di FdI a Firenze, ha detto che «io continuo a dire che “ci penso”, ma farò propaganda perché la gente se ne stia a casa». Apriti cielo, e fa niente che, in passato, anche Giorgio Napolitano disse che «se la Costituzione prevede che la non partecipazione della maggioranza degli aventi diritto è causa di nullità, non andare a votare è un modo di esprimersi sull’inconsistenza dell’iniziativa referendaria». Logica vuole che, dunque, di conseguenza, anche sostenere la posizione dell’astensionismo sia legittimo.
Crisi di nervi a sinistra per le parole di La Russa sui referendum
Non per la sinistra, che ha quell’idea tutta sua di democrazia e non perde occasione per dimostrarlo. «Il presidente del Senato La Russa, ha dichiarato che farà propaganda perché la gente resti a casa al Referendum. Non era mai accaduto che la seconda carica dello Stato facesse un appello di questo tipo», ha detto il deputato Pd, Arturo Scotto, sottolineando per non farsi mancare nulla che questo avviene «nel giorno tra l’altro in cui piangiamo la morte di Aldo Moro e di Peppino Impastato, due martiri della democrazia». «Siamo di fronte a un atteggiamento che non esito a definire eversivo», ha concluso Scotto.
Da «atto eversivo» a «dichiarazione di guerra alla Costituzione»: gara a chi la spara più grossa
Per Angelo Bonelli, poi, «il presidente del Senato che fa campagna per l’astensione è una dichiarazione di guerra alla Costituzione e alla nostra democrazia». Dichiarazione seguita dall’inossidabile richiesta di dimissioni. Secondo Magi, poi, dalle parole di La Russa emergerebbe «sempre di più la paura di questa destra per il voto popolare». Ma sempre Napolitano disse che «non si possono dare significati simbolici a un referendum. Ci si pronuncia su quesiti specifici che dovrebbero essere ben fondati. Non è questo il caso (allora era il referendum sulle trivelle, ndr)». D’altra parte, come ricordato qualche giorno fa da Forza Italia, Magi è un tantino «smemorato» anche rispetto a figure cui è stato molto vicino: anche Marco Pannella faceva campagna per l’astensione quando non condivideva i quesiti. «Perché non si tratta di elezioni politiche e amministrative», si legge in un post degli azzurri. Oltre a evincersi dalla Costituzione.