
Quorum addio
Referendum, Fumarola scarica definitivamente Landini: “Non andrò a votare, è una battaglia di retroguardia”
La leader del secondo sindacato italiana annuncia l'astensione su Jobs Act, cittadinanza e sicurezza sul lavoro. "Con questi quesiti si continua a guardare al futuro con lo specchietto retrovisore, ma il mondo è cambiato"
Problemi ovunque per la sinistra e la Cgil sul terreno minato del referendum. Alla chiamata alle armi per abolire il Jobs Act non risponde neppure il secondo sindacato italiano. Non è solo Elly Schlein a dover combattere con mezzo partito disobbediente, pronto a disertare le urne dell’8 e 9 giugno. A trovarsi schiacciato, con il quorum sempre più lontano, è anche Maurizio Landini. La segretaria della Cisl, Daniela Fumarola, lo scarica definitivamente. Lo aveva già preannunciato al congresso ligure della Cisl e in un’intervista al Foglio ma nelle ultime ore è tornata sul tema. Il diktat antigovernativo della Cgil senza se e senza ma non fa proseliti.
Referendum, Fumarola atterra Landini: non andrò a votare
La segretaria della Cisl, in una lunga intervista al Corriere della Sera, ha annunciato che non andrà a votare ai referendum dell’8 e 9 giugno: “No, ritengo che lo strumento dei referendum non sia adeguato a risolvere i problemi del lavoro”. Colpito e affondato il numero uno del sindacato rosso. La foto della conferenza stampa per il concertone del Primo maggio con Landini e Bombardieri è un ricordo lontano. “Con questi referendum – spiega Fumarola – si continua a guardare al futuro con lo specchietto retrovisore, ma il mondo del lavoro è cambiato e servono tutele nuove. Il referendum è sbagliato nel merito. E in ogni caso abrogando la disciplina dei licenziamenti sul contratto a tutele crescenti non si torna all’articolo 18 e al diritto al reintegro. Ma alla riforma Fornero che, tra l’altro, comporterebbe una riduzione dell’indennizzo da 36 a 24 mensilità. Insomma, una battaglia di retroguardia che non intercetta le criticità di oggi. Abbiamo il record di occupati, ma resta al palo la capacità di raggiungere alti salari”. La leader del sindacato di via Po snocciola punto per punto la sua posizione critica spiegando il motivo dell’astensione.
“Sono uno strumento inadatto, è una battaglia di retroguardia”
Non va meglio con il quesito sulla cittadinanza, per ottenere la quale il referendum propone la riduzione da 10 a 5 anni del requisito di residenza. Anche in questo caso per Fumarola il referendum non è lo strumento giusto. “Noi siamo per una riforma organica che coinvolga il Parlamento e le forze sociali a partire dall’introduzione dello ius scholae. E dell’accesso agevolato alla cittadinanza. Rischiamo che la polarizzazione politica di questa votazione riduca tutto alla logica di tifoseria”.
Sicurezza sul lavoro, l’apprezzamento per la disponibilità del governo
Per Landini, che infatti non commenta, è una bella tegola. Anche in tema di sicurezza sul lavoro, la segretaria della Cisl dice no al quesito riguardante responsabilità solidale delle imprese negli appalti, posto comunque il fatto che “bisogna assolutamente affrontare il tema”. Positivo invece il giudizio sul tavolo con in governo a Palazzo Chigi dello scorso giovedì. Grande – dice – è l’apprezzamento “per la disponibilità del governo a modificare le norme su appalti e subappalti di concerto con le parti sociali senza posizioni ideologiche”.