
Ucraina
Putin ai volenterosi: “Deficienti”. Zelensky: “Se non viene in Turchia, sanzioni pesanti”. Il pressing della Ue: ora la palla è a Mosca
A due giorni dal tavolo a Istanbul il Cremlino non scopre le carte. È giallo sulla partecipazione dello zar. Top secret anche la presenza di Donald Trump. Tajani: senza tavolo né cessate il fuoco l'Europa sarà costretta a infliggere nuove sanzioni
Mi si nota di più se vado o non vado? Vladimir Putin non ha ancora sciolto le riserve sulla squadra del Cremlino che giovedì sarà a Instabul per il tavolo con Kiev. Mosca annuncerà chi rappresenterà la Russia nei negoziati in Turchia – chiarisce il ministro degli Esteri Sergei Lavrov – “non appena Vladimir Putin riterrà necessario annunciarlo”. Alcuni media riferiscono che a guidare la delegazione dovrebbero essere proprio Lavrov e il consigliere del Cremlino Yuri Uskahov.
Putin contro i volenterosi: sono deficienti
Lo zar intanto è tornato a ruggire contro i leader europei che vogliono intensificare le sanzioni contro Mosca. “Coloro che vogliono male alla Russia sono pronti ad adottare nuove sanzioni anche a loro discapito, perché sono “deficienti”. Così Putin riferendosi alle “minacce” dei volenterosi. “Quindi dobbiamo tenerlo a mente, che potrebbero fare ciò di cui parlano pubblicamente, e, naturalmente, dobbiamo ridurre al minimo gli effetti negativi su di noi. È necessario capire cosa potrebbe accadere – ha aggiunto – ed è necessario essere preparati per qualsiasi azione dei nostri possibili futuri detrattori. Lo fanno a discapito di se stessi. Sembra che non potrebbero fare questo o altro, ma lo fanno, deficienti. Oh, chiedo scusa“.
Zelensky: se Putin si rifiuta di venire in Turchia non vuole la fine della guerra
Intanto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che ha confermato la sua presenza in Turchia, dove incontrerà anche il presidente Recep Tayyip Erdogan, e spera nella presenza di Donald Trump, chiede agli Stati Uniti di imporre a Mosca il “pacchetto di sanzioni più incisivo di sempre” se Putin respingerà la richiesta di un incontro in Turchia questa settimana. “Il rifiuto di Putin sarebbe un chiaro segnale che non vogliono e non hanno intenzione di porre fine alla guerra”. Kiev spera nel miracolo della Casa Bianca. “Non conosco la decisione del presidente degli Stati Uniti, ma in ogni caso, se confermasse la partecipazione, penso darebbe una spinta ulteriore all’arrivo di Putin”. Di sicura a Istanbul saranno presenti alti funzionari dell’amministrazione Trump ma l’eventuale presenza del presidente americano resta ancora un’incognita, legata all’eventuale arrivo in Turchia di Putin, alla quale in pochi sembrano credere.
Il pressing della Ue: ora la palla è nella mani di Mosca
Da Bruxelles continua il pressing sul Cremlino che si rifiuta di dare una risposta chiara sul cessate il fuoco, richiesta con forza ieri anche dalla premier Meloni. “Abbiamo visto che Vladimir Putin non è affidabile, contano più i fatti delle parole. Domenica notte oltre 100 droni hanno sorvolato l’Ucraina, uccidendo ancora una volta civili innocenti. Ora abbiamo un cessate il fuoco incondizionato a cui Volodymyr Zelensky ha acconsentito, con l’Ucraina che resta forte grazie al nostro sostegno. La palla è nel campo della Russia“. Così una portavoce della Commissione europea durante il briefing giornaliero con la stampa. Il presidente russo “sarà probabilmente rimasto sorpreso dalla disponibilità del presidente Zelensky a incontrarlo di persona. Ora attendiamo di vedere se anche il presidente Putin sarà pronto a incontrarlo giovedì”, aggiunge un’altra portavoce.
Tajani: senza tavolo né cessate il fuoco nuove sanzioni
Il segretario generale della Nato, Mark Rutte, in visita ad Ankara (“ottimo incontro”con Erdogan) ha parlato di una “reale finestra di opportunità per fare progressi verso la pace”. Dall’Italia anche Antonio Tajani ribadisce la linea. “Se non si fa né il cessate il fuoco né ci siede attorno a un tavolo è ovvio che saremo costretti ad infliggere altre sanzioni a livello europeo. Ora la responsabilità di tutto è nelle mani di Mosca. Gli americani hanno fatto delle proposte e gli ucraini hanno dimostrato la volontà di accettarle”.