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Pd in rosso, a Bologna e provincia chiudono 25 sezioni. Serrande giù anche per il circolo che fu di Prodi e Schlein

Debiti per 4 milioni

Pd in rosso, a Bologna e provincia chiudono 25 sezioni. Serrande giù anche per il circolo che fu di Prodi e Schlein

Politica - di Stefania Campitelli - 13 Maggio 2025 alle 17:52

Lo chiamano “piano di riorganizzazione” ma l’effetto simbolico e di immagine è devastante. Per colpa di quattro milioni di debiti ereditati dal 2007 (anno di passaggio dai Ds al Pd) tra Bologna e provincia chiuderanno 25 sedi del Partito democratico. La notizia che serpeggia da giorni è ufficiale. La segretaria provinciale dem Federica Mazzoni ha consegnato la lista ufficiale a Fondazione 2000 e Immobiliare Porta Castello, proprietarie degli immobili.

Emorragia rossa, a Bologna e provincia chiudono 25 circoli

Un brutto colpo per il partito di Elly che in Emilia ha la sua storica roccaforte. Tra i circoli che salteranno a Bologna anche quello intitolato a Giuseppe Dossetti, in via Gaspari, e il civico di via Orfeo frequentato negli anni d’oro dall’ex premier Romano Prodi e da Elly Schlein. I militanti sono sul piede di guerra, “da lì non ci muoviamo”, mentre il tesoriere nazionale Michele Fina spegne l’incendio. “Non siamo mai stati così bene in termini di iscritti e di risorse”, dice all‘Huffpost, “abbiamo avviato una campagna di riordino che non penalizza la partecipazione. I circoli stanno aumentando e nello stesso tempo chiudiamo una vertenza storica con i partiti fondatori”. Insomma prova a metterci una pezza spiegando il fattaccio.

Il tesoriere minimizza: chiusa un vertenza storica

“Quando nasce il Pd, nel 2007, si realizza la fusione politica ma non quella per così dire materiale. Il Pd nasce a tutti gli effetti come un nuovo partito, mentre Ds e Margherita gli sopravvivono dal punto di vista materiale”, ricostruisce il tesoriere. La storica sede del Pd di largo del Nazareno, per esempio, è stata pagata in affitto dalla  Margherita e poi dagli Scolopi. “Nel frattempo nascono settanta fondazioni locali che gestiscono il patrimonio degli ex Ds e per tutte il punto di riferimento è Ugo Sposetti, l’ultimo tesoriere del partito. Il Pd, quindi, prende in affitto questi circoli dalle varie fondazioni post-Ds anziché diventarne proprietario. Un vero paradosso”.

Dal 2007 quattro milioni di debiti

Un’anomalia che porta all’accumulo di 4 milioni di debiti solo a Bologna. Oggi arriva il redde rationem che non fa bene ai compagni militanti e alla base che già mal-sopporta la segreteria nazionake. “In ogni caso – minimizza il tesoriere – non abbiamo chiuso nessun circolo. Abbiamo chiuso delle sedi e stiamo trovando alternative per tutti i circoli. In cambio stiamo aprendo nuove sezioni o consolidando situazioni in bilico”.

Sarà tutto vero ma al termine di tre mesi di lavoro il bilancio è spietato: il partito ha deciso di salvare soltanto 8 delle 33 sedi aperte. I contraccolpi maggiori riguardano la provincia bolognese. Se la città infatti si prepara a dire addio a 3 sedi su una sessantina,  a Castiglione dei Pepoli e a Lizzano in Belvedere verranno chiuse le uniche esistenti. A Galliera addio a via del Parco, a Pianoro quelle di Botteghino di Zocca e via Andrea Costa. Chiusure a Sant’Agata Bolognese, Pieve di Cento, Monterenzio, Zola Predosa, Crespellano, Castel D’Aiano e Valsamoggia.

Mazzoni: il partito deve focalizzarsi sulla politica

In un video pubblicato sui social anche Federica Mazzoni spiega che i problemi ereditati arrivavano “da lontano” ed erano ormai diventati insostenibili. “Il partito non può concentrarsi solo su debiti e bollette, ma deve focalizzarsi sugli obiettivi politici”. La ferita brucia. Solo qualcuno, come i dem della Casetta Rossa di via Mario Bastia, a due passi dallo stadio, si accontenta. Il circolo potrà resistere fin dopo l’estate, poi si vedrà. Risparmiati dalla falce i militanti di Marzabotto. Sarebbe stato troppo.

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di Stefania Campitelli - 13 Maggio 2025