
In nome della sovranità
Patto pandemico Oms, l’Italia dice no al centralismo sanitario. Lisei: “La libertà non si commissaria, serve un mandato popolare”
"Giusto astenersi: le misure che incidono sulle libertà personali devono restare agli Stati e passare dal voto parlamentare. Ci siamo battuti affinché la bozza fosse modificata. Il testo ora, anche grazie agli interventi dell’Italia, è migliorato, ma ancora non a sufficienza". Così il presidente della Commissione Covid del Senato zittisce le isterie della sinistra
L’Italia non vota, e non è un segnale di debolezza. Si astiene, e lo fa in nome della sovranità. Mentre l’Assemblea mondiale della sanità approva per acclamazione il primo accordo globale dell’OMS sulle pandemie, nel Palazzo delle Nazioni di Ginevra — fra cravatte annodate con zelo multilateralista e mascherine indossate per nostalgia — il nostro Paese si sfila.
La posizione di Fratelli d’Italia sul patto Oms
Fratelli d’Italia rivendica il merito. Marco Lisei, presidente della Commissione Covid del Senato, rompe il coro delle lodi: «Bene la scelta dell’Italia di astenersi dal voto sull’approvazione dell’Accordo pandemico. L’Italia, anche sul fronte delle strategie di profilassi sanitaria, è finalmente tornata a svolgere un ruolo non più da gregaria ma da protagonista nel consesso internazionale e tale episodio lo dimostra».
Lisei: “Le decisioni spettano ai singoli Stati nazionali”
In altri tempi, bastava un foglio bollato da Ginevra o dalla Commissione europea per mettere in lockdown un Paese. Oggi non più. Nella bozza originaria dell’accordo si parlava di strumenti restrittivi, di misure sovranazionali imposte per decreto da un’agenzia sanitaria che non risponde a nessun parlamento.
«Ci siamo battuti affinché la bozza fosse modificata — rivendica il senatore —. I riferimenti a lockdown e ad altre politiche restrittive sono stati rimossi, giacché le decisioni su strumenti che incidono pesantemente sulle libertà personali devono essere lasciate ai singoli Stati. E aggiungo: diversamente da quanto avvenuto in Italia durante il Covid, dovrebbero passare dal voto parlamentare».
Il Parlamento torna centrale
Un richiamo non casuale. Perché se oggi il Parlamento torna ad alzare la testa, è anche per evitare che si ripetano i giorni in cui l’aula legislativa era ridotta a studio televisivo per lanciare i bollettini e norme già scritti altrove. Lisei non nasconde che «il testo ora, anche grazie agli interventi dell’Italia, è migliorato, ma ancora non a sufficienza. È stato giusto astenersi, anche in vista dei prossimi appuntamenti e negoziati».
Sovranità e libertà costituzionali
Il nodo del contendere è tutto lì: l’equilibrio fra tutela sanitaria e libertà costituzionali. Fratelli d’Italia lo dice senza ricorrere al consueto cerimoniale lessicale del politicamente corretto: «L’obiettivo italiano è giungere a un accordo che tuteli la sovranità degli Stati e possa conciliare i provvedimenti sanitari con le libertà costituzionalmente garantite».
La sinistra irritata
Un discorso che tuttavia non tutti apprezzano. L’opposizione italiana, come da copione, non ha tardato a bollare l’astensione come «genuflessione a Donald Trump», «propaganda antiscientifica», «provincialismo». Ma ciò che infastidisce davvero certi ambienti è il ritorno di un’Italia che non si inginocchia al verbo dell’Organizzazione mondiale della sanità.
Due visioni opposte
E mentre l’Oms esulta per un «accordo storico» — «una vittoria per la salute pubblica, la scienza e l’azione multilaterale», secondo il direttore Tedros Adhanom Ghebreyesus — qualcun altro, come Robert F. Kennedy Jr., dà il segnale opposto: ritiro degli Stati Uniti dall’Oms e invito ai Paesi «che la pensano allo stesso modo» a unirsi. «Prendete il nostro ritiro come un campanello d’allarme», ha detto Kennedy, parlando all’Assemblea.