
Papa Leone XIV, un amico rivela: se c’era da scherzare non si tirava indietro. Mimavamo Aldo, Giovanni e Giacomo nella gag dei bulgari”
L'agostiniano Francesco Maria Giuliani racconta Papa Leone XIV al microfono di Fabio Marchese Ragona. E quello che emerge è un ritratto inedito del Santo Padre stilato, al di là delle agiografie di rito e delle analisi istituzionali, da chi ha avuto la fortuna di conoscerlo
Le prime pennellate sul ritratto di Papa Leone XIV, tracciate con la delicatezza e la competenza di un testimone privilegiato come l’agostiniano Francesco Maria Giuliani ai microfoni di Fabio Marchese Ragona, restituiscono l’immagine di un Pontefice che sorprende per la sua autonomia e indipendenza. Lungi dall’essere un sovrano che si lascia accudire, Leone XIV emerge come un uomo concreto, radicato in una quotidianità sorprendentemente “normale” per la sua alta carica.
Un Leone XIV “fai da te”
«Non si fa accudire. Nella vita quotidiana, si arrangia da sé» dal momento che «non ama essere servito». Parole che rompono gli schemi e avvicinano la figura del Pontefice all’esperienza comune. Un dettaglio, quello della sua passione per la guida («gli piace molto guidare e si rilassa guidando»), che non è solo un aneddoto curioso, ma che rivela un’indole pragmatica e un desiderio di mantenere un contatto diretto con la realtà, senza filtri o intermediazioni. In un mondo spesso dominato dall’apparenza e dal cerimoniale, questa semplicità disarmante delinea un profilo di leadership inatteso e potenzialmente rivoluzionario.
E il vento di collegialità soffia sul Vaticano
Ma l’analisi di Giuliani non si ferma alla sfera privata. Le sue riflessioni sul possibile impatto di Leone XIV a livello politico aprono scenari di profonda trasformazione per la Chiesa. L’accenno al carisma di comunione proprio dell’ordine agostiniano e il riferimento esplicito alla sinodalità nel suo discorso inaugurale non lasciano spazio a dubbi: il nuovo Pontefice sembra intenzionato a promuovere una Chiesa più corale. Dove la collegialità non sia solo un principio teorico, ma una prassi concreta e condivisa.
Papa Leone XIV e la prospettiva di una Chiesa sinodale
«È una persona molto di comunione… Sono sicuro che porterà avanti il discorso di Chiesa non solo collegiale, ma sinodale, che è ben di più» – recita l’affermazione che risuona con le attese di quanti auspicano un rinnovamento delle dinamiche interne alla Chiesa, un maggiore coinvolgimento delle diverse voci e sensibilità che la compongono. In un’epoca segnata da divisioni e individualismi, la prospettiva di una Chiesa sinodale, capace di ascolto e di discernimento comunitario, rappresenta un segnale di speranza e un potenziale motore di unità.
L’amico di Prevost: «Con lui scherzavo mimando Aldo, Giovanni e Giacomo»
E poi, a stemperare la serietà del ruolo e la profondità delle implicazioni politiche, ecco affiorare l’umanità del Pontefice attraverso aneddoti leggeri e inaspettati. «È una persona equilibrata, moderata, un canonista e quindi serio. Ma quando c’era da scherzare non si tira indietro… Abbiamo mimato Aldo, Giovanni e Giacomo insieme. Ha presente la gag dei bulgari? Facevamo quel gesto». Un siparietto che demolisce ogni aura di sacralità distante, restituendo l’immagine di un uomo capace di ironia e di condivisione, un pastore vicino al suo gregge anche nei momenti di svago.
Un papa poliedrico e un pontificato all’insegna della concretezza
Questo racconto a più voci di Francesco Maria Giuliani ci consegna un Leone XIV poliedrico: autonomo e pratico nella vita di tutti i giorni, potenzialmente innovatore nella guida della Chiesa, ma anche capace di leggerezza e di umorismo. Un ritratto che, pur nelle sue prime battute, suggerisce un pontificato all’insegna della concretezza, della collegialità e di un’umanità che non teme di mostrarsi in tutta la sua ricchezza. E il vento del cambiamento, sussurrato dalle parole di un agostiniano, sembra già soffiare tra le mura vaticane…