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“Operazione parrucchiere” a Montecitorio

Il caso

“Operazione messa in piega” a Montecitorio: verso un parrucchiere da donna per la parità di genere. Ma le deputate sono scettiche

Ora alla Camera oggi c'è solo il barbiere da uomo. L'idea sarebbe nata da una richiesta bipartisan, ma è un giallo: le parlamentari che ne parlano mantengono una certa freddezza

Politica - di Federica Parbuoni - 8 Maggio 2025 alle 18:19

La parità di genere a Montecitorio passa anche per la messa in piega: secondo quanto trapelato, la Camera si appresterebbe ad aprire un parrucchiere per donna in modo da riequilibrare i servizi offerti a deputati e assistenti, che a differenza delle colleghe possono giovarsi di un servizio completo di barbiere. Il tema è di quelli che suscitano indubbiamente una certa curiosità, anche se le deputate tendono a mostrare indifferenza. Aprendo in questo modo anche un piccolo giallo: a quanto pare l’iniziativa presentata dai deputati questori al presidente della Camera, Lorenzo Fontana, sarebbe stata sollecitata trasversalmente da qualche collega, ma nessuna poi sembra pronta a intestarsela.

Un parrucchiere a Montecitorio in nome della parità di genere

È stato Il Foglio a rivelare l’intenzione di aprire il servizio di barberia di Montecitorio anche alle donne, allargando lo spettro delle possibilità offerte finora. Mentre per gli uomini è possibile accedere al pelo, contropelo e servizi accessori completi, le signore possono ottenere solo una messa in piega. Niente taglio, niente colore, niente meches.

Il sì di Fontana, purché non ci siano spese aggiuntive

Fontana ha detto sì, a patto che non aumentino i costi per le casse della Camera, mentre sono le dirette interessate a mostrare un certo scetticismo. Le deputate sono anche d’accordo sul fatto che c’è qualcosa di incoerente nel fatto a due passi dall’Aula, dove si fanno ogni giorno iniziative e leggi per sostenere le pari opportunità e i diritti delle donne, ci sia una barberia riservata ai soli uomini. Ma in linea di massima non mostrano particolare entusiasmo per la prossima apertura del coiffeur. Anzi.

Dalle deputate una certa freddezza sull’iniziativa

Per l’azzurra Rita Dalla Chiesa, che tra le deputate sentite dall’agenzia di stampa Adnkronos appare quella più soddisfatta, «sarebbe ora». «Abbiamo sempre pensato che fosse profondamente ingiusto avere solo il barbiere e non il parrucchiere», ha detto, raccontando di pareri scambiati con altre parlamentari. «Tra l’altro – ha aggiunto – per rispetto ai cittadini di cui siamo rappresentanti, esiste un dress code a Montecitorio, dobbiamo, come dire, sempre essere in ordine alla Camera, e questo ci aiuta davvero, visto che non abbiamo certo il tempo di andare ogni settimana dal parrucchiere».

Mara Carfagna, deputata di Noi Moderati, si è limitata a dire di non essere interessata a chi potrebbe fare tagli, colore e pieghe ai suoi capelli. La leghista Laura Ravetto, responsabile delle Pari opportunità per il partito di Matteo Salvini, si è detta «assolutamente contraria: la Camera non è un beauty salon». «I miei capelli in questo momento sono l’ultimo dei miei pensieri, anzi direi che ho un pensiero per ogni capello», ha scherzato poi la deputata e vicecapogruppo di FdI Augusta Montaruli. «Bene il principio, le pari opportunità, ma credo che abbiamo tutte il nostro parrucchiere di riferimento, per cui mi pare una cosa un po’ ridicola», ha commentato la senatrice Michaela Biancofiore, presidente del gruppo Civici d’Italia, Nm, Udc, Maie. «Almeno non sia un servizio a prezzi calmierati, visto che taglio e messa in piega ce li possiamo ampiamente permettere», ha aggiunto, toccando una vecchia questione che fu sollevata anche intorno al barbiere, quando il M5S lanciò una battaglia campale anticasta proprio su quel servizio.

Cosa resta della crociata anti-casta contro le barberie parlamentari

In queste ore in cui si torna a parlare di tagli, shampoo e listini prezzi l’ha ricordato la senatrice pentastellata Alessandra Maiorino, vicecapogruppo a Palazzo Madama: «Noi abbiamo smantellato anche la barberia da lungo tempo qui in Senato, non pensavo che Fontana fosse più sontuoso di La Russa…», ha detto, sollevando anche su questo tema una polemica inutile e fuori bersaglio. Ciò detto, se proprio si vuole ricordate la sforbiciata alle forbici, va anche sottolineato che quella crociata anti-casta, a cui a Montecitorio diede seguito l’allora presidente Laura Boldrini, non ebbe alcun effetto sui conti della Camera, mentre ne ha avuti suoi lavoratori della Camera: gli addetti barbieri con il tempo sono passati da cinque a due, tre sono stati riassorbiti con altre funzioni, i due rimasti sono «costretti oggi a turni impossibili» e a un boccone nel retrobottega all’ora di pranzo per evitare di perdere i clienti.

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di Federica Parbuoni - 8 Maggio 2025