
Non ha avvertito la polizia
Omesse denunce dei pestaggi a scuola: indagata la preside, ex assessore di Rifondazione a Ravenna
La dirigente del Polo Tecnico Professionale di Lugo, in provincia di Ravenna, Electra Stamboulis, è stata raggiunta da un avviso di conclusione indagine per omissione di denuncia per via di alcuni episodi avvenuti nel plesso scolastico romagnolo tra il 2024 e il 2025 per i quali avrebbe optato per una soluzione interna senza avvisare le forze dell’ordine.
Sul caso del ragazzino italiano massacrato a scuola dai suoi compagni, indagata la preside che per le accuse avrebbe coperto le violenze a scuola. pic.twitter.com/0MSTGJN621
— CriminImmigr*ti (@CriminImmigratl) May 4, 2025
Si tratta – come riportato dai due quotidiani locali il Resto del Carlino e Corriere di Romagna – di deturpamenti, imbrattamenti, danneggiamenti di muri, vandalismi, risse tra ragazzi e interruzioni di pubblico servizio legate ad allarmi fatti di proposto squillare durante le lezioni: reati procedibili d’ufficio e che dunque la preside avrebbe – per l’accusa – dovuto denunciare. Vale anche per l’ultimo, più eclatante, episodio: quello di un 16enne pestato a marzo in cortile da altri compagni al culmine di una lite con un compagno e filmato con un cellulare (la competenza per accertare le responsabilità dei presenti, è della Procura dei Minorenni di Bologna).
La polizia ha raccolto oltre 20 testimonianze
In questo caso il padre del giovane ha pure denunciato la preside per via di una informazione sul figlio da lei pubblicata in un post su Facebook: per questo la dirigente di recente è stata raggiunta da un avviso di garanzia per diffamazione aggravata. Nel complesso i poliziotti del Commissariato di Lugo, coordinati dal Pm Francesco Coco, hanno raccolto una ventina di testimonianze perlopiù di docenti su situazioni legate a possibili omesse denunce per fatti accaduti a scuola. Da parte sua l’Ufficio scolastico regionale ha già disposto un accertamento ispettivo. Al Carlino l’indagata, difesa dall’avvocato Paola Converti, ha riferito di avere “la massima fiducia nell’autorità giudiziaria e in questo contesto è opportuno che le mie osservazioni avvengano unicamente nelle sedi istituzionali competenti”.
Chi è Electra Stamboulis
Dirigente scolastica, curatrice d’arte e scrittrice. Come rende noto nel suo curriculum Electra Stamboulis è “figlia di esiliati politici greci, è nata a Bologna nel 1969. Attiva sin da adolescente nella Federazione gioventù comunista italiana, ne esce con la sua soppressione nel 1992. Membro dell’Associazione per la pace, diventa la più giovane componente del consiglio nazionale alla fine degli anni ‘80.
Eletta consigliera alla Facoltà di Lettere di Roma “La Sapienza” nel 1989, partecipa al movimento della Pantera, coordina le attività in particolare di Lettere Classiche e rappresenta gli studenti dell’ateneo romano nel dialogo istituzionale. La sua attività politica da quel momento in poi è dentro i movimenti nonviolenti e nel movimento femminista. Partecipa al gruppo delle Donne in Nero di Ravenna, e prende parte a diverse manifestazioni internazionali organizzate da questo movimento.
Nel 2008 è stata assessore Istruzione e politiche internazionali per il Comune di Ravenna, incarico che terrà fino alla fine del mandato della prima giunta del sindaco Matteucci. Con la scissione di Rifondazione Comunista, si iscrive a Sinistra Ecologia e Libertà fino al 2013.
La versione della preside dell’istituto di Lugo (Ravenna)
«Mi sento lesa nella dignità personale e professionale – ha scritto sui social nei giorni scorsi la preside dell’istituto in provincia di Ravenna – Penso però ai ragazzi coinvolti nell’episodio in cortile: come possono stare? Giudicati, etichettati, “puniteli senza esitare, buttateli fuori da scuola” dicono i giudici da tastiera. Hanno 14,15,16 anni. Sono minori, ragazzini. E se qualcuno vivesse male questo pubblico giudizio e facesse un gesto estremo? Pensiamo che il bullismo sia solo quello tra ragazzi? Noi stiamo ricostruendo i fatti con cura, ascoltando i testimoni, oltre agli attori coinvolti». E poi ancora: «Come sempre facciamo, ci saranno le sanzioni disciplinari, che prevedono in questi casi il diritto alla audizione dei ragazzi. […] La scuola è uno spazio democratico e non è un tribunale. Invierò, come facciamo sempre in questi casi, la relazione con le testimonianze al procuratore, che poi vaglierà nelle sue indagini se e in che misura c’è un reato. Noi – conclude la preside ed ex assessore rosso a Ravenna- non siamo giudici, siamo educatori».