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Simion Romania Europa

La destra avanza

Non ha vinto, ma ha scosso un Paese: l’ascesa di Simion segna l’inizio di una nuova stagione politica in Romania

Fidanza: «Una prova di coraggio e amore per la democrazia». Giordano: «Ha imposto una nuova idea di Romania, contro tutti».

Europa - di Alice Carrazza - 19 Maggio 2025 alle 14:15

In una domenica elettorale che ha attraversato l’Europa come una corrente sotterranea, la Romania ha scritto una pagina politica destinata a pesare ben oltre i numeri ufficiali. Perché, a volte, non è l’esito finale a fare la storia, ma la forza del cambiamento che riesce a innescare.

Romania: quel 45% che scuote il sistema

Nicușor Dan, sindaco indipendente di Bucarest, ha vinto il ballottaggio presidenziale con il 53,6% dei voti (6.168.642 preferenze), contro il 46,4% (5.339.053 voti) ottenuto da George Simion, leader dell’Alleanza per l’unione dei rumeni (Aur). Numeri che, sulla carta, parlano di una sconfitta per la destra nazional-conservatrice. Ma leggerli così sarebbe un errore madornale.

Simion, infatti, ha sfiorato il 50% partendo da un modesto 14% alle europee di appena un anno fa. Un’ascesa impetuosa, costruita sul malcontento e sull’identità, che ha trasformato Aur nel primo partito tra i romeni all’estero, con picchi impressionanti: in Italia ha toccato il 66%. Segno che la diaspora non ha dimenticato le radici e chiede a gran voce una Romania sovrana, identitaria, più fedele al cuore che alle burocrazie di Bruxelles.

Fidanza: “È solo l’inizio delle sfide che ci attendono”

Carlo Fidanza, capo delegazione di Fratelli d’Italia al Parlamento europeo, ha definito la corsa presidenziale di George Simion «una grande prova di coraggio e di amore per la propria terra e per la democrazia». E ha aggiunto: «Il “tutti contro uno” questa volta ha avuto la meglio, ma sono certo che siamo solo all’inizio di una stagione di successi».

Giordano: “Simion ha conquistato rispetto”

Sulla stessa linea Antonio Giordano, deputato e segretario generale di Ecr Party, che ha evidenziato come Simion abbia saputo sfidare strutture politiche radicate, costruendo dal basso una leadership capace di raccogliere consenso: «Non ha vinto le elezioni, ma ha conquistato rispetto e imposto una nuova idea di Romania».

“Simion il presidente dei rumeni all’estero”

«I rumeni all’estero hanno il loro presidente, e si chiama George Simion» – ha dichiarato Eugen Terteleac, presidente dell’associazione dei rumeni in Italia – «È sempre stato al loro fianco, ha combattuto per i loro diritti e ha condotto una campagna straordinaria, rivolta all’intera diaspora. In Italia, Francia, Germania ha incontrato rappresentanti istituzionali, presentando con chiarezza idee e progetti, non solo per i connazionali all’estero, ma per un’Europa più forte e coesa».

Europa: la destra avanza, il sistema vacilla

Ma la Romania non è un’eccezione. È l’ennesimo tassello di una mappa europea che si sta ridisegnando. In Portogallo, il partito di centrodestra del ministro uscente Luís Montenegro ha vinto le elezioni anticipate con il 32,1% dei voti. Ma il dato più eclatante è il 22,6% conquistato da Chega, la destra alternativa di André Ventura, che pareggia con i socialisti e infrange ogni precedente record.
In Polonia, il centrista Rafał Trzaskowski ha guidato il primo turno delle presidenziali con il 31,1%, tallonato dal nazionalista Karol Nawrocki al 29,1%. Si andrà al ballottaggio il 1° giugno, ma anche qui il messaggio è chiaro: la destra conservatrice non è più uno spauracchio. È una realtà politica radicata, capace di mobilitare consenso e dettare l’agenda.

Un nuovo inizio (che non sarà breve)

In tutte le sue declinazioni, la destra europea non è più un fenomeno isolato. È una corrente che guadagna forza, consenso e centralità. «Ora — ha affermato Giordano — di nuovo al lavoro per dimostrare che l’alternativa esiste davvero».

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di Alice Carrazza - 19 Maggio 2025