
Primo bilancio
Migranti: rimpatriati dall’Albania trenta criminali, tra stupratori e pedofili. La soddisfazione di Piantedosi
Inizia a decollare il piano-Albania per il rimpatrio dei migranti, trasferiti dall’Italia e poi rispediti nelle nazioni d’origine. Dopo i primi ostacoli creati dai giudici, con sentenze a dir poco discutibili, il progetto di “triangolazione” sta iniziando a funzionale a regime, come ha annuciato il ministro degli Interni Matteo Piantedosi.
Migranti, decolla il progetto del Cpr in Albania
“Siamo in sede di conversione del decreto legge che riguarda il Cpr dell’Albania. Al netto delle persone liberate dal trattenimento sono 30 le persone che siamo riusciti a rimpatriare. Questi sono i primi giorni ma intendiamo dare uno slancio per dare funzionalità”, ha detto il ministro intervenendo al Festival dell’economia di Trento. “E non corrisponde al vero che noi portiamo lì migranti che abbiano solo la colpa di versare in una condizione di irregolarità amministrativa, non è così. Abbiamo rimpatriato persone che uscivano da un percorso carcerario di diversi anni per reati gravi, anche di violenza carnale, pedopornografia e quant’altro. Quindi restringiamo in questi centri solo persone che hanno pericolosità sociale. Il centro assicurerà una funzionalità molto importante e siamo in attesa, nei prossimi mesi, della decisione della Corte di giustizia europea e delle regole europee sulla materia a giugno 2026 per poter utilizzare anche il resto della struttura”, ha proseguito Piantedosi.
La linea italiana dei trasferimenti in paesi extraeuropei sembra aver convinto tutti, a Bruxelles. “Sui migranti c’è un grande interesse in Europa rispetto a quello che sta facendo il governo italiano, a livello di metodo ed operativo, governo che non ha mai sottratto soccorso a nessuno”, ha aggiunto Piantedosi. Il fronte che più preoccupa il governo, al momento, è quello della Libia. “Soprattutto la parte Tripolitania, che sta avendo proprio in questi giorni fenomeni di instabilità che speriamo quanto prima si riconducano a normalità, è la nostra preoccupazione. La Libia, per noi, è un Paese di grande importanza, è un Paese su cui l’Italia si affaccia. La stabilità del quadro politico, sociale ed istituzionale di quel Paese non può non interessarci e si riflette sulla preoccupazione della ripresa di flussi migratori importanti, già in queste settimane abbiamo avuto qualche ripresa delle partenze da quel Paese”.