
Altro che retorica
Migranti, l’operazione verità della polizia di frontiera parla chiaro: il 90% delle richieste d’asilo in Italia sono false
Al convegno "Accoglienza e sicurezza. Un equilibrio possibile?", organizzato dal sindacato di polizia Coisp, riscontri e cifre su flussi e domande di protezione internazionale e la sconcertante denuncia
Migranti, la denuncia della polizia di frontiera (e i dati e le cifre che la argomentano e giustificano) parla chiaro: «Più del 90% delle domande di asilo effettuate nel nostro Paese sono pretestuose». E allora riavvolgiamo il nastro per un attimo: e torniamo ad appena due giorni fa quando, con una proposta legislativa che rivede le condizioni per applicare il concetto di Paese terzo sicuro, Bruxelles ha promosso e ratificato ancora una volta la linea d’azione Giorgia Meloni su asili e rimpatri. Un cambio di passo della Ue che segna una vittoria politica per Palazzo Chigi, dopo anni di buonismo inconcludente.
Migranti, Galzerano: «Il 90% delle richieste d’asilo in Italia sono pretestuose»
Ebbene oggi, a convalidare ulteriormente impostazione e ottica procedurale di un orientamento condiviso anche sul fronte della sicurezza interna, arrivano le parole – e soprattutto i numeri – del direttore centrale dell’immigrazione e della polizia delle frontiere, Claudio Galzerano, che al convegno Accoglienza e sicurezza. Un equilibrio possibile?, organizzato dal sindacato di polizia Coisp, ha dichiarato con nettezza: «Oltre il 90% delle domande d’asilo presentate in Italia sono pretestuose».
Dichiarazioni e cifre che parlano chiaro
Non usa mezzi termini o inutili perifrasi Claudio Galzerano. Una dichiarazione forte, la sua, supportata da riscontri operativi e dati numerici, che accende i riflettori su una questione cruciale per la tenuta del sistema migratorio e della sicurezza nazionale. E allora, Galzerano ha tracciato un quadro netto della situazione: «Se arriva un migrante economico con una domanda pretestuosa, lo Stato ha tutto il diritto di esaminarla in tempi rapidi».
Migranti e richieste d’asilo: la procedura
E ancora: «Deve essere stabilito se ci siano le condizioni per il riconoscimento della protezione internazionale. E durante questo tempo, il richiedente deve rimanere a disposizione dell’autorità di pubblica sicurezza in una zona assegnata».
Diritto a restare o rimpatrio
Quindi, prosegue Galzerano, «decorso un mese si deve decidere: diritto di restare o rimpatrio. E i dati ci dicono che più del 90% delle domande di asilo effettuate nel nostro Paese sono pretestuose».Una linea chiara, quella illustrata dal dirigente, che punta su un’accelerazione delle procedure e su un maggior controllo del territorio. Il messaggio è inequivocabile: «Non possiamo permetterci che il sistema dell’asilo venga strumentalizzato».
Migranti e richieste d’asilo, i rimpatri aumentati del 25%
Non solo. L’intervento di Galzerano non si è limitato alla denuncia. Nel suo intervento al convegno, infatti, il dirigente ha voluto anche sottolineare i risultati raggiunti sul fronte dei rimpatri: «Abbiamo migliorato moltissimo la situazione, con l’aiuto delle questure. Attraverso l’operazione Osp – un modello mutuato dal contrasto al terrorismo – abbiamo aumentato i rimpatri del 25%. È una grande operazione di sistema che coinvolge tutti: questori, colleghi degli uffici immigrazione, la polizia di Stato. È il sistema Italia che sta reagendo».
Accoglienza e sicurezza: il ruolo centrale delle forze dell’ordine
In ultimo, tra rimandi e sinergie in atto, il direttore direttore centrale dell’immigrazione e della polizia delle frontiere ha tenuto a ribadire l’importanza del ruolo delle forze dell’ordine: «Rimetterei la polizia di Stato al centro. Sono loro i veri protagonisti sul campo. Gli operatori che ogni giorno fronteggiano una situazione sempre più complessa, in prima linea per garantire sicurezza e rispetto delle regole».
Un equilibrio possibile
Un equilibrio, ha concluso Galzerano, che deve partire dal rispetto delle leggi. Dal buon senso. E dalla capacità dello Stato di esercitare pienamente la propria autorità. Parole che confermano una verità sotto gli occhi di tutti: l’accoglienza non può più essere gestita all’insegna della retorica, ma richiede scelte coraggiose, equilibrio e, soprattutto, rispetto delle regole.