
La telefonata
Meloni sente Trump: lavoriamo per un nuovo turno di negoziati per l’Ucraina
“In questi giorni siamo costantemente in contatto con diversi leader a livello europeo e americano. Ho sentito qualche ora fa Trump l’ultima volta, lavoriamo per avviare un nuovo turno di negoziati”. Lo ha detto la premier Giorgia Meloni dopo l’incontro con Mette Frederiksen, primo ministro di Danimarca, a Palazzo Chigi.
Si è parlato quindi anche di guerra in Ucraina tra i temi principali affrontati dalla premier dalla sua omologa danese Mette Frederiksen nell’incontro di giovedì 22 maggio a Roma. “La Danimarca – ha detto Meloni – è una Nazione nel nord Europa, dove storicamente la percezione della minaccia russa è particolarmente avvertita; l’Italia invece è una Nazione dell’Europa mediterranea, da noi si percepisce di più l’effetto domino che il conflitto in Ucraina sta producendo sulla stabilità complessiva che coinvolge anche il Mediterraneo, l’Africa e anche il Medio Oriente, ma dimostra che i nostri destini sono fortemente interconnessi”.
Telefonata Meloni Trump: preziosa la disponibilità del Vaticano
“Non abbiamo visto alcun passo in avanti concreto da parte russa al momento” per quanto riguarda la pace, “e credo che valga la pena ricordarlo anche per smontare una certa narrativa secondo la quale invece i russi sarebbero stati disponibili alla pace”, ha detto la premier Giorgia Meloni, durante le dichiarazioni alla stampa con il primo ministro danese Mette Frederiksen. “Credo che la prima cosa che dobbiamo fare – ha detto – è ringraziare il presidente Volodymyr Zelensky e il governo ucraino per aver dimostrato con chiarezza, anche e soprattutto in queste settimane, la sua sincera volontà di perseguire la pace, aderendo immediatamente a una richiesta di cessata del fuoco e a una disponibilità di negoziati anche ad alto livello”.
La presidente del Consiglio ha chiarito di essere “in questi giorni costantemente in contatto con diversi leader europei e appunto con il presidente degli Stati Uniti che ho sentito l’ultima volta qualche ora fa stiamo lavorando con l’obiettivo di avviare un nuovo turno di negoziati facendo ciascuno la sua parte. Mi pare che l’Ucraina stia facendo molto la sua parte”.
Svizzera o Turchia possibile sede dei negoziati tecnici
“Penso che sia molto preziosa la disponibilità che il Vaticano, e particolarmente il Pontefice che ho sentito martedì scorso, ha dato. Intanto bisogna prima verificare la disponibilità degli attori e poi la praticabilità. Penso che al di là delle date e dei luoghi, la priorità alla quale noi dobbiamo arrivare è che ci siano negoziati seri, che ci siano dei negoziati nei quali diciamo gli interlocutori vogliano tutti manifestare una loro disponibilità e voglia di fare dei passi avanti. Questo è il centro del lavoro che noi dobbiamo fare adesso con l’obiettivo di arrivare a un cessate il fuoco e con l’obiettivo di arrivare a un accordo di pace complessivo che io ricordo sempre non può prescindere da garanzie di sicurezza per la nazione aggredita e cioè per l’Ucraina”, ha aggiunto la premier.
Secondo i retroscena raccolti dal Corriere, non c’è solo il Vaticano, ma anche la Svizzera, come eventuale sede per i negoziati, i quali – come riferisce il Corriere della Sera – potrebbero svolgersi in Svizzera o in Turchia, il secondo, se il primo dovesse essere fruttuoso e arrivare a una tregua, invece avrebbe più ragioni di svolgersi in una luogo come la Santa Sede.