
Femminicidi
Meloni: “Martina aveva solo 14 anni. La sua morte ci lascia senza fiato, dobbiamo fare di più per tutte”
Il post della premier dedicato a Martina Carbonaro, la giovanissima uccisa a sassate dall'ex fidanzato diciottenne. "Serve un profonda svolta sociale e culturale". L'assurda "crociata" di 77 donne di provata fede progressista contro il disegno di legge del governo
“Martina aveva solo 14 anni. Aveva la vita davanti, i sogni, le amicizie, la scuola. Le è stata tolta con una violenza che lascia senza fiato, uccisa brutalmente da chi diceva di volerle bene. Un delitto spietato, che colpisce nel profondo ogni genitore, ogni cittadino, ogni essere umano”. È l’incipit del post che la premier Giorgia Meloni dedica a Martina Carbonaro, la giovanissima di Afragola in provincia di Napoli, uccisa a sassate dall’ex fidanzato diciottenne, arrestato. Dispersa lunedì sera, il corpo senza vita di Martina è stato ritrovato dalla polizia il giorno successivo in un edificio abbandonato nei pressi dello stadio.
Meloni: la sua morte di sconvolge
“La sua morte ci sconvolge. Ci impone di guardare in faccia un male profondo, che non possiamo né ignorare né normalizzare: la violenza cieca e possessiva che troppo spesso si abbatte sulle donne, anche sulle più giovani”, continua la premier. “Alla famiglia di Martina va il mio abbraccio, pieno di dolore e vicinanza. Alla giustizia il compito di intervenire con la massima severità. Alle istituzioni il dovere di non voltarsi dall’altra parte”. In questi due anni il governo ha impresso una svolta nella lotta ai femminicidi che si è concretizzato nel disegno di legge approvato dal Consiglio dei ministri alla vigilia dell’8 marzo. Attualmente all’esame del Senato, il provvedimento introduce nel sistema giuridico il reato autonomo di femminicidio, con l’obiettivo di rafforzare la tutela delle donne vittime di violenza di genere.
“Dobbiamo fare di più tutti insieme”
“Sono molti i provvedimenti che abbiamo approvato finora – scrive ancora la premier – per tentare di fermare questo male. Ma dobbiamo essere consapevoli che le norme non saranno mai sufficienti se non daremo vita a una profonda svolta culturale e sociale. In questi anni dei passi in avanti sono stati fatti, ma evidentemente non basta. Dobbiamo fare di più, tutti insieme. Per Martina. Per tutte”.
Le donne contro e l’appello di Schlein
Eppure è di oggi la notizia della “crociata” di 77 donne contro il disegno di legge sul femminicidio, considerato una strumentalizzazione. Le firmatarie della protesta, neanche a dirlo, sono tutte donne di provata fede progressista, dotte e accademiche. Storcono il naso di fronte alla condanna severa, alla pena senza sconti, al carcere duro. Considerate misure controproducenti e ideologiche. Un’iniziativa che si commenta da sé. Eppure ieri Elly Schlein, almeno su questo tema, ha dissotterrato l’ascia di guerra e si è rivolta alla premier chiedendo un’azione bipartisan al di là degli schieramenti politici. “Almeno per il contrasto alla violenza di genere mettiamo da parte lo scontro politico e proviamo a far fare un passo avanti al Paese. Abbiamo lavorato sulla repressione ma non basta, serve la prevenzione. Mettiamoci a un tavolo subito e discutiamo perché non possiamo continuare ad assistere a questa strage quotidiana”.