
Il memorandum
Meloni e la storica missione in Asia: “Italia fa da apripista per l’Europa”. E 5 leader sposano il Piano Mattei
“La celebrazione del primo vertice Italia-Asia Centrale a livello dei leader rappresenta un fatto storico”: è soddisfatta, la premier Giorgia Meloni, al termine della sua missione, che in questi giorni l’ha portata in diverse realtà interessanti, dal punto di vista economico e culturale, del lontano continente asiatico. “Vi ricordo che l’Italia è stata la prima Nazione dell’Unione Europea a decidere che ci dovesse essere un formato costante di dialogo con questa con questa regione. Non era mai stato celebrato a livello dei leader, ci tenevo particolarmente, penso che sia un segnale importante e penso che la via che l’Italia ha segnato già nel 2019 abbia fatto da apripista, se si ricorda che ad aprile scorso è stato celebrato anche un vertice Ue-Asia Centrale”, ha rivendicato Meloni al termine del vertice asiatico. Nel corso della giornata, Meloni ha incontrato il Presidente della Repubblica del Kirghizistan, Sadir Japarov, il Presidente della Repubblica del Tagikistan, Emomali Rahmon, il Presidente della Repubblica del Turkmenistan, Serdar Berdimuhamedow.
I colloqui hanno permesso di riaffermare l’intenzione di proseguire il dialogo su tutte le principali questioni regionali e internazionali, nonché il percorso di rafforzamento delle relazioni bilaterali in tutti gli ambiti di comune interesse, con particolare attenzione all’energia, alle materie prime critiche, alle infrastrutture, alle risorse idriche, all’ambiente, all’agricoltura, alla connettività, alla cooperazione culturale e accademica e in materia di sicurezza.
Meloni in Asia col sostegno per il Piano Mattei
L’Italia e i 5 Paesi dell’Asia Centrale “hanno dichiarato il loro sostegno al raggiungimento di una pace giusta e duratura in tutti i conflitti, basata sul rispetto del diritto internazionale e dei principi sanciti dalla Carta delle Nazioni Unite”, si legge nella dichiarazione congiunta firmata dalla premier Giorgia Meloni e dai leader di Kazakistan, Uzbekistan, Kirghizistan, Tagikistan e Turkmenistan in occasione del vertice di Astana.
I leader presenti al vertice Italia-Asia Centrale ad Astana “hanno espresso la loro disponibilità a discutere la possibilità di cooperazione per il progresso sostenibile del continente africano, prendendo atto della visione strategica dell’Italia per l’Africa, il Piano Mattei”, è scritto ancora nella dichiarazione congiunta.
I leader “hanno ribadito la loro determinazione a collaborare nell’interesse della pace, della sicurezza, della democrazia, della promozione dei diritti umani, dello stato di diritto e dello sviluppo sostenibile” e il loro “incrollabile impegno nei confronti dei principi della Carta delle Nazioni Unite, tra cui il rispetto dell’indipendenza, della sovranità e dell’integrità territoriale di tutti gli Stati, la tutela dei diritti umani e delle libertà fondamentali, il non uso della forza o la minaccia del suo uso e la risoluzione pacifica delle controversie internazionali”, si legge ancora nel documento.
La questione dazi e il ruolo dell’Europa
Suo dazi, secondo Meloni, “non posso dire che l’Europa stia perdendo tempo”. “Io credo che la materia sia molto complessa, questo ce lo dobbiamo ricordare. Credo anche che tra le due sponde dell’Atlantico ci sia un approccio un po’ diverso alla materia: uno che scende molto di più nel dettaglio su cosa accordarsi e un altro che punta più a un accordo globale per poi scendere nei dettagli. Credo che su questo bisogna cercare di favorire una maggiore comprensione ma io sono positiva rispetto al fatto che tutti comprendano la necessità di trovare e di fare un accordo. Non credo che c’entri niente la vicenda, sulla quale non entro chiaramente, delle materie interne costituzionali americane. So che c’è da parte dell’Europa la volontà di trovare un accordo. La presidente della Commissione von der Leyen ha chiamato personalmente il Presidente degli Stati Uniti e mi pare sia stata una telefonata positiva. C’è anche sempre un ruolo della nostra diplomazia e quindi si sta andando avanti. Chiaramente le materie un po’ da discutere sono molte e sicuramente bisogna capirsi su quante materie”. Con gli Usa – ha concluso – “bisogna poi trovare un accordo, probabilmente bisogna lavorare più su un accordo di cornice e poi scendere nel dettaglio. Ma questi sono punti di vista e la materia ovviamente sta nelle mani della Commissione. Su questo noi possiamo dare consigli, ma insomma non è una nostra competenza”.
Le trattative sulla guerra in Ucraina: “Italia, nessuna esclusione”
“Esclusione italiana dai colloqui tra Russia e Ucraina? Credo che il motivo sia che stanno lavorando con il formato delle tre I, formato già consolidato, non la considero una esclusione italiana, non ragionerei in termini di esclusione”, ha detto il presidente del Consiglio, Giorgia MELONI, in un punto stampa ad Astana. “Questo gioco di far finta che l’Italia non conta nulla non lo condivido”, ha aggiunto. Poi, sul prossimo vertice con Macron: “Italia e Francia sono due Nazioni amiche, alleate, sono due Nazioni che hanno posizioni totalmente convergenti su moltissimi dossier, sono anche Nazioni che delle volte hanno delle divergenze. Quando in Italia c’è un governo scelto dagli italiani può accadere, è normale, ma non vuol dire che ci siano problemi personali o ricomposizioni da fare. I leader discutono, a volte discutono anche animatamente, ma questo non è che compromette o modifica i rapporti tra le Nazioni. Macron? Moltissime volte ci siamo trovati d’accordo, altre volte ci siamo trovati meno d’accordo. A Roma si dice ‘montare molta panna’, come se la questione fosse quasi una cosa personale o che comunque travalica la dimensione di due leader che si confrontano. Siamo due leader che si confrontano, ci siamo visti tantissime volte, ci vedremo anche questa, le materie da discutere sono una infinità e sono molto contenta che Emmanuel Macron venga a Roma, così avremo l’occasione per sederci con un po’ di calma affrontare i vari dossier”.
La cronaca nera e i femminicidi nuova emergenza
“Mi ha lasciato senza fiato questa storia”. Così la premier Giorgia Meloni, nel punto stampa a margine del vertice Italia-Asia Centrale, commentando il femminicidio di Afragola. Sul tema, aggiunge: “Ci abbiamo lavorato tanto, certe volte ti senti davvero disarmato. Le leggi le abbiamo fatte. Schlein chiedeva di mettere da parte le divisioni politiche, ma è uno dei pochi temi su cui non le abbiamo avute. Le leggi ci sono. C’è una legge proposta di questo governo, sulla quale mi sembra ci sia apertura, sul femminicidio come reato autonomo. Il tema è più ampio e forse non lo stiamo capendo completamente”. “Rischiamo di non capire – prosegue – quello che succede alle nuove generazioni. Non siamo bene in grado di prevedere quello che sta accadendo. C’è un aumento dei casi di autolesionismo, di violenza, di suicidi inspiegabili. È un dibattito che va aperto e confesso che non ho le risposte. Ho proposto una collaborazione al Parlamento, alcuni esponenti dell’opposizione sono riusciti a polemizzare anche su questo. Non mollo. Sto scrivendo una lettera alla commissione bicamerale dell’Infanzia per chiedere di nuovo a tutte le forze politiche, ‘lavoriamoci insieme, mettiamoci seduti per capire’. Il tema è molto più grande di noi e dobbiamo affrontarlo tutti insieme. Non c’è bisogno di fare un appello. Ci sono, per chiunque abbia delle proposte, idee e iniziative sul tema. Dobbiamo aprire su questo una riflessione enorme”.