
Immigrazione
L’ultima bufala della Cgil: migranti sfruttati perché clandestini. Falso: il 79% ha il permesso
Un'altra balla del sindacato rosso che parla di "profughizzazione dello sfruttamento lavorativo". Secondo il racconto di Landini e compagni gli stranieri sono sfruttati perché "fantasmi" senza diritti. Ma è l'esatto contrario
Sul lavoro la Cgil non ne azzecca uno. Anche la narrazione dei “poveri migranti sfruttati perché clandestini e invisibili” non tiene. Anzi, è un’autentica bufala come rivela un articolo de La Verità firmato da Francesca Ronchin. I quesiti referendari proposti da Landini chiedono “un lavoro più tutelato e sicuro”. Il sotto.testo è chiaro: il sindacato rosso la chiama “profughizzazione dello sfruttamento lavorativo”. Tradotto: i lavoratori stranieri sono sfruttati perché senza diritti. Tesi infondata.
L’ultima bufala della Cgil: migranti sfruttati perché irregolari
Le morti bianche sono certamente una tragedia immane. È vero che solo nel 2024 i morti sul lavoro sono stati 1.090 e di questi 21% è straniero. Ma non perché sono dei «fantasmi» privi di diritt. Dai rapporti di Altro Diritto raccolti con l’Osservatorio Placido Rizzotto e Flai-Cgil, infatti, emerge che il 79% delle vittime di sfruttamento sul lavoro sono stranieri con regolare permesso di soggiorno. Ma non basta. Il 42% dei casi riguardano profughi in possesso di una richiesta di protezione internazionale. La tanto sbandierata “profughizzazione del lavoro” coniata dal primo sindacato italiano è un’altra balla rifilata dal sindacato rosso. Sono ancora i numeri a smentire la favoletta.
Il 79 per cento dei migranti sfruttati 42% sono psono regolari
Uno studio sullo sfruttamento dei lavoratori del Punjab indiano nell’Agropontino certifica che il 99% dei lavoratori costretti a lavorare 11 ore al giorno per tre euro all’ora è in possesso di regolare permesso di soggiorno. Morale: gli analisti dell’Osservatorio Placido Rizzotto e Flai-Cgil non sanno quello che dicono quando sostengono la tesi che lo scivolamento dei richiedenti asilo nello sfruttamento dipende dal loro stato di bisogno. Ci si appella insomma al cosiddetto “gift bondage”, spiega La Verità, un vincolo sociale che il migrante vivrebbe come la necessità di provvedere ai bisogni dei familiari rimasti a casa. Niente a che vedere – spiega il quotidiano . con la necessità di un profugo “vero” che, a causa di guerre e persecuzioni, si trova improvvisamente a dover lasciare il proprio paese. Il 70% dei richiedenti asilo, infatti, come testimoniano i dati del Viminale, sono in realtà migranti economici.
Il 42% sono profughi richiedenti protezione umanitaria
In realtà tanto più l’immigrazione è difesa dallo scudo dell’emergenza umanitaria tanto finisce nello sfruttamento, nella rete del capolarato, rischiando la morte. Non a caso dal 2021 al 2024 i cittadini extra Ue morti sul lavoro sono aumentati del 18%. Tra le cause indicate da Vega engineering – si legge nell’articolo – “soprattutto mancati controlli, mancata manutenzione dei macchinari, mancanza dei dispositivi di protezione individuale e di formazione del lavoratore, quanto mai grave vista l’alta preponderanza nei flussi migratori di migranti con bassa qualifica”. “Curioso – conclude la giornalista – che il sindacato non si accorga che gli stranieri sono vittime del lavoro nero più degli italiani, non in quanto irregolari, ma in quanto stranieri. Visto che quando entrano in un mercato del lavoro già povero e vanno a occupare posizioni poco qualificate, l’impiego lo trovano solo se accettano salari più bassi e condizioni lavorative peggiori che minacciano anche la loro vita”.