
Sinistra a targhe alterne
Libertà di stampa? Si stava peggio con Draghi, quando l’Italia sprofondò al 58/mo posto nella classifica mondiale. Allora tutti zitti
Tutti ad accodarsi col ghigno beffardo a demonizzare l'Italia di Meloni che passa da 46esima a 49esima nella classifica globale della libertà di stampa. Eppure con Monti, Renzi, Letta e Gentiloni il nostro paese registrò posizioni horror. Solo adesso viene la frenesia di demonizzare l'esecutivo
Tutti ad accodarsi, tutti col ghigno beffardo a demonizzare l’Italia di Giorgia Meloni che passa da 46esima a 49esima nella classifica globale della libertà di stampa: stilata da Reporter senza frontiere (Rsf), segnala tre posizioni perse, che la condannano a essere il Paese con il risultato peggiore nell’Europa occidentale. C’è una comicità – non sappiamo quanto volontaria o involontaria- nel commentare la graduatoria. Dov’erano i paladini dell’informazione libera e indipendente gli anni passati? Diamo loro una notizia. Si stava peggio con Mario Draghi e non solo.
Le classifiche horror sotto Draghi, Renzi, Gentiloni
La classifica sulla libertà di stampa non è così affidabile come sembra, rilevava un’analisi del sito Pagella politica del maggio 2022. Il governo di centrodestra era ancora di là da venire. In quella edizione del World press freedom index, la classifica che da vent’anni misura la libertà di stampa in 180 Paesi del mondo, l’Italia si era posizionata al cinquantottesimo posto- ripetiamo, 58/esimo posto, perdendo 17 posizioni rispetto al 2021. I grandi Paesi europei sono tutti posizionati meglio dell’Italia. Eppure in Italia c’era Mario Draghi, a capo di un governo tecnico nel quale non c’era FdI. Andando a ritroso nel tempo, la classifica attuale appare quasi paradisiaca. 2012, epoca Monti, eravamo 57/esimi. 2013, governo Enrico Letta, ci classificavamo sempre al 57/mo posto in graduatoria. Lo avevamo segnalato su queste colonne anche lo scorso anno, per questo è significativo registrare lo stupore indignato degli indignati ad orologeria.
Libertà di stampa? Leggere le classifiche Rfs ai tempi di Renzi…
Tutti a concionare, allora vediamo. Vogliamo parlare dei governi a guida Mattero Renzi? Accomodiamoci: nel 2014 con lui alla guida dell’esecutivo la libertà di stampa in Italia si piazzava al medesimo posto in cui viene registrata oggi con Giorgia Meloni, ossia al 49/mo posto. Tutto bene allora? Nessuno agitò l’emergenza democratica. Ma l’anno successivo con lui premier l’Italia precipitò al 73/mo posto. Non sembra di ricorare i corifei intonare l’inno della deriva autoriataria che incomberebbe sulla nostra stampa. Oggi leggiamo commenti apocalittici: “E’ il momento più basso”. Si informino meglio coloro che aprono i social e scrivono la prima fesseria che passa in mente. Con il “soporifero” Gentiloni, nel 2016 l’Italia era scivolata addirittura al 77mo posto nella classifica mondiale. Uno sprofondo. Allora i giornaloni non si indignavano.
I soliti patetici: “Colpa di Meloni”…
Sconcerta la risposta di Pavol Szalai, a capo dell’ufficio Ue di Reporters sans frontières, alla domanda del Domani: è lecito attribuire lo scivolamento verso il basso al governo? Ha risposto: «Sì. Ha contribuito in modo cospicuo al deterioramento della libertà dei media». Ma non legge neanche le classifiche dell’ultimo decennio prima di dare risposte inesatte e tendenziose? Non resta che utilizzare le parole della premier che a precisa domanda ha risposto durante l’intetervita all’Adnkronos.
Libertà di stampa: allora non era emergenza democratica?
“La libertà di stampa è una cosa troppo seria e preziosa per essere sminuita con la propaganda politica. Chiunque legga i giornali e accenda la televisione sa bene che non mancano le voci critiche nei confronti del governo. Anche, giustamente, sulla televisione pubblica. Del resto abbiamo sempre detto che non avremmo sostituito un’egemonia di destra a quella radicata della sinistra e continueremo su questa linea: garantire spazi di libertà a tutti”.