
Il nuovo Pontefice
Leone XIV, il Papa dei simboli ritrovati: perché i tradizionalisti vedono in lui una svolta dopo l’era Bergoglio
Blog, vaticanisti e fedeli della messa tridentina tornano a sperare: il successore di Pietro parla con i gesti, riaccende i riti e potrebbe porre fine a una lunga stagione di ostilità
Cauto ottimismo, attesa speranzosa, qualche entusiasmo. Dopo una settimana dalla comparsa di Leone XIV sul loggione, si può osservare, da parte della galassia di blog e testate tradizionaliste, un’aspettativa positiva nei confronti del nuovo pontefice.
Una prima impressione ricca di segnali
A partire dalla prima presentazione, Prevost ha saputo catturare l’attenzione di un mondo attento sia ai simboli sia ai messaggi. Il nome (preconciliare), l’arrivo in mozzetta rossa, l’annunciato ritorno nel Palazzo Apostolico, il canto del Regina Coeli (da troppi anni appuntamento mancato), la firma per esteso, l’invito a pregare insieme in latino: tutti elementi che hanno trovato terreno fertile.
Facezie, dirà qualcuno. Ma si tratta di aspetti basilari, se si considera che il predecessore ha fatto della decostruzione simbolica e dell’abbandono ossessivo delle forme tradizionali la cifra e la bandiera del proprio pontificato. Così come l’attacco ai blog non è mai mancato nella retorica del “nuovo corso” di Francesco.
Le prime uscite pubbliche: tra dottrina e liturgia
Se è vero che la forma è sostanza, anche le prime uscite pubbliche stanno catturando, se non un ottimismo esplicito, sicuramente un’approvazione. Le citazioni di Leone XIII e Gregorio Magno, accanto a Giovanni Paolo II e Francesco, il riferimento al non praevalebunt nel primo messaggio, fino a un discorso magistrale sul valore della liturgia e il giubileo delle Chiese Orientali, fanno ben sperare un mondo rimasto troppo a lungo scottato dal pontificato bergogliano.
I blog italiani: dalla cautela all’entusiasmo
Il mondo dei siti tradizionali italiani, spesso stigmatizzato e additato dai comunicatori vaticani negli ultimi anni, sembra al momento ben disposto.
Il famoso blog messainlatino.it, tra i più visitati in Italia e all’estero (anche dietro le mura), dopo un paio di interventi circospetti, ha aperto quella che si può definire una “linea di credito”, riconoscendo al nuovo pontefice un’indubbia preparazione dottrinale e teologica, e annunciando che riporterà tutti gli interventi del Santo Padre.
Non sono passati inosservati, tant’è che sono stati immediatamente pubblicati, i passaggi sulla liturgia contenuti nel discorso al Giubileo delle Chiese Orientali. Frasi che fanno ben sperare riguardo alla possibilità di celebrare la messa tridentina nelle diocesi, attualmente limitata da Francesco.
Apertura maggiore dal blog Campari&deMaistre, spesso tagliente, che parla di “ritorno a Roma” per tanti che si sono allontanati e invita a osservare Leone XIV senza malafede: «Mettersi quindi ad analizzare ogni gesto o a soppesare ogni parola, con l’obiettivo di denunciare l’errore, sarebbe oggi controproducente e tossico. Predisponiamoci positivamente verso il pontificato che si sta aprendo e convertiamo il nostro cuore. Papa Leone XIV oggi è per noi fonte di speranza».
Vaticanisti italiani: un cambio di clima
Anche fra i vaticanisti italiani la percezione è nettamente cambiata. Aldo Maria Valli, ex Rai, ospita sul suo blog Duc in Altum una varietà di opinioni, critiche e favorevoli, ma non manca di esprimere la sua: «Leone XIV mi è piaciuto subito, prima di tutto per il nome che ha scelto e poi per come si è presentato. Inoltre, so che la sua elezione è stata il frutto di un lungo e complicato lavoro, iniziato ben prima della morte di Jorge Mario Bergoglio, e condotto da chi senz’altro vuole il bene della Chiesa e ha fatto di tutto per evitare il peggio (un Francesco II). Penso che ora Leone vada sostenuto e non osteggiato».
Anche Marco Tosatti, ex Stampa, pubblica una varietà di opinioni e non manca di notare il saluto del Papa alla manifestazione Pro Life “Scegliamo la Vita”. Fra gli interventi positivi, da segnalare quello dell’ex presidente dello Ior, Ettore Gotti Tedeschi: «Il sogno sul destino della Chiesa del “pontefice del relativismo” Augusto Comte non si è realizzato … Ora importante sarà la scelta del Segretario di Stato, ma non avrei dubbi che questo successore di San Pietro, che ha Intelligenza Naturale, non artificiale, sappia scegliersi un San Paolo per instaurare omnia in Christo».
Il mondo progressista: critiche e timori
Il sentimento generale, non solo fra i blogger ma anche fra i fedeli che affollano messe in latino, convegni, canali WhatsApp e social tematici, rimane quello di un’attesa orante, per lo più positiva. Le stroncature più forti, in realtà, arrivano dal mondo progressista.
Teologi dichiaratamente modernisti, come Vito Mancuso, non hanno infatti mancato di sottolineare negativamente ciò che il mondo tradizionale ha valutato positivamente. E questo, per qualcuno nei ranghi della “destra divina”, è già un valore aggiunto.
Oltreoceano: entusiasmo negli Stati Uniti
Uno scenario da osservare attentamente sarà quello statunitense, dove Prevost è nato ed è molto conosciuto. Negli Stati Uniti, il mondo cattolico è sempre più influente a livello sociale e politico. I cattolici cooptati da Trump sono molti, in posti chiave come la Corte Suprema.
Il cattolicesimo americano, infatti, appare come un melting pot globale: discende da italiani e irlandesi, è composto da sudamericani immigrati e da numerosi convertiti dalle varie confessioni protestanti, come il vicepresidente Vance.
Rorate Caeli e altri media USA
Tra i siti più seguiti, Rorate Caeli ha rotto gli argini con una reazione entusiasta, titolando: «Il nostro lungo incubo collettivo è finito». E prosegue: «La strada davanti a noi potrebbe essere dura, insidiosa e piena di difficoltà, ma almeno ci siamo svegliati dall’incubo. Ora possiamo davvero pianificare il futuro».
Più cauto ma comunque ottimista è il post sulle “First impressions” di One Peter Five, che accoglie Leone XIV in modo molto più positivo rispetto al predecessore, pur con alcune perplessità su sinodalità e climate change. Interessante il richiamo simbolico: «Abbiamo un Leone XIV, il cui predecessore del XIX secolo ci ha donato la Preghiera di San Michele. È stato eletto l’8 maggio, giorno dell’Apparizione di San Michele nel 492. Il nome di San Michele compariva nelle sue preghiere. Significa qualcosa? Chi lo sa? Ma è tutto vero».
Anche National Catholic Register, con Edward Pentin, titola: «Cardinals’ voting patterns emerge as Leo XIV is welcomed as a Pope of peace». Il Papa è accolto come uomo di pace, capace di riportare concordia in una Chiesa profondamente divisa.
I conservatori ufficiali: soddisfazione e speranza
E i conservatori “ufficiali”? I cardinali Burke, Müller, Sarah, rappresentanti dei tradizionalisti di varie provenienze, sembrano apertamente soddisfatti dell’elezione. I retroscena li danno come veri king makers: la figura di Prevost è apparsa da subito capace di unire con moderazione.
Sui temi morali, non ha mai sposato le derive progressiste. Il suo presunto progressismo si limita a posizioni su sinodalità e ambientalismo, più digeribili delle benedizioni alle coppie omosessuali. Anche l’appartenenza all’ordine agostiniano ha giocato a favore, essendo un ordine rimasto moderato nel post Concilio.
La voce di Gänswein e il richiamo alla chiarezza
Entusiasta anche monsignor Gänswein, storico segretario di Benedetto XVI, esiliato in Lettonia dopo la morte del Papa emerito. Al Corriere dichiara: «È finita la stagione dell’arbitrio. Leone XIV creerà ponti, ma in un contesto e con uno stile diverso. Oggi servono chiarezza dottrinale e strutture forti. Le istituzioni della Chiesa non sono una minaccia contro il Papa: sono un aiuto. Non si può governare da soli, diffidando delle proprie istituzioni».
Le comunità legate alla Messa antica: tra speranza e attesa
Tra gli speranzosi, anche gli istituti e le associazioni legate alla Messa tridentina. Nei comunicati ufficiali della Comunità “ex Ecclesia Dei” si parla di sostegno e preghiera per il Papa, così come nella Federazione Internazionale Una Voce.
Dietro le quinte, l’auspicio è che finisca la vera e propria persecuzione condotta sotto il pontificato di Francesco contro i sacerdoti del rito antico: espulsi dalle parrocchie o obbligati a rinunciare.
Verso una nuova pacificazione?
Dunque, sembra che la storia di incontri e scontri tra i tradizionalisti e il soglio di Pietro, che dura da oltre sessant’anni e ha toccato il culmine con Francesco, possa trovare, se non una conclusione, almeno una pacificazione. Un’apertura verso un mondo che, pur nei suoi oltranzismi, è parte viva della Chiesa e non può essere ignorato.