
L'intervento
Latorre: «Ipocrita e strumentale parlare di marginalità dell’Italia». Pure a sinistra non ne possono più delle frottole di Pd e M5S
L'ex parlamentare dem parla dell'azione fondamentale del governo per la tenuta dell'Occidente e smaschera inconsistenza e falsità delle accuse dell'opposizione sul dossier Ucraina: «Polemica inutile e incomprensibile»
Nuovamente, una voce di sinistra si fa sentire contro le «ipocrisie» e le «critiche strumentali» dell’opposizione nei confronti dell’azione del governo. Stavolta è quella di Nicola Latorre, una lunghissima militanza a sinistra, che lo ha portato poi a essere uno dei volti più autorevoli del Pd, parlamentare per un quindicennio, durante il quale ha anche ricoperto l’incarico di presidente della Commissione Difesa del Senato. Il terreno su cui Latorre ha portato allo scoperto l’opposizione è quello della politica estera, con un articolo a propria firma sul Giornale dal titolo «È tornato l’Occidente (grazie anche all’Italia)».
Latorre contro la narrazione della sinistra
Si tratta dunque di un’analisi che smonta completamente la tesi dell’irrilevanza cui il nostro Paese sarebbe stato condannato dal governo, che la sinistra è tornata a cavalcare con forza dopo la partecipazione da remoto di Giorgia Meloni al vertice sull’Ucraina dei cosiddetti “volenterosi”. Ma, come sintetizzato anche dal titolo, lo sguardo non si ferma lì, bensì guarda al complesso della prospettiva geopolitica dell’esecutivo e del premier prima di tutto.
Ricordando le guerre in Ucraina e a Gaza e le tensioni tra India e Pakistan, Latorre sottolinea che «il tratto distintivo di questa fase, dal punto di vista geopolitico, è la grande imprevedibilità e, dunque, ogni auspicabile previsione può essere smentita da cambi repentini. Ma la sospensione delle ostilità indo-pakistane, i segnali di una possibile presa di distanza americana dalla strategia dell’attuale premier israeliano, il possibile incontro a Istanbul di domani e in ogni caso la comune richiesta americana ed europea di cessare il fuoco in Ucraina, sono tutti motivi di speranza».
L’importanza della «ricomposizione unitaria dell’Occidente»
«Ciò che oggi appare incoraggiante è proprio la ricomposizione unitaria dell’Occidente, in particolare dei rapporti tra Usa e Ue», prosegue Latorre, ricordando come le prime prese di posizione di Trump dopo l’elezione avevano fatto temere un corso diverso, suscitando «preoccupazione sulla tenuta di unità dell’Occidente» e portando esponenti delle istituzioni europee a dichiarare «addirittura che l’Occidente era ormai finito». «Per non parlare – aggiunge Latorre – del riaffiorare di quei sentimenti anti-americani che, come un fiume carsico, scorrono in settori della politica e della cultura occidentale e trovavano nell’antitrumpismo un ottimo argomento per riprendere vigore». Invece, le ultime prese di posizione sull’Ucraina mostrano che «anche Trump ha preso atto non solo che la pace rapida era impossibile proprio per l’atteggiamento russo, ma che il ricompattamento dell’Occidente è irrinunciabile precondizione per spingere la Russia a sospendere le ostilità e iniziare una trattativa». Anche per il Medio Oriente «l’unità e il protagonismo dell’Occidente» sono determinanti.
Il ruolo di ponte dell’Italia tra Usa e Ue
«Oltre che dal cambio di linea americana», la possibilità di «un gioco di squadra» per l’Ucraina è stata consentita «dal ruolo molto importante svolto dai principali Paesi europei, compreso il nostro». «Insieme al Regno Unito è stata infatti proprio l’Italia che ha evitato di assecondare una drastica rottura con gli Usa, insistendo sulla necessità di considerare strategica e irrinunciabile l’unità dell’Occidente anche nei momenti in cui le dichiarazioni e alcune scelte dell’amministrazione americana fornivano argomenti per una simile rottura», scrive ancora Latorre, arrivando poi il punto: «Viene allora da chiedersi su quali basi poggia la critica di chi considera marginale il ruolo fin qui svolto dal nostro Paese, argomento oggi molto presente nella polemica politica interna».
La «polemica inutile e incomprensibile» sull’Ucraina
«Inutile e incomprensibile appare la polemica sull’assenza fisica della premier italiana all’evento svoltosi sabato scorso a Kiev», prosegue Latorre, sottolineando che «quel che più colpisce è che a sostenere queste critiche sia chi continua a contrastare in ogni modo il necessario supporto anche militare all’Ucraina». Inoltre, Latorre ricorda che i “volenterosi” sono aperti a un invio delle truppe in Ucraina, escluso dal nostro governo e che le stesse opposizioni «hanno ritenuto inaccettabile con perentorietà».
L’«ipocrisia» e la «strumentalità» sul «presunto ruolo marginale dell’Italia»
«Insomma – conclude Latorre – sostenere le critiche a un presunto ruolo marginale dell’Italia da parte di chi non vuole più mandare armi e, né oggi né mai, militari a sostegno dell’Ucraina è chiaramente strumentale e mostra una buona dose di ipocrisia».