
Illiberali?
La toppa pazzesca della sinistra sull’astensione ai referendum: la rivendicò anche Napolitano
Per l'opposizione è «vergognoso» che forze di governo abbiano dato l'indicazione per il non voto. Ma anche Napolitano ricordò che lo prevede la Costituzione. E in un'occasione ci fu anche la "benedizione" della Chiesa
Forza Italia ha realizzato un meme per rispondere a Riccardo Magi che ha definito «vergognosa e illiberale» l’indicazione per l’astensione sui referendum da parte del ministro Antonio Tajani. «Smemorato», vi si legge, mentre il post a corredo ricorda che anche Marco Pannella, mentore del radicale Magi, invitava i cittadini a non andare a votare quando non condividevano il merito dei quesiti. Di smemorati però in queste ore ce ne sono tanti, e tutti sono pronti a puntare l’indice contro la presunta postura antidemocratica dei partiti che danno indicazione per l’astensione. Questa gran schiera di smemorati dimenticata o finge di dimenticare che la lunga storia referendaria ha visto astensionisti di ogni colore ed estrazione, dal cardinale Camillo Ruini, un nome eccellentissimo particolarmente caro alla sinistra come Giorgio Napolitano.
Il polverone sollevato dalla sinistra sull’astensione ai referendum
Alcuni poi sono smemorati due volte, come Giuseppe Conte e Maurizio Landini, che gridano allo scandalo perché forze di governo sono favorevoli all’astensione. Questi smemorati qua tirano in ballo anche Giorgia Meloni – che sul tema per inciso non si è pronunciata – sulla base di indiscrezioni di stampa che danno anche FdI pronto all’indicazione dell’astensione. L’impressione generale che si riceve da queste prese di posizione è che si sia di fronte a uno scenario senza precedenti, che si poteva verificare giusto in questi tempi di governo di centrodestra, ai loro occhi così bui per la democrazia. E, invece, guarda un po’, senza andare a ripescare Craxi, non troppo tempo fa, c’è stato un presidente del Consiglio di sinistra, Pd per la precisione, che ha fatto la stessa cosa: Matteo Renzi, sul referendum per le trivelle. Ora, Renzi era Renzi, il Pd di allora non era quello di adesso, ma molti di quelli di oggi c’erano anche all’epoca e non risulta una rivolta nel partito, sebbene qualcuno si posizionò diversamente. Qui si potrebbe anche aprire il tema dei referendum come «resa dei conti interna al Pd», di cui ha parlato oggi Paolo Barelli in un’intervista sul Corriere della Sera, ma quello è un altro focus.
Il tentativo di tirare Mattarella per la giacchetta
Tornando al polverone sull’astensione, c’è da segnalare che Landini e Magi hanno anche voluto tirare in mezzo Mattarella, sostenendo che chi oggi si orienta per non andare a votare «offende» il capo dello Stato, visto che lui, nel discorso del 25 aprile, aveva lanciato un monito sul fatto che «è l’esercizio democratico che sostanzia la nostra libertà» e che «non possiamo arrenderci all’assenteismo dei cittadini dalla cosa pubblica, all’astensionismo degli elettori, a una democrazia a bassa intensità». Subito c’è stato chi l’ha voluto leggere con un richiamo ad andare a votare agli imminenti referendum, ma Mattarella non ha fatto alcun accenno a quella scadenza. Parlava della piaga dell’astensionismo alle elezioni o era un messaggio indiretto all’appuntamento dell’8 e 9 giugno?
Quando Napolitano disse: «Non andare a votare è un modo di esprimersi»
Per evitare di mettersi a fare l’esegesi delle parole del presidente della Repubblica, ci si può affidare a quello che disse un altro presidente della Repubblica, benché emerito: Giorgio Napolitano. Proprio in occasione del referendum sulle trivelle pronunciò parole chiarificatrici su come la Costituzione intenda la partecipazione – e l’astensione – al referendum. Intervistato da Repubblica, Napolitano spiegò che non sapeva se sarebbe andato a votare, ma che comunque trovava «persuasivi gli argomenti sull’inconsistenza e pretestuosità di questa iniziativa referendaria. Non si possono dare significati simbolici a un referendum. Ci si pronuncia su quesiti specifici che dovrebbero essere ben fondati. Non è questo il caso». «È legittimo invitare all’astensione?». «Se la Costituzione prevede che la non partecipazione della maggioranza degli aventi diritto è causa di nullità, non andare a votare è un modo di esprimersi sull’inconsistenza dell’iniziativa referendaria», rispose il Napolitano. Né più né meno di quello che in sostanza in queste ore ha detto Tajani, che non a caso ieri sera su X ha postato lo stralcio di quell’intervista.