
La nuova Italia
La riscossa italiana parte dallo spread: sotto i 100 punti grazie a conti solidi e scelte responsabili
Dai conti pubblici in ordine al ritorno dell’avanzo primario: così la credibilità finanziaria premia famiglie, imprese e sistema bancario
Il recente calo dello spread tra i BTP italiani e i Bund tedeschi, sceso sotto la soglia psicologica dei 100 punti base, rappresenta un importante segnale di fiducia da parte dei mercati internazionali nella stabilità e nella sostenibilità delle finanze pubbliche italiane. Non si tratta di un risultato casuale né di un fenomeno puramente tecnico: al contrario, è l’esito tangibile di un percorso coerente di prudenza finanziaria e serietà nella gestione della cosa pubblica.
Spread: un cammino virtuoso
In un contesto economico globale incerto e segnato da tensioni geopolitiche e rialzi dei tassi d’interesse, l’Italia è riuscita a distinguersi per un profilo fiscale più responsabile e orientato al medio-lungo termine. Il percorso che ha condotto a questa condizione virtuosa è iniziato dopo anni difficili. Basti pensare che, nel novembre 2011, nel pieno della crisi del debito sovrano dell’Eurozona, lo spread aveva toccato il picco di 575 punti base. Allora l’Italia era sotto attacco da parte dei soliti noti, schiacciata sotto il peso di un elevato debito pubblico. Negli anni successivi, il differenziale si è progressivamente ridotto, pur mantenendosi spesso sopra i 150 punti base. Oggi, tornare sotto quota 100 è un evento significativo: non accadeva dal 2021, ed è il riflesso di un miglioramento concreto nei fondamentali macroeconomici.
Avanzo primario e conti in ordine: i numeri parlano
Tra i principali indicatori di questa evoluzione c’è il ritorno dell’Italia all’avanzo primario nel 2024, con un saldo positivo dello 0,4% del PIL. Questo dato significa che lo Stato, al netto della spesa per interessi sul debito, ha incassato più di quanto ha speso. È una condizione essenziale per iniziare a ridurre realmente il peso del debito pubblico, che ancora si attesta su livelli elevati (circa il 137% del PIL).
Ma soprattutto, è la prova che la strategia di contenimento della spesa e di incremento delle entrate fiscali, accompagnata da una moderata crescita economica (PIL in aumento dello 0,7% nel 2024), sta dando risultati. La spesa per interessi si è attestata al 3,9% del PIL, mentre il deficit complessivo è calato dal 7,2% del 2023 al 3,4% del 2024. Un ruolo cruciale nel miglioramento dei conti pubblici è stato giocato dalla graduale riduzione del peso di misure straordinarie, come il Superbonus edilizio. Nel 2024 le spese in conto capitale sono diminuite di circa 78 miliardi di euro rispetto all’anno precedente, liberando risorse per un riequilibrio strutturale del bilancio.
Risanamento senza recessione: l’equilibrio possibile
Questo processo di consolidamento fiscale è stato possibile senza compromettere il sostegno all’economia reale, grazie a una gestione attenta degli incentivi e a un monitoraggio rigoroso degli impatti di bilancio.
Il giudizio delle agenzie internazionali: promossa l’Italia
La prudenza finanziaria dell’Italia è stata riconosciuta anche dagli osservatori internazionali. Nell’aprile 2025, l’agenzia S&P Global Ratings ha rivisto al rialzo il rating sovrano dell’Italia, portandolo da “BBB” a “BBB+” con outlook stabile. Le motivazioni? Il miglioramento della posizione fiscale, l’adattabilità economica e una maggiore stabilità politica.
In parallelo, si è assistito a un relativo deterioramento della situazione economica tedesca e, in parte, francese: la Germania, in particolare, ha mostrato segnali di stagnazione economica, con tensioni sul fronte della spesa pubblica e rallentamento industriale. Questo ha contribuito a una rivalutazione del rischio relativo tra i titoli di Stato europei, premiando i BTP italiani rispetto ai Bund tedeschi.
Spread basso, benefici al sistema: dalle famiglie alle imprese
È fondamentale ricordare che uno spread basso non è solo un vantaggio per lo Stato: ha ripercussioni dirette anche su famiglie, imprese e sul sistema bancario. Un minor costo del debito significa meno pressione sui conti pubblici, più margine per investimenti e spesa sociale, e un contesto più favorevole per l’accesso al credito. Le banche italiane, che detengono una quota significativa di BTP nei propri bilanci, beneficiano di una maggiore stabilità e possono offrire prestiti a condizioni migliori.
Una scelta strategica che premia il Paese
È un circolo virtuoso che può sostenere la crescita economica e rafforzare la fiducia nella capacità del Paese di affrontare le sfide future. In definitiva, la discesa dello spread è il frutto di una scelta strategica: quella di perseguire con coerenza la via della disciplina di bilancio e della credibilità internazionale. È una strada stretta, che richiede rigore e continuità, ma che sta portando risultati concreti e misurabili.
Abbandonarla per facili scorciatoie potrebbe compromettere i progressi ottenuti. Al contrario, perseverare nel solco della responsabilità può consolidare la posizione dell’Italia come uno dei Paesi più affidabili e resilienti dell’area euro.