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giungla amazzonica

L'annuncio del ministro

La Francia torna al modello ‘Papillon’: i detenuti più pericolosi saranno deportati nella giungla amazzonica

Esteri - di Laura Ferrari - 19 Maggio 2025 alle 15:27

Altro che modello Albania, osteggiato dalle nostre opposizioni, la Francia intende addirittura tornare alle forme di detenzione vecchio stile, come nel film Papillon: costruirà infatti un nuovo carcere di massima sicurezza nella giungla amazzonica della Guyana francese per ospitare trafficanti di droga e islamisti radicalizzati.

L’annuncio arriva in queste ore da Parigi ed era stato già anticipato dal presidente Macron in un’intervista tv. Un programma accolto da polemiche, confermato dal ministro della Giustizia Gérald Darmanin durante una visita nel territorio d’oltremare. Il progetto costerà oltre 400 milioni di euro e prevede l’apertura entro il 2028 in una zona isolata della giungla amazzonica, nei pressi di Saint-Laurent-du Maroni.

400 milioni di euro per trasferire i detenuti nella giungla amazzonica

In Guyana, la cui famigerata “Isola del Diavolo” rappresentò fino al 1938 una delle pagine più nere della storia penitenziaria francese, la comunità locale sta già protestando contro l’annuncio, parlando di “reminiscenza dolorosa” del passato coloniale. La struttura, progettata per accogliere fino a 500 detenuti, avrà un “regime carcerario estremamente rigido” e una sezione dedicata ai criminali più pericolosi.

L’obiettivo, ha spiegato Darmanin in un’intervista al Journal du Dimanche, è quello di colpire il traffico di droga “a tutti i livelli della catena” e rimuovere in modo duraturo i capi delle reti criminali operanti nella Francia continentale. La posizione geografica, ha sottolineato il ministro, “consentirà di interrompere i contatti tra i detenuti e i loro network”, grazie alla distanza dalla madrepatria. Il carcere sorgerà in un crocevia strategico per il transito della droga, in particolare proveniente da Brasile e Suriname. La scelta della Guyana ha anche un valore simbolico, visto che Saint-Laurent-du-Maroni fu anche il punto d’ingresso dell’Isola del Diavolo, che ospitò al suo interno anche il capitano Alfred Dreyfus.

L’iniziativa arriva dopo una serie di attacchi legati alla criminalità organizzata contro il sistema penitenziario francese, definiti da Darmanin “episodi terroristici”. In parallelo, il governo ha varato nuove leggi per contrastare le gang, creando una procura specializzata, poteri rafforzati per gli inquirenti e nuovo status protetto per i collaboratori di giustizia. L’annuncio ha scatenato forti reazioni in Guyana. La Collettività Territoriale della Guyana ha denunciato la mancanza di consultazione e respinto con fermezza l’idea di “accogliere i criminali e terroristi della Francia metropolitana”. Anche la senatrice socialista Marie-Laure Phinera-Horth e la sindaca di Saint-Laurent-du-Maroni, Sophie Charles, hanno parlato di una “reminiscenza dolorosa” del passato coloniale. Il leader di LfiJean-Luc Mélenchon ha espresso la sua solidarietà con gli oppositori locali, mentre il sindaco socialista di Rouen Nicolas Mayer-Rossignol, pur non contrario in linea di principio, ha espresso dubbi sull’efficacia del progetto. Darmanin ha invece respinto le critiche, parlando di “insulto alla Repubblica”.

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di Laura Ferrari - 19 Maggio 2025