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“La cultura ora è di tutti, alla sinistra restano solo i comici”: a Firenze FdI celebra la liberazione dall’egemonia rossa

Politica - di Luisa Perri - 10 Maggio 2025 alle 19:22

«La cultura è quello che siamo, la nostra identità, le nostre radici, è la nostra storia, quello che rappresenta la nostra civiltà, è quello che eravamo ed è quello che porteremo nel futuro». Il post su Instagram Arianna Meloni, responsabile della segreteria politica di Fratelli d’Italia, sintetizza al meglio il successo di Spazio Cultura, la kermesse di FdI che ha visto decine di interventi di addetti ai lavori, parlamentari ed esponenti del governo. Un evento che si è sviluppato come dei veri e propri stati generali della Cultura.

Arianna Meloni: cultura libera di esprimersi grazie a FdI

«La cultura è di tutti – ha ribadito l’esponente di FdI – soprattutto di tutte quelle persone che la amano, che la valorizzano, che ci credono e che la interpretano in qualche forma. La grande novità del Governo di Giorgia Meloni è che noi vogliamo una cultura libera, perché siamo liberi, non dobbiamo niente a nessuno e vogliamo governare con la nostra libertà di pensiero e con le nostre idee. Una cultura più fruibile, che sia per tutti e che sia davvero libera di esprimersi».

«Prendendo in prestito le parole del ministro Giuli: c’è stato troppo monologo, prima che la destra governasse. Grazie ai Gruppi parlamentari di Camera e Senato per aver organizzato questa due giorni a Firenze per immaginare il futuro della cultura. Non poteva esserci una scenografia più adatta di questa città – ha concluso Arianna Meloni – in cui si concentra così tanta storia e tanta bellezza».

Giuli: alla sinistra restano soltanto i comici

Nella due giorni sono stati tanti gli interventi che hanno ribadito a una sola voce i successi del governo. Il ministro della Cultura Alessandro Giuli ha concluso l’evento al teatro Niccolini usando parole inequivocabili. «La sinistra pensava che la cultura fosse roba loro», «avevano intellettuali e li hanno persi, si sono poi affidati agli influencer, ora gli sono rimasti i comici e basta», mentre «noi abbiamo fatto del Mic il ministero del popolo della Cultura, facendo uscire la cultura dalle stanze polverose dei salotti».

Nell’evento che ha rappresentato gli «stati generali della cultura» di Fratelli d’Italia, Giuli ha rivendicato con orgoglio: «Stiamo governando la cultura veramente da patrioti», «il 30% degli italiani oggi sono rappresentati, oltre che da un governo solido e con grandi prospettive, da un’identità culturale, quello che fino a pochi anni fa era rubricata a sottocultura antisistema».

Dal palco Giuli ha replicato alle recenti critiche dell’attore Elio Germano, e anche alla comica e conduttrice Geppi Cucciari, in occasione della cerimonia dei David di Donatello. «C’è una minoranza rumorosa che si impadronisce perfino dei più alti luoghi delle istituzioni italiane, il Quirinale, per cianciare in solitudine, isolati – ha detto -, mi riferisco a Elio Germano».

L’esponente di FdI rivendica anche il cambio ai vertici della fondazione del museo Ginori di Sesto Fiorentino, dopo le polemiche seguite alla mancata riconferma del suo ex presidente, Tomaso Montanari: «La Fondazione Ginori è tropo importante perché non venga amministrata bene. Bisogna lavorare più che stare in tv, depoliticizzare la governance della fondazione Ginori, anche in presenza di un preaccordo con uno specchiato odiatore militante come Montanari, è un dovere civile».

Il buon governo della destra è confermato dai numeri raggiunti nel 2024 a livello di visitatori e incassi per i musei e i parchi archeologici statali, «un risultato superiore perfino ai livelli pre-Covid. È il segno di quanto il governo stia ben operando e di come la cultura e la bellezza italiane siano riconosciute e apprezzate nel mondo». Tra gli ospiti della kermesse fiorentina l’Ad della Rai Giampaolo Rossi ha rivendicato la mission: «L’audiovisivo è strategico da un punto di vista industriale ma soprattutto identitario e culturale. La Rai non è solo un’azienda, è un hub industriale che tiene insieme quasi da solo l’intera industria dell’audiovisivo».

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di Luisa Perri - 10 Maggio 2025