CERCA SUL SECOLO D'ITALIA

Cinema sinistra

"Insurrezione" da Gramellini

“La crisi del cinema è anche colpa nostra”. L’attore di sinistra dice la verità sui film-flop e viene “massacrato” dagli stessi compagni

Nel corso di "In altre parole, Valerio Aprea, artista non certo sospettabile di simpatie meloniane, ha affermato che la critica sui costi e i ricavi "è condivisibile. La crisi del cinema italiano bisogna addossarcela, non siamo intoccabili". Lo studio gli si rivolta contro, da Makkox ("mi alzo e me ne vado"), a Lella Costa (c'è altro nella vita oltre il mercato"). Gli intolleranti

Politica - di Angelica Orlandi - 20 Maggio 2025 alle 17:06

In questi giorni di lacrime e strali da parte degli attori contro il ministro Alessandro Giuli e la politica del governo sul cinema è andata in onda una puntata di “In altre parole” di Gramellini su la 7. Una puntata molto illuminante sul gradi di democrazia dei “veri” democratici. L’attore Valerio Aprea, ospite in studio, ha osato dire la verità sul rapporto finanziamenti-incassi e i “compagni” in studio l’hanno bullizzato, da Makox a Lella Costa. Tutto lo studio è insorto contro di lui, attore non certo sospettabile di simpatie meloniane. E’ un attore diciharatamente di sinistra, spesso impegnato impegnato in monologi sul 25 aprile. Ecco cosa ha detto:

Valerio Aprea da Gramellini: ” La crisi del cinema bisogna addossarcela”

 “Effettivamente molti film che facciamo.. in effetti non è una sciocchezza… Non significa che si debba fare quello che dicono loro. Però usano una argomentazione condivisibile: la crisi del cinema italiano bisogna addossarcela. Dobbiamo fare un prodotto valido sempre in maniera straordinaria; affinché non si possa strumentalizzare un’affermazione del genere. Ha un fondamento, faccio un’autocritica al settore: non siamo intoccabili in quanto artisti…”.

Makkox: “Mi alzo e me ne vado”

Non l’avesse mai detto. Makkox insorge: “Adesso mi alzo e me ne vado. Quando finanzi la cultura non stai comprando un bitcoin, non è un investimento finanziario: è a perdere”. Aggiunge la pasionaria Lella Costa: “Non si deve sempre stare nel mercato, c’è altro nella vita”. Poi  Agnese Pini: “Se sfili informazione e cultura dall’ecosistema della democrazia, poi anche questa crolla e quindi ce ne dobbiamo fare carico”. Tutti in studio l’hanno guardato male, anche se il suo discorso non era certo una ciambella al governo, fa notare Nicola Porro, che per primo ha notato “il processo” intentato dalla sinistra a un attore di sinistra. L’attore si è permesso di dire che il cinema italiano dovrebbe farsi un esame di coscienza sui finanziamenti pubblici che riceve e le poche entrate che genera. Aprea spiegava come la destra stia «strumentalizzando» questa polemica sul cinema, che «vuole vincere facile»; evidenziano altresì che il cinema italiano dovrebbe fare prodotti che riscuotano un minimo di successo commerciale.

Lella Costa contro l’attore: Non bisogna stare sul mercato

In studio non c’era posto per questo senso di ragionevolezza in chiaro- scuro. Lella Costa, stizzita, spiegava che la cultura non deve seguire il mercato, ma dimostrando di non aver capito il senso complessivo del discorso. Makkox, fintamente ironico, minacciava di alzarsi e andarsene dallo studio. Gramellini aggiungeva: ciò che non ha successo oggi potrebbe averlo tra vent’anni. Morale: a sinistra c’è un’intolleranza alla dialettica delle idee: pensavamo fosse un trattamento riservato solo contro la destra, invece vale anche contro gli stessi “compagni”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

di Angelica Orlandi - 20 Maggio 2025