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La Cisl non sale sulle barricate di Landini: «Sbaglia». Da Fumarola altolà sui referendum e sì al dialogo con Meloni
Neanche il tempo di smontare il palco del Concertone e già tornano a farsi sentire le profonde differenze tra i sindacati. La leader della Cisl: «I referendum sbagliati nel metodo e nel merito, così si va a sbattere. Meloni? Da lei dichiarazioni che promettono bene»
Neanche il tempo di smontare il palco del Concertone e i sindacati si trovano nuovamente su posizioni separate, a partire da referendum e dialogo auspicato dal governo e ora focalizzato sul tema della sicurezza sul lavoro. Mentre Maurizio Landini continua a presentare i quesiti per l’abrogazione delle norme del Jobs Act come salvifici sotto ogni aspetto, la segretaria della Cisl, Daniela Fumarola, spiega che sono un modo con cui «si continua a guardare al futuro con lo specchietto retrovisore». «Ma così – avverte – si rischia di andare a sbattere».
L’altolà di Fumarola sui referendum: «Si rischia di andare a sbattere»
Intervistata dal Foglio, la leader della Cisl ha sottolineato che «il referendum è uno strumento sbagliato nel merito e nel metodo». «Nel metodo non risolve le questioni che pretende di affrontare: non ristabilisce l’articolo 18, ma anzi fa tornare le tutele alla Legge Fornero, riducendo il numero di indennità riconosciute al lavoratore in caso di licenziamento. Ma è soprattutto nel merito la nostra critica. Una battaglia di retroguardia che non intercetta i problemi reali del mercato di lavoro di oggi. Che sono criticità di ordine prevalentemente qualitativo, non quantitativo», ha sottolineato.
Quanto ai livelli salariali, poi, Fumarola ha chiarito che «la chiave di volta è quella della formazione, delle competenze, di un sistema produttivo da spostare su più alti livelli di valore aggiunto attraverso l’innovazione». Per Fumarola, «quella delle politiche attive è ancor oggi la più grande sfida da cogliere. Si tratta di spostare le tutele “dal posto alla persona” e dando vita a un nuovo Statuto che protegga e promuova ogni individuo garantendo formazione continua, sostegno al reddito e orientamento».
La sicurezza sul lavoro? «Le parole di Meloni promettono bene, la convocazione è importante»
Parlando poi del tema della sicurezza sui posti di lavoro, su cui il governo ha convocato i sindacati per l’8 maggio a Palazzo Chigi, Fumarola ha chiarito che «noi pensiamo che la convocazione del Governo sia importante». «Certo vanno messe alla prova dei fatti, ma le dichiarazioni di Meloni promettono bene, indicando – ha spiegato – una direzione che noi auspichiamo da tempo: un’alleanza tra istituzioni e parti sociali sulla sicurezza. Cominciamo da qui, e poi apriamo a un patto per il lavoro che affronti e leghi incrementi salariali e di produttività, innovazione e formazione, buona flessibilità contrattata e partecipazione».
L’avvertimento della leader della Cisl: «Bisogna dare una chance al dialogo»
Quanto ai toni barricaderi di Landini, che dal palco della manifestazione romana del 1° maggio ha preventivamente lanciato una chiamata alla mobilitazione, Fumarola ha sottolineato che il fatto che il tema della sicurezza sul lavoro «debba essere il baricentro di un campo di azione condiviso non ci piove: lo abbiamo detto insieme il primo maggio titolato non a caso “Uniti per la sicurezza”». «Il punto – ha chiarito – è dare al dialogo una chance e capire se c’è un comune sentire sulla direzione da intraprendere. Quello che serve è una “coalizione dei volenterosi” che facciano da apripista su obiettivi immediati e orizzonte strategico».
Intervistata poi da Radio Vaticana, la leader della Cisl ha quindi anticipato che nell’incontro col governo «chiederemo di mettere in campo una strategia nazionale che deve trovare tra gli elementi più qualificanti la formazione. Serve formazione all’interno dei luoghi di lavoro, sia per i lavoratori ma anche per gli imprenditori. Noi pensiamo ci debba essere un’azione molto più stringente da parte degli ispettori e quindi più controlli anche attraverso l’intelligenza artificiale». «Pensiamo che ci debba essere anche un maggiore protagonismo da affidare ai rappresentanti dei lavoratori in azienda e che vadano incentivate di più e meglio quelle imprese che investono in innovazione e sicurezza. E poi inserire nei programmi scolastici di più questi temi, perché i ragazzi di oggi saranno i lavoratori, gli imprenditori, i professionisti del domani», ha concluso, toccando temi già in gran parte anticipati da Giorgia Meloni nel videomessaggio diffuso alla vigilia del 1° maggio, nel quale ha illustrato un impegno del governo sul tema da oltre 1,2 miliardi di euro.