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Italiane messe incinte per avere il permesso di soggiorno: l’ultima frontiera dei migranti irregolari

Il caso di Novara

Italiane messe incinte per avere il permesso di soggiorno: l’ultima frontiera dei migranti irregolari

Cronaca - di Carlo Marini - 16 Maggio 2025 alle 15:05

Mettere incinta una donna sul territorio nazionale per avere il permesso di soggiorno, pur essendo irregolari. È l’ultima frontiera, la più incredibile, ma allo stesso tempo la più allarmante, sul fronte sull’immigrazione clandestina in Italia. La denuncia arriva da Novara, dove una bambina di 14 mesi è stata trovata positiva alla cocaina: il padre, un immigrato irregolare, l’aveva sottratta alla madre (una giovane italiana) per consegnarla a un’altra donna, pregiudicata e tossicodipendente.

Se metti incinta un’italiana non puoi venire espulso

L’episodio di Novara consegna alle cronache un quadro allarmante: l’uomo aveva infatti costretto la ragazza italiana e dare alla luce la bambina solo ed esclusivamente per avere il permesso di soggiorno. La normativa concede infatti, con la paternità, l’impossibilità di venire espulsi dal territorio nazionale. Se uno dei genitori è cittadino italiano (e quindi anche il figlio è cittadino italiano), il genitore straniero avrà diritto, dopo la nascita, ad un permesso di soggiorno per motivi familiari.

La richiesta al tribunale dei minorenni: e il permesso di soggiorno slitta a tempo indefinito

Questo anche se il genitore straniero è irregolare ed è privo di permesso di soggiorno e non coniugato (articolo 30, lettera d, del Decreto Legislativo n. 286/98: “Fatti salvi i casi di rilascio o di rinnovo della carta di soggiorno, il permesso di soggiorno per motivi familiari è rilasciato <….> d) al genitore straniero, anche naturale, di minore italiano residente in Italia. In tal caso il permesso di soggiorno per motivi familiari è rilasciato anche a prescindere dal possesso di un valido titolo di soggiorno, a condizione che il genitore richiedente non sia stato privato della potestà genitoriale secondo la legge italiana”). 

La legge consente inoltre di rimanere in Italia al genitore naturale (non coniugato) di chiedere al Tribunale per i minorenni l’autorizzazione a restare in Italia per motivi attinenti alla crescita ed allo sviluppo psicofisico del bambino, a prescindere dal possesso di un permesso di soggiorno. In questo caso, il Tribunale per i minorenni, valutati i motivi connessi con lo sviluppo psicofisico e tenuto conto dell’età e delle condizioni di salute del minore che si trova nel territorio italiano, può autorizzare l’ingresso o la permanenza del familiare, per un periodo di tempo determinato, anche in deroga alle altre disposizioni del Decreto Legislativo n. 286/98 (articolo 31 del Decreto Legislativo n. 286/98). In pratica, in linea teorica, fino a che il bambino non diventa maggiorenne.

Il caso di Novara, la punta dell’iceberg del permesso di soggiorno

A ottobre dello scorso anno, una donna italiana aveva denunciato di aver intrapreso una relazione sentimentale con un uomo, straniero, irregolare sul territorio nazionale e del quale conosceva solo il soprannome, che, in seguito a ripetuti maltrattamenti, l’avrebbe costretta a portare a termine una gravidanza in modo tale da poter richiedere il permesso di soggiorno legato alla nascita del figlio. La relazione è continuata per alcuni mesi dopo il parto, fino a quando l’uomo ha preso con sé la bambina ed ha fatto perdere le proprie tracce.

La Squadra Mobile di Novara, sezione reati contro la persona, ha immediatamente avviato le indagini riuscendo ad identificare lo straniero che risultava essere anche senza fissa dimora e gravato da numerosi precedenti di polizia per reati contro la persona, il patrimonio, gli stupefacenti e possesso di armi clandestine.

L’immigrato aveva abbandonato la bambina a una tossicodipendente

Dopo mesi di continue ricerche, l’uomo è stato rintracciato all’interno di un locale notturno e, dopo iniziali resistenze, ha confessava agli investigatori di aver affidato la bambina ad una donna pregiudicata e tossicodipendente residente in provincia. Gli agenti a quel punto sono riusciti a individuare l’esatta ubicazione in cui si trovava la minore e, una volta fatto accesso all’interno dell’abitazione, hanno trovato la bambina, costretta a vivere in condizioni di abbandono e di scarsa igiene, motivo per cui veniva trasportata presso l’Ospedale Maggiore di Novara. Considerato il contesto in cui viveva la bambina, gli agenti hanno chiesto di sottoporre la minore ad un accertamento tossicologico che dava esito positivo in quanto veniva riscontrata la presenza di cocaina.

Valutata quindi la gravità della situazione e le conseguenze che sarebbero potute accadere se la bambina avesse continuato a vivere in quelle condizioni, è stato deciso di affidare la minore ad una struttura protetta mentre entrambi i genitori e la donna alla quale era stata affidata sono stati denunciati alla Procura della Repubblica di Novara. È stata informata altresì la Procura per i Minorenni di Torino che, richiesta la convalida del provvedimento di urgenza, si è immediatamente attivata, chiedendo l’apertura di procedura di adottabilità della piccola, per garantirle finalmente un contesto di vita adeguato.

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di Carlo Marini - 16 Maggio 2025