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Incendio all’Ex Ilva, la procura di Taranto sequestra l’impianto. Urso: rischiamo un’altra Bagnoli

Tre dirigenti indagati

Incendio all’Ex Ilva, la procura di Taranto sequestra l’impianto. Urso: rischiamo un’altra Bagnoli

Politica - di Luigi Albano - 10 Maggio 2025 alle 14:31

Ci sono tre indagati nell’ambito dell’inchiesta della procura di Taranto sull’incendio verificatosi la mattina del 7 maggio a una delle tubiere dell’altoforno 1 che ha portato al sequestro probatorio dell’impianto. Si tratta di tre dirigenti di Acciaierie d’Italia in As: il direttore generale della società, Maurizio Saitta, il direttore dello stabilimento di Taranto, Benedetto Valli, e il direttore dell’area altoforni, Arcangelo De Biasi.

Il pm Francesco Ciardo ipotizza i reati di omissione dolosa di cautele sui luoghi di lavoro e getto pericoloso di cose. La struttura legale dell’azienda ha preparato memorie e documentazione tecnica per chiedere la revoca del provvedimento di sequestro. In marcia attualmente c’è solo l’altoforno n.4, in attesa che venga rimesso in funzione il numero 2. Circa 70 lavoratori sono stati ricollocati temporaneamente alla formazione, ma i sindacati paventano ora un aumento della cassa integrazione e ripercussioni sulle trattative per la vendita del gruppo agli azeri di Baku Steel.

La Procura di Taranto ha sequestrato l’impianto dopo un incendio all’altoforno 1

Un provvedimento che allarma il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso: “Se il sequestro dell’Altoforno prevederà anche l’inibizione all’uso, dovremo necessariamente, e già lo ho annunciato i sindacati, prevedere un forte numero di lavoratori in cassa integrazione con la riduzione significativa della produzione. Se il provvedimento inibirà anche la manutenzione degli impianti, che deve essere effettuata nelle prossime ore, compromettendo per sempre, il ripristino dell’Alto Forno, potete immaginare quali possono essere le conseguenze. Aspettiamo ovviamente, nel rispetto dell’equilibrio dei poteri, le decisioni dei magistrati”.

A margine dell’inaugurazione del Tecnopolo Mediterraneo a Taranto rispondendo ai giornalisti che gli chiedevano se il sequestro dell’Altoforno disposto dalla procura di Taranto ostacola o rischia di far saltare la trattativa con gli azeri per l’ex Ilva, Urso ha ricordato che “proprio in queste ore è in corso il negoziato” con gli azeri di Baku Steel per la vendita del gruppo. “È un negoziato difficile, complesso, che deve mettere insieme tante cose. Deve mettere insieme la funzionalità degli impianti. Se non vi è la funzionalità degli impianti, il negoziato si interrompe. Nessuno ovviamente mai scommetterà sulla riconversione industriale e tecnologica di quello che era il più grande impianto siderurgico europeo”, sottolinea Urso.

In pratica, evidenzia l’esponente di Fratelli d’Italia, “se il sequestro dell’altoforno prevederà anche l’inibizione all’uso dovremo necessariamente aspettarci un forte numero di lavoratori in cassa integrazione e una riduzione significativa della produzione. Ma se il provvedimento inibirà anche la manutenzione degli impianti che deve essere effettuata nelle prossime ore, compromettendo per sempre il ripristino dell’altoforno, potete immaginare quali possono essere le conseguenze. È chiaro che se qui si crea un’altra Bagnoli finirà come a Bagnoli”.

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di Luigi Albano - 10 Maggio 2025