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Il tempo del futurismo non è finito. Un’altra grande mostra a Desenzano curata da Giordano Bruno Guerri

Marinetti "raddoppia"

Il tempo del futurismo non è finito. Un’altra grande mostra a Desenzano curata da Giordano Bruno Guerri

Opere futuriste nel castello medievale sul Garda. Un accostamento fascinoso tra tradizione e modernità in un dialogo costante tra epoche storiche. Il curatore: Un arte per tutti

Cronaca - di Angelica Orlandi - 2 Maggio 2025 alle 13:56

Il tempo del futurismo non è finito. Si è appena conclusa la grande mostra romana con oltre 160mila visitatori e subito se ne apre un’altra. Si tratta di “Mondo Futurista”,  curata dallo storico e scrittore Giordano Bruno Guerri, presidente della Fondazione Il Vittoriale degli Italiani, e dallo storico dell’arte Matteo Vanzan, direttore di MV Arte. Sarà ospitata al Castello di Desenzano del Garda (Brescia) dal 4 maggio al 26 ottobre. All’inaugurazione in programma domenica prossima, alle ore 11.30, sarà presente il ministro della Cultura, Alessandro Giuli. La formula “Mondo Futurista”, spiega Guerri, è allo stesso tempo un omaggio allo scritto di Giacomo Balla del 1918 “Universo Futurista” e una dichiarazione d’intenti: “Un titolo che racchiude l’intero senso di una mostra che si propone di offrire ai visitatori una panoramica il più ampia possibile del movimento; raccontandolo non solamente nel suo aspetto di rinnovamento estetico, ma come la vera ‘rivoluzione d’intenti’ estetici e formali che fu. E che, dal Manifesto di Filippo Tommaso Marinetti del 1909, è giunta fino ai giorni nostri influenzando arti visive, musica, letteratura, teatro e, per certi versi, la vita stessa”.

Guerri presenta “Mondo futurista”

L’esposizione si compone di 50 opere (olio su tela, disegni, studi preparatori, tecniche miste su tela e su carta, sculture, litografie e manifesti d’epoca) provenienti da collezioni pubbliche e private. E di una selezione di testi disposti in un percorso che si sviluppa disegnando un arco temporale che inizia nel 1901: con “Il lavacro dell’umanità” di Gaetano Previati. E si conclude nel 1942-1943 con “Biliardo” di Renato di Bosso. Nel mezzo, opere iconiche come “Forme uniche della continuità nello spazio” di Umberto Boccioni; insieme a lavori inediti e riscoperte come “Maggio 1915” di Plinio Nomellini, presentato alla Biennale di Venezia del 1920; e la “Città Cosmica” di Italo Fasulo del 1940, opera esposta invece nella Biennale del 1942. Ancora, “L’Arte dei Rumori” di Luigi Russolo e “Anti Biennale” di Fortunato Depero.. E, tra i testi, la prima edizione del 1910 di “Mafarka il Futurista” e di “Zang Tumb Tumb” del 1914: entrambi firmati da Marinetti e da lui dedicati a Enrica Piubellini, poetessa futurista desenzanese.

“Mondo futurista” nel castello medievale di Desenzano

Opere che si affiancheranno a quelle di Cesare Andreoni, Giacomo Balla, Anselmo Bucci, Benedetta Cappa Marinetti, Luigi Bonazza; Bot, Tullio, Crali, Giulio D’Anna, Fortunato Depero; Michele Falanga, Corrado Forlin, Marisa Mori, Uberto Bonetti, Tato e molti altri. Un’innovazione e una rottura con la tradizione che si fanno ancora più potenti nell’ambientazione scelta: la mostra è allestita all’interno del Castello di Desenzano: un edificio del XIII secolo, in un dialogo tra epoche storiche che contrappone la celebrazione della modernità, della velocità e il progresso tecnologico degli ideali futuristi all’atmosfera solenne e granitica medievale. “Uno scambio tra passato e futuro che solleva domande sull’eterna tensione tra tradizione e innovazione: trasformando il castello in un elemento attivo del percorso espositivo – sostiene Guerri all’Adnkronos -. Più di una mostra, ‘Mondo Futurista’ si pone dunque come un’esperienza attraverso un movimento che ha cambiato per sempre il modo di concepire l’arte e la modernità”.

Chi sono i “debitori” dell’arte di Marinetti

Giordano Bruno Guerri presentando la mostra ha spigato: “Marinetti per primo parlò di un’arte ‘per tutti’: di una cultura da trasferire fuori dai suoi luoghi istituzionali, in modo da donare a ognuno ‘la volontà di pensare, creare, svegliare, rinnovare’. La pop art, Andy Warhol, le esplorazioni musicali di John Cage, gli happening hanno molti debiti verso di lui. Questa mostra dimostra in abbondanza quanto sia stato importante, innovativo e ancora vivo fra noi, il movimento creato dal geniale Filippo Tommaso Marinetti. Particolarmente importante è la presenza della scultura ‘Forme uniche della continuità nello spazio’, di Umberto Boccioni: nell’esemplare dello straordinario fonditore Francesco Bruni, che la tenne per sé e la mise in giardino, dove rimase fino a un anno fa. Nei cinquant’anni trascorsi all’aria aperta, ossidato verde ma inossidabile a sole, notti, pioggia, fulmini, agenti atmosferici che non hanno mai fermato la corsa futurista. Libero di incantarci con la sua strabiliante bellezza”.

 

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di Angelica Orlandi - 2 Maggio 2025