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Il reddito di cinemanza spiegato bene da Capezzone: “Soliti noti che chiedono soldi per raccontarci le solite storie” (video)

A fondo perduto

Il reddito di cinemanza spiegato bene da Capezzone: “Soliti noti che chiedono soldi per raccontarci le solite storie” (video)

I Video del Secolo - di Luisa Perri - 23 Maggio 2025 alle 14:22

Lo hanno ribattezzato reddito di cinemanza e il termine è particolarmente calzante. Secondo il calcolo di Libero sarebbero addirittura oltre 7 miliardi di euro in meno di dieci anni i soldi che lo Stato italiano ha elargito al mondo del cinema per produrre pellicole che in molti casi non ha visto praticamente nessuno. Il che spiega nel modo migliore il motivo per cui i soliti noti del mondo del cinema e dello spettacolo hanno scatenato la loro ira funesta e rossa contro il governo Meloni.

Il reddito di cinemanza è stato spiegato benissimo da Daniele Capezzone in questo breve intervento a Radio Radio.“Sempre gli stessi attori con le stesse storie di crisi esistenziali, a 20, a 30, a 40 anni ci raccontano il loro essere irrisolti e vogliono i fondi per farlo: ci avete rotto”, dice il direttore editoriale di Libero ai microfoni di Francesco Vergovich.

Reddito di cinemanza: i numeri dei flop costati milioni di euro

Un reddito di cinemanza, come quello di cittadinanza, perché i film non vengono più prodotti in funzione del pubblico e dello spettatore, ma finalizzati solo al finanziamento pubblico. Chi non ci crede prenda in esame questi pochi dati. Nel dettaglio, tra il 2017 e il 2022 i fondi pubblici ammontano a 1,3 miliardi di euro (con 258,66 milioni solo nel 2023): 206 milioni per tax credit, 398 film finanziati.
Ci sono pellicole che hanno venduto 29 biglietti. Clamoroso il film Prima di andare via, che ha percepito 700mila euro di fondi pubblici. In questo lasso di tempo spuntano 20 film che sono costati 11 milioni e mezzo e che hanno incassato in media duemila euro nelle sale. Impressionante, inoltre, il numero di pellicole prodotte e mai distribuite. Nell’arco di tempo che va dal 1994 al 2006, il reddito di cinemanza è stato distribuito per 817 milioni di euro per 544 opere, con una media del 24% di pellicole mai distribuite.

La riforma firmata dal ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano e proseguita dal suo successore Alessandro Giuli mira a distribuire le risorse in maniera più razionale, evitando un sussidio a pioggia che, come spesso accade, favorisca i soliti noti. Per dirla con l’attore Michele Morrone, che ormai risiede a Hollywood e quindi può consentirsi il lusso di dire ciò che sanno tutti: “E’  il solito circoletto rosso di questi Che Guevara 2.0”

 

 

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di Luisa Perri - 23 Maggio 2025