
Il solito "fronte del no"
Il Ponte sullo Stretto fa «un altro importante passo avanti». Fegati amari a sinistra: si attaccano alle fake per consolarsi
L'opera ottiene il via libera del ministero dell'Ambiente. Salvini saluta il risultato con soddisfazione. Pur di trovare qualcosa a cui appigliarsi, l'opposizione cavalca indiscrezioni su tagli dei fondi alle Province e un rilievo del Quirinale già affrontato dal Mit
Il Ponte sullo Stretto ha incassato il via libera del ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, segnando quello che il ministro Matteo Salvini ha salutato come «un altro fondamentale passo in avanti». Una bella notizia, ma non per il “fronte del no” – a questa come ad altre infrastrutture – che subito ha preso a lanciare allarmi sul fatto che per finanziare l’opera saranno tolti soldi alle Province per la manutenzione stradale. O a cavalcare un rilievo che, secondo alcune indiscrezioni, sarebbe stato sollevato dal Quirinale prima di approvare il decreto, rispetto al meccanismo di controllo anti-mafia centralizzato al ministero dell’Interno. Indiscrezione quest’ultima rispetto alla quale è arrivata una precisazione del Quirinale sul fatto che «la norma sui controlli antimafia non era contenuta nel testo preventivamente inviato al Quirinale, ma è apparsa poche ore prima della riunione del Consiglio dei ministri» e che «la legislazione in vigore contempla norme antimafia rigorose per le opere come il Ponte di Messina» e, dunque, basta quella.
La fake dei fondi tagliati alle Province per finanziare il Ponte sullo Stretto
Sulle due questioni l’opposizione si è molto agitata, nonostante i chiarimenti del ministero delle Infrastrutture. Sulla questione dei fondi che sarebbero stati tagliati alle Province il Mit ha chiarito che «contrariamente a quanto sostenuto da alcuni media, anche oggi e perfino su una prima pagina, si ribadisce che la rimodulazione dei fondi per le Province non ha riguardato in alcun modo il Ponte sullo Stretto». «In altre parole – ha precisato il ministero – non c’è stato trasferimento di fondi dagli enti locali all’opera che collegherà Calabria e Sicilia». Sulla questione è intervenuto anche il capogruppo della Lega al Senato, Massimiliano Romeo. Riprendendo il chiarimento del Mit, Romeo ha spiegato che effettivamente «abbiamo constatato che esiste una problematica relativa ai fondi per le Province per il 2025 e 2026, ma stiamo già lavorando per porvi rimedio». «Soprattutto – ha aggiunto – quanto avvenuto non è in correlazione con il Ponte sullo Stretto, contrariamente a quanto sostiene il presidente dell’Upi, Pasquale Gandolfi, esponente del Pd. Non si capisce perché – ha concluso – mentre siamo già all’opera per trovare una soluzione, si debba alimentare una polemica su una fake news e strumentalizzarla a fini politici».
Nell’opposizione la solita gara a chi la spara più grossa
L’appello di Romeo a evitare strumentalizzazioni è però caduto nel vuoto: nonostante il chiarimento, nel Pd c’è stato chi, come la deputata Silvia Roggiani, ha chiesto a Salvini di dire «dove sono finiti i fondi» e nel M5S chi, come il deputato Agostino Santillo, ha sostenuto che «l’impressione è che Salvini scipperebbe sua madre pur di finanziare l’opera». Il tenore, insomma, è chiaro. Così come lo è sull’altro punto: i controlli anti-mafia. “È sorprendente che Salvini scopra solo ora che esista un rischio mafia”, è la sorta di coro unanime che si è levato dal fronte Pd, M5S, Avs. In realtà, la norma oggetto delle riserve del Quirinale era stata pensata proprio per garantire un alto coordinamento contro le eventuali infiltrazioni, affidandolo alla Struttura di prevenzione antimafia centralizzata che già esiste al ministero dell’Interno e che vigila su altre partite di primo piano, dalla Milano-Cortina alle ricostruzioni post terremoto. Il Mit comunque ha preso atto e agito di conseguenza.
Per i controlli anti-mafia anche il Parlamento è chiamato a fare la sua parte
«Il Dl infrastrutture è in vigore. In sede di conversione, il Mit auspica fortemente che il Parlamento possa valutare l’importanza di alcune integrazioni, a partire dal rafforzamento dei controlli anti-mafia sul Ponte sullo Stretto a cui hanno già lavorato i ministri Matteo Salvini e Matteo Piantedosi, con l’apporto dei ministeri dell’Economia, della Difesa e della Giustizia», hanno fatto sapere fonti del Mit. «Un’opera così importante – hanno ricordato – merita il massimo dell’attenzione, per garantire legalità e trasparenza nel coinvolgimento delle migliaia di imprese e degli oltre 100mila lavoratori che parteciperanno alla costruzione». L’opposizione avrà quindi modo di dare il proprio contributo costruttivo per fare in modo che la realizzazione del Ponte sullo Stretto possa avere il solido scudo che merita.