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Il Papa incontra la stampa: “Disarmiamo le parole, basta ideologie e faziosità. La pace comincia da noi” (video)

Aula Paolo VI

Il Papa incontra la stampa: “Disarmiamo le parole, basta ideologie e faziosità. La pace comincia da noi” (video)

Un'interminabile standing ovation ha accolto l'ingresso del Pontefice. L'invito a uscire dalla Torre di Babele per una comunicazione senza fragore, rancore e odio. L'appello per la liberazione dei giornalisti incarcerati e le battute su Sinner

Cronaca - di Elsa Corsini - 12 Maggio 2025 alle 15:27

Ironico, alla mano, ma “tosto”. Oggi papa Leone XIV ha incontrato la stampa di tutto il mondo nell’Aula Paolo VI. Una interminabile standing ovation ha accompagnato il suo ingresso. Discorso rigorosamente in italiano, preceduto da un incipit in inglese per rompere il ghiaccio. “Buongiorno! E grazie per questa splendida accoglienza! Dicono che applaudire all’inizio non importa poi molto… Se alla fine siete ancora svegli e volete ancora applaudire… Grazie mille!”.

Il Papa ai giornalisti: “Disarmiamo le parole”

A partire dalla pace, che “comincia da ognuno di noi, dal modo in cui guardiamo gli altri”, il pontefice ha affrontato molti temi invitando a “disarmare le parole”. Nel lungo intervento non è mancato l’appello per la liberazione dei giornalisti incarcerati e le sfide poste dall’intelligenza artificiale. Citando il “Discorso della montagna” ha ricordato la frase di Gesù “Beati gli operatori di pace”. Una Beatitudine “che ci sfida tutti e che vi riguarda da vicino. Chiamando ciascuno all’impegno di portare avanti una comunicazione diversa. Che non ricerca il consenso a tutti i costi. Non si riveste di parole aggressive, non sposa il modello della competizione. La pace comincia da ognuno di noi”.

I tempi ci chiedono di non cedere alla mediocrità

“I tempi difficili in cui viviamo – ha aggiunto il Papa – chiedono di non cedere mai alla mediocrità. Come ci ricorda Sant’Agostino, che diceva: ‘Viviamo bene e i tempi saranno buoni. Noi siamo i tempi”. Poi l’appello per la liberazione dei giornalisti incarcerati. “La Chiesa riconosce in questi testimoni il coraggio di chi difende la dignità, la giustizia e il diritto dei popoli a essere informati. Perché solo i popoli informati possono fare scelte libere. La sofferenza di questi giornalisti imprigionati interpella la coscienza delle Nazioni e della comunità internazionale, richiamando tutti noi a custodire il bene prezioso della libertà di espressione e di stampa”.

Grazie per il servizio svolto per la morte di papa Francesco

Papa Leone XIV ha anche ringraziato la stampa  per il servizio svolto per la morte di papa Francesco. “Siete stati a Roma in queste settimane per raccontare la Chiesa, la sua varietà e, insieme, la sua unità. Avete accompagnato i riti della Settimana Santa. Anche in  questa occasione siete riusciti a narrare la bellezza dell’amore di Cristo che ci unisce tutti”. Ancora un invito forte a uscire dalla “Torre di Babele” di una comunicazione con “linguaggi senza amore, spesso ideologici o faziosi”.

Non serve una comunicazione muscolare ma capace di ascolto

Infine la sfida dell’intelligenza artificiale, già affrontata nella prima omelia ai cardinali. “Col suo potenziale immenso richiede responsabilità e discernimento per orientare gli strumenti al bene di tutti. E questa responsabilità riguarda tutti, in proporzione all’età e ai ruoli sociali”. “Cari amici, impareremo con il tempo a conoscerci meglio”, ha concluso il Pontefice. “Abbiamo vissuto giorni davvero speciali. Li abbiamo, li avete condivisi con ogni mezzo di comunicazione: la Tv, la radio, il web, i social. Per questo ripeto a voi oggi l’invito fatto da Papa Francesco. Disarmiamo la comunicazione da ogni pregiudizio, rancore, fanatismo e odio. Non serve una comunicazione fragorosa, muscolare, ma piuttosto una comunicazione capace di ascolto. Una comunicazione disarmata e disarmante. Grazie. Che Dio vi benedica! E arrivederci”.

Siparietti e battute sul tennis, “non mi portate Sinner”

Ai margini dell’udienza,  Papa Leone XIV si è concesso qualche siparietto scherzoso, non sottraendosi a battute. Anche sulla sua grande passione, il tennis. Quando gli è stato chiesto se si potesse fare una partita di beneficienza con Agassi, ha risposto sorridento: “È una buona idea però non portiamo Sinner”. Anche perché in inglese significa ‘peccatore’. Poi si è fermato anche a firmare qualche autografo, persino su una palla da baseball, sport amato sin dai tempi di Chicago. Interpellato dai giornalisti, ha confermato anche il suo primo potenziale viaggio internazionale a Nicea per il 1700esimo anniversario del Concilio : “Lo stiamo preparando per farlo”. Nel corso della giornata Prevost ha avuto un primo colloquio telefonico con Zelensky che lo ha invitato a Kiev per “una visita apostolica in Ucraina che – ha detto il presidente ucraino –  porterebbe speranza reale a tutti i credenti e a tutti gli ucraini”.

 

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di Elsa Corsini - 12 Maggio 2025