
Terzo mandato
Il governo impugna la legge del Trentino. Lega contraria ma è un “fatto tecnico”. E le sinistre speculano
Il Consiglio dei ministri ha impugnato la legge della Provincia autonoma di Trento sul terzo mandato. Esattamente come fece a gennaio per quella della Campania. Durante la riunione è stata esaminata la legge, approvata un mese fa dal consiglio provinciale di Trento, che permetterebbe al leghista Maurizio Fugatti di candidarsi per un terzo mandato consecutivo. Fonti presenti al Cdm precisano che non si è svolto un vero e proprio voto sulla questione, ma i ministri leghisti avrebbero comunque ribadito la loro contrarietà.
Il governo impugna la legge trentina sul terzo mandato
L’impugnazione rappresenta uno “strumento tecnico” non è un fatto politico, come vorrebbero le opposizioni in cerca di crepe nella maggioranza. La decisione del governo si basa anche sulla sentenza della Corte Costituzionale che ha bocciato la legge regionale della Campania. Che era stata varata “su misura” per permettere al presidente Vincenzo De Luca di correre per un terzo mandato. Dalla riunione – spiegano fonti vicine al Cdm – è emerso che “sul terzo mandato si ragiona”. L’obiettivo dell’impugnazione sarebbe dunque quello di fare chiarezza “su un quadro più ampio” dal punto di vista legislativo, in vista di un coinvolgimento di tutte le forze politiche. E che la decisione di Palazzo Chigi non sia un fatto politico si deduce dalla tempistica. Il mandato di Fugatti scade nel 2028 e quindi la pronuncia della Corte costituzionale arriverà ampiamente per tempo.
Salvini: nessun problema, questioni locali
Il dibattito è in corso con le sinistre sul piede di guerra. Lo stesso vicepremier Matteo Salvini dichiara che la difformità della Lega non avrà ripercussioni nazionali. “Nessun problema, questioni locali”, così il leader leghista. Più sensibile al tema, ovviamente, il presidente della provincia autonoma di Trento. “È un atto istituzionale molto pesante contro il Trentino – dichiara Maurizio Fugatti – e di chiara valenza politica contro le prerogative della nostra provincia autonoma”. Per il governatore della Liguria, Marco Bucci, il tema è bipartisan, non è strettamente di una parte politica o dell’altra. “Credo che alla fine si metteranno d’accordo. Il dialogo tra regioni e governo funziona. Sono assolutamente convinto che tutto si rimetterà a posto”.
Pd all’attacco: governo spaccato sulle poltrone
Le opposizioni non perdono la ghiotta occasione per sparare a zero contro un presunto conflitto tra Roma e le Regioni denunciando fantasiose crisi di governo. “Dopo la clamorosa spaccatura in Consiglio dei ministri sul terzo mandato nella provincia autonoma di Trento, è lecito chiedersi se esista ancora un governo Meloni”. Così la capogruppo al Senato di Italia Viva Raffaella Paita. I dem non sono da meno. Prima Chiara Braga, poi Francesco Boccia fino a Elly Schlein. “Oggi il governo si è spaccato sulle poltrone, che peraltro erano l’unica cosa che li teneva insieme e intanto anche oggi – dice la segretaria del Pd – non hanno parlato dei problemi degli italiani nel consiglio dei ministri”. A spegnere sul nascere le polemiche ci pensa Antonio Tajani. “Il problema era se impugnare o meno una legge regionale che fissava la possibilità di avere un terzo mandato. Il problema è di tipo giuridico non di tipo personale. Se una legge regionale, sia pure di una Regione a statuto speciale, possa scavalcare la legge nazionale. Io credo che prevalga sempre la legge nazionale”. Non c’è nessuna divisione – conclude il ministro degli Esteri – è solo un dibattito giuridico. Quindi si mettano l’anima in pace e non sperino in divisioni nel centrodestra che non ci saranno”.