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Ritorno a casa

Hamas libera l’ostaggio americano: fine della prigionia per il soldato Edan Alexander. Meloni: “Impulso decisivo dagli Usa”

Dopo quasi seicento giorni nelle mani dei terroristi, il ventunenne torna a casa dalla sua famiglia. I miliziani parlano di "gesto di buona volontà verso Trump" e si dichiarano pronti a tornare al tavolo delle trattative

Esteri - di Alice Carrazza - 12 Maggio 2025 alle 19:28

Hamas ha rilasciato oggi, nella zona meridionale di Gaza, il soldato israelo-americano Edan Alexander, ventunenne cresciuto nel New Jersey, rapito il 7 ottobre 2023 durante il raid alle basi militari israeliane al confine con la Striscia. Il giovane, arruolato nelle forze di difesa israeliane, era stato catturato vivo — un’anomalia in un attacco segnato da una violenza brutale — e da allora tenuto in ostaggio per 580 giorni.

Rilascio puntuale, senza scena

Alle 17:30 in punto, ora italiana, Edan è stato consegnato alla Croce Rossa nei pressi di Khan Younis. Questa volta, nessuna parata dell’orrore né passerelle propagandistiche di Hamas. Un rilascio sobrio, delicato per certi versi, definito come «gesto di buona volontà» da parte del gruppo terrorista palestinese nei confronti del presidente degli Stati Uniti Donald Trump, atteso domani nella Regione per una visita carica di aspettative.

Il coinvolgimento diretto di Washington

Fonti diplomatiche riferiscono che l’inviato speciale americano per il Medio Oriente, Steve Witkoff, ha contattato personalmente i genitori del giovane, Yael e Adi Alexander, nel pomeriggio di ieri. «Siamo rimasti completamente sorpresi dalla chiamata di Witkoff. Sapevamo dei negoziati, ma non di uno sviluppo così positivo», hanno dichiarato i genitori, che sono subito partiti per Israele insieme ad Adam Boehler, l’inviato statunitense per gli ostaggi. «Un’ottima notizia», è stato il commento sobrio del tycoon su Truth social.

Hamas ora vuole negoziare per “un cessate il fuoco globale”

La conferma ufficiale del rilascio è giunta da Hamas, che in un comunicato ha espresso la volontà di riaprire il tavolo dei negoziati per un «accordo di cessate il fuoco globale e sostenibile». Una svolta inaspettata, che si inserisce in un contesto reso instabile da mesi di tregue mancate, trattative interrotte e continui colpi di scena.

Netanyahu ringrazia Trump

Non si è fatta attendere poi la reazione del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, che ha telefonato personale al presidente americano per ringraziarlo del ruolo svolto. «Trump ha ribadito il suo impegno nei confronti di Israele e la sua volontà di continuare a collaborare a stretto contatto con il primo ministro», ha fatto sapere una nota dell’ufficio del premier.

L’accoglienza in Israele

La macchina logistica dell’Idf ha operato senza sosta: Alexander, dopo essere stato consegnato agli operatori umanitari è stato trasferito in una struttura dell’esercito nella base di Rèim per un primo controllo medico e psicologico. Qui incontrerà i familiari, prima di essere trasportato in elicottero all’ospedale Sourasky di Tel Aviv.

Meloni: “Impegnati a costruire un quadro di pace e sicurezza duraturo”

Anche da Roma, il rilascio ha suscitato reazioni. La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, durante una conferenza stampa con il primo ministro greco Kyriakos Mitsotakis, ha dichiarato: «Continuiamo a lavorare per la fine delle ostilità e l’accesso degli aiuti umanitari a Gaza, appoggiando il lavoro dei Paesi arabi per tracciare un quadro regionale di pace e di sicurezza che a nostro avviso deve includere anche la prospettiva dei due Stati». E ha aggiunto: «Credo che sia molto importante anche la missione nella Regione che sta per compiere il presidente Trump. Penso che dagli Stati Uniti possa arrivare un impulso decisivo».

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di Alice Carrazza - 12 Maggio 2025