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L'analisi

Gli effetti perversi della “religione woke” sulle donne e i bambini: il corpo nemico numero uno

Il si della "religione woke" su donne e bambini: il corpo decretato nemico numero unowokismo è diventato inseparabile da quella che può essere definita una cultura della censura. Il governo Meloni sta dimostrando, contrariamente alla sinistra, di voler contrastare gli effetti devastanti del politicamente corretto. La netta vittoria di Trump è apparsa come una "liberazione" da questa "cappa"

Cultura - di Andrea Verde - 26 Maggio 2025 alle 14:22

La religione woke porta con sé due grandi promesse; quella del genere con la liberazione definitiva dal corpo e quella dell’intersezionalità e dell’aggregazione di tutte le identità che si sentono oppresse. La sua forza deriva dal fatto che parte da istanze legittime come la lotta contro le discriminazioni, il razzismo o la rivalutazione delle colonizzazioni europee. Ma porta a conclusioni del tutto inaccettabili. Nato dal desiderio di sensibilizzare il mondo alla realtà delle discriminazioni, il wokismo è diventato inseparabile da quella che può essere definita una cultura della censura. Con la teoria del genere, i woke rifiutano la scienza biologica e professano un idealismo radicale, affermando che esiste solo la coscienza: libera di scegliere questo o quel sesso, questo o quel corpo. Inizialmente proliferò negli Stati Uniti e nel mondo anglosassone, più di recente in Francia e in Italia. I woke vogliono far trionfare le loro idee e formare nuove generazioni, più malleabili.

La “religione” woke”

Per Jean-François Braunstein, autore del saggio “la religione woke”, la teoria del genere é il perno della religione woke che mira ad imporsi in tutte le società umane senza eccezioni e a cancellare le differenze di sesso. Il sesso, secondo i wokisti, è assegnato in modo arbitrario alla nascita. La teoria del genere rappresenta il punto più estremo della cultura woke negando i fatti più elementari: contestando la scienza, la biologia e ricusando l’esistenza medesima della realtà. Per i wokisti il genere é determinato dalla coscienza di ognuno di sentirsi donna, uomo o altro. Se si osa legare il genere all’esistenza del corpo si verrà messi all’indice e tacciati di transfobia. Il rifiuto di riconoscere la realtà biologica porta ad affermazioni paradossali come: “le donne hanno il pene” o “gli uomini possono restare incinta”. Grazie alle teorie transgender, la teoria del genere promette di cambiare sesso o genere a piacimento. Con la fluidità di genere, l’ideale di emancipazione universale sarà portato a compimento; sarà, cioè, possibile liberarsi radicalmente di ciò di cui saremmo più schiavi: il nostro corpo. Il trans diventerà il nuovo eroe dei nostri tempi! Tali teorie possono suggestionare i bambini e i più fragili. Questa teoria totalmente immaginaria può avere effetti devastanti sulla nostra società.

Le reazioni negli Usa: Disney e Netklix

Il tentativo di indottrinare i bambini può ritorcersi però contro i wokisti nella misura in cui i genitori sono molto lontani dal condividere queste teorie. Quando si insegna ai bambini che possono scegliersi il genere; che la biologia non è una scienza, se si discriminano in quanto bianchi con la teoria critica della razza, i genitori posso reagire duramente. Alcune conseguenze si sono viste negli Stati Uniti; nel 2021, in uno stato di tradizione democratica come la Virginia, fu eletto un governatore repubblicano; perché si era impegnato a vietare l’insegnamento critico della razza nelle scuole. Il governatore repubblicano della Florida Ron DeSantis divenne molto popolare con la promulgazione di una legge; che impose ai distretti scolastici di “non incoraggiare la discussione sull’orientamento sessuale o l’identità di genere” davanti ai bambini.

Inoltre, lo stesso governatore revocò i privilegi fiscali, accordati dal suo stato alla Disney, a causa dei suoi fumetti gender. Ne è seguita una campagna di annullamento di abbonamenti. Anche Netflix sembra avere dei ripensamenti. Secondo un recente sondaggio gli abbonati non sono più così contenti dei documentari, troppo numerosi, sui transgender; o delle serie troppo wokes, come “Hiyama Kentaro è incinto”: la storia di un pubblicitario di successo che pensa di avere tutto sotto controllo. Ma che rimane incinto e deve confrontarsi con diseguaglianze sociali a cui non aveva mai pensato.

Gli islamisti traggono vantaggio dal woke

Il rifiuto dell’indottrinamento dei bambini e la stanchezza di fronte alle lezioni di morale impartite dalle principali imprese di comunicazione, sono un primo segnale di una resistenza all’offensiva woke. Questa nuova guerra tra culture, fa notare Braunstein, non è più una lotta tra “destra” e “sinistra” o tra conservatori e progressisti, ma tra quelli che credono ancora in un mondo reale e quelli che fanno passare avanti ogni cosa le loro credenze a qualunque prezzo. Come ha fatto notare di recente Federico Rampini, l’onda wokista per il momento sta travolgendo solamente il mondo occidentale. E ciò che colpisce maggiormente è che gli eredi di una cultura così ricca si accaniscano nel tentativo di distruggerla. La femminista storica Camille Paglia si preoccupa della “disconnessione totale ed inquietante” che percepisce tra “la mania per le rivendicazioni transgender e il disinteresse verso ciò che accade nel mondo esterno.” Camille Paglia ritiene che il wokismo può destabilizzare l’Occidente a vantaggio di culture totalitarie come l’islamismo e di potenze come la Cina e la Russia che hanno tutto l’interesse di vedere l’Occidente indebolito.

Le teorie gender colpiscono le donne

I nemici della società occidentale, come gli islamisti, hanno compreso il vantaggio che possono trarre dal wokismo. Per i musulmani radicali, secondo Camille Paglia, la mania “transgender attuale è la prova della decadenza dell’Occidente”. E di conseguenza va strumentalizzata per destabilizzarlo. Un esempio sorprendente è fornito dal canale AJ+, filiale della televisione qatariota Al Jazeera, vicina ai Fratelli Musulmani. Questo canale destinato ai giovani francesi, inglesi e spagnoli, da molto spazio alla propaganda LGBTQ e alla scrittura inclusiva. Al tempo stesso denuncia l’appropriazione culturale e l’islamofobia dei paesi occidentali. L’obiettivo è quello di spingere i giovani europei a criticare la società occidentale, indebolendola.

Paradossalmente le teorie di genere colpiscono principalmente le donne. Quando si tratta di spazi solitamente riservati alle donne, una persona, indipendentemente dal genere, che si identifichi con quel genere, deve poter accedere a questi spazi; bagni, docce, dormitori, ecc. Le donne sono minacciate nel loro stile di vita, perfino nella loro sicurezza, da questi uomini trans. Che sono diventati donne sulla base di una semplice dichiarazione: se una persona dice di essere una donna, anche se non ha iniziato un processo di cambio di sesso, dovrebbe, secondo gli attivisti trans, essere riconosciuta come donna. Le donne che negano l’accesso ai propri bagni agli uomini trans diventati donne; le prigioniere che si lamentano di essere incarcerate con loro, anche se potrebbero essere aggressori sessuali; le atlete i cui precedenti records sono stati polverizzati da uomini biologici: tutte queste donne sono considerate transfobiche.

Femministe vecchio stile e attiviste lesbiche

Sono queste le diverse questioni su cui si scontrano le femministe “vecchio stile” e le attiviste lesbiche; che si battono contro l’invasione di campo delle persone transgender. Per queste femministe il corpo femminile è importante, vogliono preservare la loro identità di donne e gli spazi che sono riuscite a creare per sé stesse nel corso degli anni. Le attiviste lesbiche sono costrette a ricordare alle persone che, se sono lesbiche, è proprio perché amano i corpi femminili e non quelli maschili. Secondo Kathleen Stock: “le vere lesbiche che rifiutano il sesso con queste persone sono naturalmente considerate transfobiche, o peggio”. Le attiviste trans che sono diventate donne sono indignate dal fatto che le lesbiche rifiutino le loro avances, denunciando il loro “feticismo genitale”. Il fatto che gli uomini trans che sono diventati donne abbiano mantenuto i genitali maschili non è un problema: hanno già coniato un nuovo termine, ladydick, per descrivere gli attributi maschili che hanno mantenuto nonostante la transizione. Come racconta Helen Joyce, queste persone trans considerano che “a seconda dell’identità del suo proprietario, il pene può essere un organo sessuale femminile”.

Woke, le competizioni sportive terreno di scontro

È importante comprendere che la questione di genere, così come è oggi al centro delle attuali lotte LGBTQI, ha poco a che fare con le lotte per i diritti di gay e lesbiche. Oggi, al centro della lotta c’è la “T” dell’acronimo trans. Queste lotte sono diventate molto conflittuali; Quasi ogni anno, durante le parate del Gay Pride in Inghilterra o in Francia, scoppiano scontri tra attivisti trans e lesbiche. Le competizioni sportive femminili sono un altro terreno di scontro da quando sono aperte ad uomini trans che si dichiarano donne. Linda Blade, ex campionessa ed allenatrice di atletica si batte da sempre contro questa tendenza profondamente misogina: “Siamo realisti, lo sport è una competizione basata sulla biologia. La decisione di aprire lo sport femminile a dei maschi è senza dubbio la decisione più misogina mai presa nel mondo dello sport. In effetti statisticamente, gli atleti maschili sono del 40% più pesanti, 15% più rapidi, 30% più potenti, e dal 25 a 50% più forti dei loro omologhi femminili. L’idea che i trans uomini diventati donne siano donne segna definitivamente la fine dello sport femminile. E la rivendicazione trans è diventata uno strumento per estromettere definitivamente le donne dallo sport”.

Il caso della Rowling

Per aver ricordato che la differenza sessuale esiste, J.K. Rowling, l’autrice di Harry Potter, non è sfuggita alle critiche per aver inviato un tweet ai suoi 14 milioni di followers in cui prendeva le difese di Maya Forstater; licenziata dall’ONG americana in cui lavorava, per aver twittato che “una donna non è un uomo”: vale a dire che un trans uomo diventato donna non è una donna; e resta uomo dal punto di vista biologico. Questa militante femminista pensava che i diritti delle donne fossero minacciati da un allargamento abusivo del termine “donna” anche nella loro vita quotidiana. Secondo Forstater, allargare radicalmente la definizione giuridica del termine “donna”, in modo che possa includere sia uomini che donne, rende il concetto privo di significato. E rischia di compromettere i diritti delle donne e la loro sicurezza. In effetti la maggior parte dei transgender uomini diventati donne conserva gli organi genitali della nascita. Se sono autorizzati ad entrare negli spogliatoi, nei dormitori, nelle prigioni, nelle squadre sportive femminili, le donne saranno private di fatto d’intimità, di sicurezza e di equità.

Il caso Maya Forstater

Il caso è proseguito in tribunale quando Maya Forstater ha fatto causa al datore di lavoro che l’aveva licenziata per discriminazione. Nel dicembre 2019, il tribunale ha respinto la sua richiesta sostenendo che le sue idee erano “incompatibili con la dignità umana e i diritti fondamentali degli altri”. Ma l’opinione pubblica si schierò chiaramente dalla sua parte anche a causa delle domande assurde poste a Maya Forstaster dall’avvocato del suo datore di lavoro; “Come si è formata la convinzione che il sesso umano sia immutabile? Su quali basi crede che gli uomini non possano diventare donne? Può citare filosofi che concordano con lei? Come avrebbe potuto conoscere il sesso di una persona se non era presente alla sua nascita?”.

Come osserva Helen Joyce nel suo resoconto dell’udienza, il pubblico scoppiò a ridere. Il 10 giugno 2021, un tribunale annullò la sentenza; affermando che le uniche opinioni che non possono essere protette dalla legge sono quelle favorevoli al “nazismo o al totalitarismo”. Le opinioni di Maya Forstater sono “idee filosofiche” e pertanto ha il diritto di agire contro il suo datore di lavoro per discriminazione. Alla fine di questo processo Forstater dichiarò; “Essere donna è una realtà materiale. Non è una moda o un sentimento. Le istituzioni che fingono che il genere non conti diventano luoghi ostili: in particolare per le donne.”

Lingua comune “ricostruita”

La teoria del genere si sforza di cancellare la differenza sessuale e i corpi. Lo schema è abbastanza semplice; Io dico di appartenere ad un certo genere; quindi, devo essere trattato come se fossi di quel genere (la famosa questione dei “pronomi”). E il mondo deve adattarsi a questa mia convinzione. Cambieremo quindi l’intero sistema giuridico, a partire dallo stato civile. La lingua comune sarà completamente ricostruita poiché le sue definizioni abituali non saranno più valide; Le donne avranno il pene e gli uomini avranno il ciclo mestruale! Questo non è altro che la dimostrazione di come gli attivisti più estremisti della teoria di genere conducano una guerra contro la realtà. Come ha osservato la giornalista Bari Weiss: “per resistere ai woke, abbiamo semplicemente bisogno di un minimo di coraggio, quello di osare parlare contro le loro proposte aberranti e abiette; di dire semplicemente di no. Siamo arrivati fin qui per codardia. Dite no alla rivoluzione woke. È ora che l’Occidente si svegli.”

Il ddl Zan avrebbe cancellato il dualismo uomo-donna

Il DDL Zan, se fosse stato approvato avrebbe aperto la strada a interpretazioni difformi, fuorvianti, e in certi casi addirittura liberticide. Tra i punti più problematici vi era il comma d) dell’articolo 1, secondo cui: “per identità di genere si intende l’identificazione percepita e manifestata di sé in relazione al genere; anche se non corrispondente al sesso; indipendentemente dall’aver concluso un percorso di transizione medica”. Questa norma avrebbe cancellato il dualismo uomo-donna. A vantaggio di un’autopercezione individuale per la quale non verrebbe neppure richiesta una forma di stabilità: sarebbe stato un trionfo della cultura woke nel nostro Paese. Il governo di Giorgia Meloni sta dimostrando, contrariamente alla sinistra, di voler contrastare la religione woke con l’introduzione della GPA come reato universale; il divieto della scrittura inclusiva nelle scuole e il contrasto alle carriere alias: che consistono nella facoltà di attribuire, nell’ambito della scuola, un nome e/o un’identità conforme alla cosiddetta identità di genere di studenti che si identificano come “transgender”; contrastante però con il sesso biologico e anagrafico, nonché con il nome registrato all’anagrafe: il tutto senza misurarne la legittimità giuridica.

La vittoria di Trump

La netta vittoria di Trump è stata una rivolta contro il wokismo, contro l’indottrinamento dei bambini e contro le lezioni di morale imposte dal politicamente corretto. Dopo essere stati travolti dalle aberrazioni del wokismo, è parsa ai più una liberazione la frase pronunciata da Trump, nel giorno del suo insediamento: “Ci sono due generi: maschio e femmina”. Trump ha ribadito che gli uomini e le donne esistono ancora e che è un fatto biologico!

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di Andrea Verde - 26 Maggio 2025