
Le sentenze fragili
Giustizia nel caos, effetto-Garlasco sui processi. “Anche sul mostro di Firenze va riaperta l’inchiesta”
Il caso non è chiuso, a Garlasco. Ma il caos è forte sotto il cielo della giustizia, che ormai consuma i suoi processi sui media, in mancanza di certezze. Come per il nuovo “mostro” del delitto di Chiara Poggi, che prova a difendersi in tv, prima ancora che in Procura.
“Io frequentavo la casa, quindi tracce mie in giro immagino che ci siano, è molto probabile. Poi la casa è diventata la scena del crimine”. Sono le parole che Andrea Sempio, indagato per l’omicidio di Chiara Poggi, usava in un’intervista a Sky Tg24 lo scorso 28 marzo, quasi due mesi dopo quel 20 maggio, giorno in cui viene elargita la notizia che un’impronta di Sempio è stata trovata – così emerge da una consulenza della Procura di Pavia – sulla parete della scala della villetta di via Pascoli a Garlasco che porta in cantina dove è stato trovato il corpo senza vita della ventiseienne. Scala che il 13 agosto 2007 l’assassino, secondo la dinamica dell’omicidio ricostruita dagli investigatori, non calpesta.
Garlasco, la difesa di Sempio: “Ero spesso nella casa dei Poggi”
“Molto probabilmente ci saranno mie tracce, me lo aspetterei. Ero li fino a pochi giorni prima” le parole profetiche. “L’unica stanza che non ho mai frequentato era la camera da letto dei genitori, le altre stanze bene o male le ho frequentate tutte. Ho mangiato li in cucina, si è stati in salotto, ovviamente in bagno, in camera di Chiara perché andavamo li a giocare al computer” aggiunge Sempio.
Quanto ai prossimi passi dell’indagine che riguarda anche l’analisi (con incidente probatorio) delle tracce biologiche che saranno analizzate su alcuni oggetti, finora ritenuti marginali nell’inchiesta – come il vasetto di yogurt o la confezione di biscotti -, Sempio replica: “pensando ai cereali, cose che magari riguardano qualcosa che è stata mangiata in quella mattinata no, di mio non c’è assolutamente nulla. Io penso di più agli oggetti di uso comune”.
Intanto, sul clamore mediatico della nuova indagine sul caso Garlsco, sulle numerose interviste televisive e sulle esternazioni via social come il post (su profilo privato) ‘Guerra dura senza paura, Cpp we love you’ di Angela Taccia, una dei legali dell’indagato Andrea Sempio, interviene l’Ordine degli avvocati di Milano con un richiamo al rispetto del codice deontologico. Regolamento che impone all’avvocato “che rilasci dichiarazioni pubbliche o interagisca con i media o utilizzi i social network l’obbligo di assumere un comportamento riservato, sobrio e misurato a tutela del decoro e della dignità dell’avvocatura” si ricorda.
Il processo sul “mostro di Firenze” da rivedere?
I delitti del mostro di Firenze come la vicenda di Garlasco? La suggestione arriva, puntuale, e c’era da aspettarselo. I due casi giudiziari potrebbero essere riscritti “grazie al progresso delle indagini scientifiche”, è la riflessione dell’avvocato Valter Biscotti che, insieme al collega Antonio Mazzeo, ha presentato a Genova (su incarico del nipote del postino di San Casciano Paolo Vanni) istanza di revisione del processo per gli ultimi quattro delitti del mostro di Firenze. “Ad accomunare le due vicende è il progresso delle indagini scientifiche che possono capovolgere sentenze apparentemente solide – dice l’avvocato Antonio Mazzeo – e ben vengano, in caso di dubbio, nuove indagini per riscrivere o consolidare vecchie verità”. “Garlasco ci sta insegnando che non bisogna aver paura di cercare la verità, qualunque ne sia il prezzo – ribadisce Biscotti -. Vicende che oggi appaiono molto simili Garlasco e mostro di Firenze, accomunate da un unico scopo: rileggere vecchie sentenze piene di dubbi e avere il coraggio di metterle in discussione”.
Il rischio è che si crei un ulteriore clima di sfiducia nei confronti del sistema-giustizia, già molto in calo nelle opinioni della gente, e si realizzi un effetto domino su altri processi storici finiti nell’occhio dei media negli ultimi anni.