
Spazio Cultura a Firenze
Giuli rivendica il lavoro del governo sulla Cultura: “Alla sinistra sono rimasti solo i comici” (video)
«È esistita una Cultura di sinistra oggettivamente potente, coerente ed organica, quella gramsciana, bisogna dargliene atto. Ma c’è stata anche, progressivamente, una erosione dal momento in cui si e’ generato il divorzio tra consenso e potere». Parla con parole nette il ministro della Cultura, Alessandro Giuli, al di là delle ironie sul suo eloquio ricercato. Lo fa in un’ìntervista a tutto campo con la giornalista Rao, Incoronata Boccia.
L’occasione è data dall’evento Spazio Cultura organizzato da FdI al teatro Niccolini di Firenze. Tra consenso e potere «la sinistra ha scelto il secondo. Avevano gli intellettuali e se li sono persi, si sono affidati agli influencer e poi hanno scoperto che anche loro erano dei quattrinari. Gli sono rimasti solo i comici, ormai», ha ironizzato il ministro.
Giuli replica a Elio Germano: si sentono attaccati nelle loro rendite
Nell’intervista a 360 gradi, Giuli ha fatto il punto sulle polemiche arrivate dalla cerimonia del David di Donatello. «Ci hanno descritto come i nemici giurati del cinema, ma la riforma del tax credit, che come tutte le riforme è perfettibile, non è che l’abbiamo voluta noi perché ci siamo ‘incapricciati’ del fatto che i soliti noti vivessero di rendita, è il risultato di una denuncia da parte dei piccoli e medi, ma anche grandi protagonisti che hanno detto ‘basta con le rendite e il privilegio».
«La verità – ha proseguito Giuli – è che di fronte alla stabilità e alla certezza che stiamo dando in un percorso di riconfigurazione si sentono attaccati nelle loro rendite». In questo contesto, avverte facendo riferimento alle parole al vetriolo dall’attore Elio Germano contro il governo, «c’è una minoranza rumorosa che si impadronisce perfino del più alto luogo delle istituzioni italiane a cui deve avere sempre il massimo rispetto, cioè il Quirinale, per cianciare in solitudine».
Giuli e i numeri sui musei: aumentati incassi e visitatori
«La realtà è più forte di qualsiasi maldicenza. “Arriveranno i lanzichenecchi”, dicevano. “Addenteranno le colonne”, come si raccontava durante il Sacco di Roma. Non è andata così. Vi dico i dati del 2024: visitatori musei statali 60,8 milioni, +5,4% rispetto al 2023. Ricavato? 382 milioni di euro, +21% rispetto al 2023 e +58% rispetto agli inquilini del privilegio nel 2019″. Cosi’ il ministro della Cultura, Alessandro Giuli, in occasione dell’evento ‘Spazio Cultura’ organizzato da FdI al teatro Niccolini. «Qua parlano i numeri – incalza Giuli – che sono testardi. La verità alla fine trionfa sempre. Siamo qua, sorridendo della bile nera di chi quando ci ha visto arrivare era terrorizzato e diceva che avremmo distrutto tutto».
“Chi nega pietà per Sergio Ramelli è complice”
Non manca una riflessione sull’odio pervicace proveniente dalla sinistra. «Quando in un Municipio di Milano, la città dove è stato massacrato Sergio Ramelli, c’è chi provenendo dal partito erede del Pci si nega alla pietà di un minuto di silenzio per ricordarlo, ecco, questa persona è oggettivamente complice dell’assassinio». «Chiunque si neghi alla pietà per i Sergio Ramelli ammazzati, soffiando sul fuoco della discordia – prosegue – è già identificabile fin da subito come il mandante morale di ogni violenza a venire». «O si comprende che la memoria può essere selettiva ma la pietà ci deve unire tutti, oppure si sta dalla parte sbagliata della storia. Noi invece – rileva ancora – stiamo oggi dalla parte giusta della storia».