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Dopo cinque anni detenzione in Venezuela è stato liberato Alfredo Schiavo

Azione diplomatica

Gioco di squadra e profilo basso: così l’Italia ha ottenuto la liberazione di Alfredo Schiavo, detenuto in Venezuela

Farnesina e Comunità di Sant'Egidio hanno lavorato al caso, attivando tutti i canali possibili. Cirielli: «Ora Alberto Trentini e gli altri italiani che si trovano in una situazione analoga»

Cronaca - di Natalia Delfino - 6 Maggio 2025 alle 19:24

«Gioco di squadra» e profilo basso: l’Italia è riuscita così a ottenere la liberazione di un altro proprio cittadino detenuto all’estero. Si tratta di Alfredo Schiavo, imprenditore di 67 anni, che ha trascorso gli ultimi cinque anni in un carcere in Venezuela. «A nome del governo italiano, esprimo soddisfazione per l’avvenuta liberazione di Alfredo Schiavo e apprezzamento per l’eccellente gioco di squadra che ha portato alla sua scarcerazione», ha commentato il viceministro agli Esteri, Edmondo Cirielli, sottolineando di auspicare che «un simile risultato sia rapidamente raggiunto anche nel caso del connazionale Alberto Trentini e degli altri italiani che si trovano in una situazione analoga».

Alfredo Schiavo liberato dopo cinque anni di carcere in Venezuela

Cirielli, come di rito in queste occasioni, ha ringraziato il presidente venezuelano Nicolas Maduro «per il suo personale intervento in una vicenda che ha coinvolto anche la Comunità di Sant’Egidio con il suo prezioso lavoro di mediazione». È stata proprio la Comunità di Sant’Egidio, che lo ha preso in consegna, a dare notizia della liberazione di Alfredo Schiavo, avvenuta sabato. Figlio di italiani emigrati in Venezuela negli anni Cinquanta, l’imprenditore italo-venezuelano era stato condannato a una lunga detenzione per una vicenda dai risvolti politico-finanziari.

L’auspicio per Alberto Trentini e gli altri

La sua liberazione dal carcere di El Helicoide, dove sono rinchiusi numerosi prigionieri politici, è avvenuta grazie alla mediazione della Comunità, portata avanti da Gianni La Bella, in collaborazione con le istituzioni italiane, in primo luogo l’Ambasciata, insieme ad alcune personalità venezuelane come il governatore della regione di Carabobo, ex ambasciatore in Italia, Rafael La Cava. Dunque, la liberazione è frutto di un’azione a tutto campo della diplomazia italiana, tanto nei suoi canali istituzionali quanto in quelli associativi. E ora si pensa alla sorte di Alberto Trentini, il cooperante arrestato lo scorso 15 novembre che si trovava in Venezuela per una missione con l’Ong Humanity e Inclusion per consegnare aiuti umanitari alle persone con disabilità. Il governo è al lavoro sul caso e circa un mese fa il premier Giorgia Meloni ha chiamato la madre Armanda Colusso.

La sinistra usa la festa per fare polemica

Ma a sinistra c’è stato chi è riuscito a cogliere anche l’occasione della liberazione di Schiavo per polemizzare contro il governo: «Ad oggi non pare ci siano stati progressi che facciano prefigurare un rapido ritorno di Alberto in Italia», ha detto tra gli altri, Laura Boldrini. Un refrain che si è sentito spesso anche prima di altre liberazioni, con una strumentalizzazione che dimenticava la regola base in questi casi: gioco di squadra e profilo basso.

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di Natalia Delfino - 6 Maggio 2025